Avatar: la via dell’acqua – Il ritorno a Pandora per la salvaguardia degli oceani

in Ambiente|Cinema
Avatar: la via dell’acqua – Il ritorno a Pandora per la salvaguardia degli oceani ultima modifica: 2023-01-01T08:40:16+01:00 da Emanuel Trotto
da

Con Avatar: la via dell’acqua James Cameron ci riporta su Pandora, invitandoci alla salvaguardia degli oceani e delle loro creature.

Il 2022 per molti registi è stato un periodo di riflessione. È questa la parola che ricorre più spesso nel cinema di quest’anno, forse anche alla luce della situazione pandemica appena passata. La pausa forzata è un evento storico e culturale da non sottovalutare e che ci ha toccati e ha coinvolto tutti i settori. Nel cinema ha portato molti autori a ripensare alla propria poetica. Il dubbio maggiore è sull’universalità del loro messaggio: è rimasto immutato oppure no? Dalla risposta dipende l’inizio di una nuova fase artistica (più innovativa e al passo coi tempi) o un ritorno al passato come una sorta di rincorsa intellettuale.

avatar la via dell'acqua
Avatar – La via dell’acqua al cinema dal 14 dicembre

Fin dall’inizio dell’anno si può intuire quanto una risposta netta sia difficile. Il primo gennaio è uscito, infatti, The Matrix Resurrections di Lana Watchowski in cui la regista ha ripreso le fila della saga che (assieme alla sorella Lily) ha ridefinito il concetto di servilismo fra l’uomo e la tecnologia. Lo fa con una storia che ricalca il primo film del 1999 e che, più di vent’anni dopo, racconta di quanto non sia cambiato molto. Anzi c’è stato un peggioramento. La tecnologia ha cercato di essere più umana ed amichevole, ingabbiandoci maggiormente.  Per i suoi protagonisti questa situazione richiede di spolverare le vecchie conoscenze ed utilizzarle per nuovi sacrifici, in nome di qualcosa si spera di migliore.

Matrix Resurrections – Il ritorno della matrice ai tempi dei social

Andando avanti possiamo citare La fiera delle vanità di Guillermo del Toro nel quale trasporta il suo mondo di freak in un’ambientazione noir in cui ribadisce e radicalizza il concetto che il mostro è sempre e soltanto l’essere umano. In Crimes of the Future David Cronenberg racconta ancora una volta come il futuro sia una mutazione che avviene direttamente all’interno dei nostri corpi. Perché se essi cambiano ed evolvono non lo fanno più per ragioni naturali ma culturali e artificiali. Dalla voglia di apparire alla necessità di trovare un appagamento fisico che non è più biologicamente possibile o soddisfacente. Se le idee rimangono sempre le stesse è il corpo che cambia. A livello naturale, è possibile solo rallentarlo e non da bloccare.

La forma dell’acqua – L’Oscar alla favola ecologista dell’anno

James Cameron non è da meno. Egli fa parte di quella generazione di registi (fra cui Steven Spielberg) che ha compreso che nel raccontare, la società e la tecnologia siano estremamente legate. Ciò ha portato il cinema erroneamente definito “blockbuster” ad una nuova consapevolezza. A fronte di una struttura narrativa molto semplice – definita banale in molti casi – essa risulta utile per creare il senso ultimo del cinema, ossia di far riflettere appassionando.

James Cameron
James Cameron al lavoro sul set.

Per questo la tecnologia 3D utilizzata in Avatar (2009) è il vero interesse che muove la narrazione. La sospensione dell’incredulità dello spettatore passa attraverso una mutazione tecnologica che permette virtualmente di cambiare pelle. Jake Sully (Sam Worthington) è una metafora dello spettatore che indossa gli occhialini quando si spengono le luci. Rappresenta un tramite per un mondo altro ma che ci permette di comprendere meglio il nostro tramite l’esperienza. Una formula innovativa nella sua semplicità che ha portato i suoi frutti: un incasso globale di 2,9 miliardi di dollari.

Avatar 2 – L’inizio del viaggio verso un Nuovo Mondo

Dopo tredici anni, con Avatar – La via dell’acqua al cinema dal 14 dicembre, Cameron ritorna su Pandora. Riprende la storia di Jake e Neytiri là dove l’avevamo lasciata, con la liberazione della luna dall’ingerenza degli umani. I due Na’vi vivono in serenità, ora sono una famiglia. Hanno tre figli: Neteyam, Lo’ak e Tuk. Con essi arrivano nuove responsabilità e scelte difficili. La più drastica è quella di abbandonare la propria casa cercare rifugio oltre la terra e l’aria, nelle acque dove vive la tribù Na’vi dei Metkayina.

Cameron perfeziona le tecnologie di motion capture ulteriormente. L’effetto visivo in CGI raggiunge livelli che rasentano la perfezione. Si arriva a mostrare meticolosamente le gocce ferme sulla fine peluria dell’epidermide, o i tremolii involontari degli occhi. Non c’è ridondanza né l’imitazione della vita, ma una creazione vera e propria. Lo spettatore non vede più dei personaggi digitali e fittizi, ma degli esseri viventi in tutta la loro complessità, facenti parte in un mondo altrettanto complesso e magnifico. Pandora, ancor più che nel capostipite, è il vero protagonista, in questo film con il suo oceano.

Lo'ak in Avatar 2
Lo’ak (Britain Dalton) uno dei figli di Jake e Neytiri con un tulkun, una delle nuove creature introdotte in Avatar: the Way of Water.

Esso rappresenta il liquido amniotico per la rinascita dei suoi personaggi; l’acqua è legata a doppia mandata con la maternità. Neytiri la troviamo, all’inizio del film, incinta e la dottoressa Grace Augustine (Sigourney Weaver) rimasta come avatar in un limbo concepisce essa stessa una figlia, Kiri. Il mare diviene un secondo schermo nella quale il pubblico viene immerso, andando a ricercare una comunicazione con esso e sensibilizzare  perciò sulla sua salvaguardia.

La storia e le memorie del mare sono raccolte dai tulkun, dei grandi cetacei che dialogano e  cantano, dei “fratelli dello spirito” con i Na’vi. Essi possiedono il segreto della vita eterna nel loro cervello. Una sostanza simile all’ambra che i balenieri vendono a immense cifre su di una Terra morente per un’umanità che ambisce solo a preservare la propria esistenza.

Il messaggio di Cameron è rimasto intatto e potenziato. Si esce dalla sala con gli occhi ricolmi di commovente bellezza e il cuore con maggiore consapevolezza. Non vorremo mai lasciare questo bel mondo al suo destino.

Avatar: la via dell’acqua – Il ritorno a Pandora per la salvaguardia degli oceani ultima modifica: 2023-01-01T08:40:16+01:00 da Emanuel Trotto
Tags:
Avatar: la via dell’acqua – Il ritorno a Pandora per la salvaguardia degli oceani ultima modifica: 2023-01-01T08:40:16+01:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Ambiente

Go to Top