Estate 2022, dal Mediterraneo al Regno Unito le cifre impietose di una stagione nella quale il riscaldamento globale ha mostrato i suoi effetti a tutte le latitudini
Quella che è appena volta al termine è stata una delle estati più calde mai registrate in Europa, con una serie impressionante di temperature record registrate a tutte le latitudini. Mesi e mesi di siccità hanno innescato un circolo vizioso: meno pioggia, meno umidità nel terreno, meno evaporazione, quindi meno pioggia. Nell’estate 2022 incendi boschivi sono stati registrati su tutto il territorio di Portogallo e Spagna, nella Francia meridionale, nell’Italia centro-meridionale e insulare, in Grecia, in Albania e nei Paesi dell’ex Jugoslavia. Il contraltare della siccità è stata la violenza dei fenomeni meteo, con forti temporali che hanno provocato alluvioni in Sardegna e riversato un fiume di fango nelle vie di Stromboli. Martedì 30 agosto, in Catalogna, una gradinata con chicchi del diametro di 10 centimetri ha provocato il decesso di una bambina di 20 mesi e l’ospedalizzazione di 50 persone.
Dal punto di vista delle temperature è come se l’estate fosse arrivata con un mese e mezzo di anticipo considerando il fatto che, in Italia, i 30°C sono stati superati con continuità fin dai primi giorni di maggio. A livello globale, il mese di luglio 2022 è stato fra i tre luglio più caldi mai registrati, con uno 0,4% al di sopra del periodo di riferimento 1991-2020, un trend che è stato confermato anche dalla temperatura media di agosto, dello 0,3% superiore alla media del mese 1991-2020 (terzo agosto più caldo mai registrato). Anche il mese di giugno è stato il terzo giugno più caldo mai registrato, con temperature dello 0,3% superiori alla media.
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L’estate 2022 è stata caratterizzata da condizioni calde e secche in gran parte dell’Europa occidentale: sostenute da ondate di caldo, queste condizioni hanno colpito l’agricoltura e i trasporti, oltre a facilitare l’intensificazione e la diffusione degli incendi. La temperatura media in Europa nel 2022 è stata la più alta mai registrata sia per agosto che per l’estate (giugno-agosto), con margini sostanziali di 0,8°C rispetto al 2018 per agosto e 0,4°C rispetto al 2021 per l’estate.
L’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il suo secondo valore più basso per agosto nei record di dati satellitari di 44 anni, al 4% al di sotto della media, legato al valore registrato nell’agosto 2002.
Le ondate di caldo sono state prevalenti nella Cina centrale e orientale per tutti e tre i mesi estivi e anche il Nord America ha vissuto una delle sue estati più calde.
Temperature record
Sin da giugno in molti Paesi europei si sono registrate temperature record: 40,6°C a Rochefort, nella Francia occidentale, e 40,4°C a Knin, in Croazia. Le ondate di calore della durata di due o tre giorni possono essere causate dal trasporto di aria calda dalle latitudini più basse (in Europa dal Sahara) e dal riscaldamento locale dovuto alla radiazione solare. Il caldo che ha colpito l’Europa occidentale a partire da metà luglio è stato causato dal combinato di questi due fenomeni.
In alternativa, a causare le ondate di caldo può essere un sistema stazionario ad alta pressione, con cieli sereni e venti deboli, questo è quanto è avvenuto in Europa a metà agosto.
A Coningsby, nel Lincolnshire, il 19 luglio è stata registrata una temperatura di 40,3°C; il precedente record del Regno Unito (38,7°) è stato raggiunto o superato in 46 stazioni in tutto il Paese. I termometri hanno superato i 40° in Francia, i 45° in Spagna e i 46° in Portogallo.
Oltre a questi record nazionali, l’elemento eccezionale delle ondate di caldo che hanno investito l’Europa è stato il lungo periodo con temperature massime giornaliere comprese tra 35° C e 40° C, ma soprattutto le temperature estreme superiori ai 40° C dell’Europa sudoccidentale.
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Siccità e innalzamento delle temperature sono fenomeni spesso legati: se il terreno è asciutto oppure la superficie è impermeabilizzata dall’asfalto, l’acqua non evapora e, di conseguenza, diminuiscono il raffreddamento e le possibilità di pioggia. Le ondate di caldo possono causare siccità, ma questa si verifica anche senza un’ondata di caldo.
Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service dell’Unione Europea, ha dichiarato: “La serie di ondate di caldo europee di quest’estate è stata causata da particolari modelli meteorologici, ma le temperature sono state più calde di quanto sarebbero state a causa dei cambiamenti climatici. Con il riscaldamento del clima, l’Europa sperimenterà ondate di caldo più frequenti e più intense”.
Secondo i dati di Copernicus le ultime due estati sono state le più calde insieme a quella del 2003. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha affermato, nel suo sesto rapporto di valutazione, che “la frequenza e l’intensità degli estremi caldi continueranno ad aumentare”.
Fiumi in secca
Le ondate di caldo e la scarsità di precipitazioni hanno duramente colpito le coltivazioni, facendo lievitare i prezzi dei generi alimentari e creando danni alle economie locali. La siccità ha colpito l’Europa mediterranea, dal Portogallo al Mar Nero, ma anche aree normalmente più piovose come Regno Unito, Irlanda, Scandinavia meridionale. In Italia, l’area maggiormente colpita dalla siccità è stata la Pianura Padana. Nel mese di luglio la portata media del fiume Po a Pontelagoscuro (ultima stazione di rilevamento prima del delta) è stata pari a 160,48 metri cubi al secondo, vale a dire un -32,9% rispetto al precedente record negativo di portata mensile, risalente al luglio 2006. I temporali estivi del mese di agosto hanno incrementato la portata media mensile fino a 246 metri cubi al secondo, un flusso inferiore ai 333 m/cubi al secondo del 2003. Anche i principali laghi Maggiore, Lario, Garda e Iseo hanno registrato livelli record in negativo.
L’Inghilterra meridionale ha vissuto il luglio più secco da quando sono iniziate le misurazioni, nel 1836. Il Regno Unito nel suo insieme ha fatto registrare appena il 56% delle precipitazioni medie del mese di luglio, un primato negli ultimi 20 anni. Una situazione simile è stata osservata in Francia, dove luglio è stato il secondo mese più secco dall’inizio delle registrazioni (1959): i 9,7 millimetri di piovosità totale rappresentano un deficit piovoso dell’85% rispetto al periodo di riferimento 1991-2020.
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