Stop alle telefonate pubblicitarie non richieste e in violazione della privacy. Entra in vigore il nuovo Registro delle opposizioni anche per i cellulari.
Il cellulare squilla ripetutamente ormai, a qualsiasi ora, e a chiamare sono spesso i call center. Operazioni di telemarketing che, oltre a essere fastidiose, in molteplici casi si rivelano essere truffe telefoniche ai danni dei clienti. Contro le chiamate pubblicitarie aggressive viene in salvo una soluzione dallo Stato con l’ampliamento del Registro pubblico delle opposizioni anche per i cellulari. Il decreto del presidente della Repubblica è stato pubblicato il 29 marzo sulla Gazzetta ufficiale, a quattro anni di distanza dalla sua previsione e dopo due mesi dall’approvazione in Consiglio dei ministri.
Cos’è il Registro pubblico delle opposizioni
Il nuovo Registro pubblico delle opposizioni, che si estende anche ai telefoni cellulari, sarà attivo entro fine luglio. Grazie a questo strumento, consumatori e cittadini potranno autotutelarsi, dicendo no alle chiamate pubblicitarie semplicemente iscrivendosi a tale registro. Gli operatori di telecomunicazioni e marketing potranno verificare le liste ed evitare di contattare coloro che hanno espresso il proprio dissenso alle chiamate pubblicitarie.
Uno strumento per tutelare la propria privacy e i dati personali contro il telemarketing aggressivo.
Il 21 gennaio 2022 il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma che potenzia il Registro pubblico delle opposizioni, queste modifiche erano attese da anni. Il servizio era stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica numero 178 del 2010, per poi essere aggiornato con il DPR numero 149 del 2019 che aveva allargato l’ambito di applicazione del RPO anche alle comunicazioni pubblicitarie cartacee oltre a quelle telefoniche.
La Legge numero 5 del 2018 aveva, finalmente, ampliato la possibilità di applicare il Registro pubblico delle opposizioni ai numeri privati, anche mobili.
Dunque, il Registro pubblico delle opposizioni funziona come una blacklist.
Se un operatore nonostante l’iscrizione nel Registro pubblico delle opposizioni si serve di un numero o un indirizzo per finalità commerciali, rischia di essere sanzionato. In quel caso si ha la violazione del diritto di opposizione, le cui conseguenze sono stabilite dall’articolo 83 del GDPR.
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Come registrarsi al Registro pubblico delle opposizioni
Sono previste quattro modalità diverse per iscriversi al RPO. Queste sono:
- Telefono – Si può procedere telefonando al numero verde 800 265 265 dal numero che si vuole inserire nel Registro pubblico delle opposizioni. Andranno poi comunicati i propri dati durante la telefonata.
- Raccomandata – In questo caso sarà necessario spedire una raccomandata, allegando una copia del proprio documento d’identità, all’indirizzo postale “Gestore del Registro pubblico delle opposizioni – Abbonati, ufficio Roma Nomentano, casella postale 7211, 00162 Roma”. Bisognerà inoltre, indicare anche il numero di telefono che si intende registrare.
- Email – Compilando un modulo presente nell’apposita sezione sul sito del RPO e poi inviandolo per email all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it.
- Iscrizione Registro pubblico delle opposizioni via web – Per iscriversi attraverso la procedura web, il primo passo da compiere è cliccare sul link “Area abbonato” nella home page del sito istituzionale del registro.
Dopo aver richiesto l’iscrizione con uno di questi metodi, potranno trascorrere fino a 15 giorni affinché questa venga accettata. Nel caso in cui, le telefonate commerciali dovessero continuare anche dopo questo periodo, puoi verificare lo stato della tua registrazione sul sito Internet o seguendo la voce guida del numero verde segnalato in precedenza, comunicando il codice utenza ricevuto in fase di iscrizione.
L’iscrizione al RPO non ha una durata limitata. Si resta iscritti fino a quando la persona che si è abbonata resta l’intestataria del numero di telefono inserito. Ovviamente, si ha sempre la possibilità di apportare modifiche ai dati e di revocare l’iscrizione qualora non si intendesse più essere abbonati al servizio.
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Gli smartphone sono i dispositivi più dannosi per l’ambiente
Gli smartphone, dove arrivano le continue telefonate, sono dispositivi estremamente inquinanti, stando a quanto emerso da numerosi studi condotti negli ultimi anni. Sebbene consumino un modesto quantitativo di energia durante il loro uso, l’85% del gas serra prodotto da questa categoria arriva dal ciclo produttivo. L’impatto della filiera produttiva degli smartphone sulla creazione dei gas serra è divenuto maggiore di quanto ipotizzato in precedenza e questi sono diventati i dispositivi di elettronica di consumo più pericolosi per l’ambiente, superando il livello di emissioni prodotte dall’uso di computer fissi e portatili.
Per ogni messaggio di testo, ogni telefonata, ogni video esiste un data center che consuma molta energia e viene alimentato da elettricità generata dai combustibili fossili. Dunque, meno telefonate, meno inquinamento ambientale.
Si sta cercando comunque, di creare dei data center completamente mossi da fonti di energia rinnovabile.
Un’altra fonte di inquinamento è data dal processo di estrazione dei metalli rari utilizzati per realizzare i chip e le schede madri che si trovano in questi dispositivi.
Nel suo complesso, il settore delle telecomunicazioni rappresenta al momento circa l’1.5% delle emissioni di gas serra globali. Le previsioni affermano che questa percentuale potrebbe raggiungere il 14% entro il 2040, arrivando a pesare quanto la metà dell’intero settore dei trasporti su scala globale.
