Su pressione dell’Unione Europea e delle associazioni ambientaliste, la Slovacchia introdurrà da giugno il divieto di caccia al lupo. Nell’ultimo ventennio sono stati uccisi quasi 1800 esemplari.
Dal 1° giugno 2021 il lupo diventerà una specie completamente protetta anche in Slovacchia, con l’introduzione del divieto totale di caccia nei confronti di questo grande carnivoro, prezioso per l’ecosistema.
Il provvedimento è il risultato delle pressioni dell’Unione Europea, che nel 2013 aveva anche avviato una procedura di infrazione nei confronti del Governo slovacco, nonché di una recente campagna sostenuta da 31 associazioni e Ong ambientaliste, che in pochissimo tempo hanno anche raccolto 50 mila firme grazie a una petizione congiunta.
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Finora, invece, il Ministero dell’Agricoltura della Slovacchia autorizzava una quota annuale di caccia e l’uccisione legale dei lupi veniva permessa tra inizio novembre e metà gennaio. Nella stagione 2020-2021, addirittura, tale quota era stata incrementata e, nell’ultimo ventennio, si stima che siano stati abbattuti quasi 1.800 animali.
«A oggi in Slovacchia restano approssimativamente tra i mille e i duemila lupi, su una popolazione totale di 12 mila esemplari presenti in Europa -dichiarano i promotori della vittoriosa campagna anti caccia- Questi grandi carnivori selvatici sono minacciati anche dalla caccia illegale nonché dalla crescente frammentazione e contrazione dei loro habitat causata dalla costruzione di nuove infrastrutture. Purtroppo, infatti, i corridoi di migrazione sono ancora largamente ignorati durante il processo decisionale per lo sviluppo di strade, ferrovie, città, villaggi e zone ricreative».
Le associazioni ambientaliste hanno anche sottolineato il ruolo dei lupi nel contribuire a ridurre i danni a silvicoltura e agricoltura, causati da cervi e altri ungulati, il cui totale è stato stimato in decine di milioni di euro negli ultimi anni solamente per la Slovacchia.
«I lupi, come predatori superiori, giocano un ruolo vitale nel mantenere la natura in equilibrio -sottolinea Jerguš Tesák, esperto di grandi carnivori di Wwf Slovacchia– Se vogliamo davvero proteggere i lupi, dobbiamo proteggerli insieme ai loro habitat e alle loro rotte di movimento. Una popolazione di lupi sana ha anche un impatto positivo sul paesaggio: riduce la popolazione di cervi, previene il danneggiamento dei giovani alberi e sostiene il ripristino delle foreste naturali. Non c’è motivo di cacciare il lupo nel nostro paese».
E per proteggere gli allevamenti, spesso unica fonte di sussistenza per numerose famiglie, soprattuto nelle aree rurali della Slovacchia? «Stiamo lavorando con agricoltori, allevatori e apicoltori per ridurre i conflitti con la fauna selvatica, anche fornendo recinzioni elettriche e razze tradizionali di cani da pastore -sottolinea il Wwf- Inoltre è in fase di discussione una nuova legislazione per introdurre procedure di compensazione semplificate e più efficaci».
La caccia al lupo in Europa è vietata dalla direttiva 92/43/CEE sulla conservazione degli habitat naturali nonché della fauna e flora selvatiche (cosiddetta direttiva Habitat per la salvaguardia della biodiversità), cui di recente si sta adeguando anche la Spagna.
Sono però ancora diversi i Paesi in cui sono presenti quote di abbattimento e alcuni Stati -le repubbliche baltiche di Estonia, Lettonia e Lituania, oltre proprio alla Slovacchia- avevano concordato una legislazione speciale in merito fin dal momento della loro adesione all’Unione Europea nel 2003.