Emotivi anonimi, una dolce favola in cui il cioccolato riesce a unire le anime dei due protagonisti in una love story d’altri tempi.
Emotivi anonimi (Les Émotifs anonymes), è il titolo di un film del 2010 diretto da Jean-Pierre Améris. Una commedia romantica da vedere a San Valentino.
Il fatto
Angélique è una maestra cioccolataia insicura su tutto. Jean-René è il proprietario di una fabbrica di cioccolato sull’orlo del fallimento. Lui è timido patologico, specie relazionandosi con le donne. Quando Angélique verrà assunta da Jean-René le loro vite giungeranno alla svolta…
Il commento
Tutto fa paura. Ognuno di noi ha questo piccolo germe dentro di sé. Una delle più comuni è la paura nel rapportarsi agli altri. Oggi si sente ancora di più questa paura. Paura di esprimersi, paura di essere noi stessi. Senza magari un motivo particolare. Ma si ha paura. Si ha paura di rimanere isolati, ma allo stesso tempo si ha paura di confrontarsi. Spesso e volentieri non lo si sa neppure spiegare. Quel senso di panico quando suona il telefono. O di dover aggiungere qualcosa quando si pensa che sia già tutto chiaro e palese. Andare oltre il copione che ti sei mentalmente preparato. La paura di sostenere, se non per pochi secondi, lo sguardo su chi ti sta davanti. E accennare una seppur minima conversazione per rompere quel silenzio che sa di scortesia.
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Questo è anche il mondo dei due protagonisti di Emotivi anonimi di Jean-Pierre Améris. Si tratta, in apparenza, di un prodotto lezioso. Uno di quei film che passano in sordina nelle sale d’essai. Esattamente uno di quelli che guardi in televisione per non perderti in zapping. Da vedere giusto per rilassarsi e divertirti in maniera garbata. In realtà, potrebbe essere così, ma non lo è. A una visione più attenta si rivela un film sì grazioso, con un gusto da favola hollywoodiana. Possiede inoltre una serie di raffinatezze di scrittura e di regia semplici quanto efficaci.
È un film che si muove sulla simmetria. Una simmetria fra avvicinamento e allontanamento. Fra insuccesso e successo. Dapprima viene presentata Angélique, e il suo gruppo di supporto. Si comprende la sua condizione. Ossia la capacità di relazionarsi solo con individui che fanno parte della sua cerchia ristretta di conoscenze. Un gruppo di persone che non conosce, per insicurezza, alcun compromesso. Altri riescono anche a mascherarla l’insicurezza. Angélique vive in un mondo protetto che la aiuta a prendere il fiato da quello reale. Il quale, al contrario, la atterra.
Dall’altra c’è Jean-René. Anche lui ha un suo microcosmo sicuro. È il proprietario di una fabbrica di cioccolato. Egli ha rapporti freddi e impacciati coi suoi dipendenti. Un uomo che si nasconde spesso dentro il suo ufficio con le veneziane abbassate. L’unica persona con cui si relaziona e riesce ad avere un dialogo è il suo psichiatra. Arriverà a definirlo, ad un certo punto, l’unico amico che possiede. È rigido a qualsiasi cambiamento in quanto si tratta di profondi stravolgimenti. Questo è uno dei motivi per cui la sua storica cioccolateria (attiva dal 1896) sta per chiudere i battenti. Non c’è spazio per l’innovazione nei suoi prodotti. Seppur buoni, non vengono più comprati, nemmeno dagli acquirenti storici.
In questo scenario le vite di Angélique e Jean si avvicinano. Lei cerca lavoro e lui la assume, per istinto, nella sua ditta. Più precisamente nel reparto vendite. Un autentico incubo per lei. Dopo i primi tentennamenti, inizia a cogliere quella che può essere un’opportunità. Per guarire in un certo qual modo. Grazie proprio alla sua passione e competenza nell’arte cioccolataia. Riesce a convincere il suo capo a sperimentare nuovi prodotti, riuscendo allo stesso tempo a rimanere nell’ombra. Dopo il diploma in pasticceria per sette anni ha lavorato per conto di una rinomata cioccolateria sotto le mentite spoglie di un eremita. Tutto con la complicità del suo vecchio datore di lavoro. Perché conta davvero solo cosa fai e non chi e come lo fa. Perché la magia potrebbe sparire.
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Ed è il cioccolato ciò che avvicina veramente questi due poli. Emblematica è la scena in cui i protagonisti degustano e commentano animatamente i nuovi prodotti che sono stati creati. A seguito di una disastrosa cena al ristorante, i due hanno trovato il loro punto di contatto. L’argomento che riesce a togliere molti dei blocchi che si sono autoimposti nel corso di tutta una vita. Un dialogo in crescendo nella quale c’è un evidente sotto-testo romantico con una punta di erotismo. La scena madre perché, finalmente, capiamo che il sentimento di Jean per Angélique è ricambiato e viceversa. Una consapevolezza alla quale noi siamo giunti. Ma che loro stanno appena percependo. Quando il nuovo cioccolato sarà così di successo da essere presentato ad una fiera internazionale, lo capiranno anche loro.
Il cioccolato in questa storia è il vero e proprio deus ex machina. Il resto sta all’amore che sta sbocciando che viene creato da una passione altra. Da quei cioccolatini che, in una situazione ordinaria, fungono da dolce collante. In altre parole ci sono tutte le premesse per un ottimo film di San Valentino. Lontano da tutte le leziosità che possono venire fuori. Come abbiamo ripetuto più volte, in Emotivi anonimi non c’è nulla di lezioso da essere stucchevole.
Perché qua il lieto fine è quello di due gioiosi outsiders. Che non negano di essere tali. Che si avviano, come in Tempi moderni di Charles Chaplin, verso il tramonto di un futuro incerto. Ma con la forza dell’unione. L’esistenza è insapore come può essere aspra e dolce. Siamo noi che facciamo la differenza. Come tende a sottolineare Angélique, l’importante nel cioccolato (ma non solo) è il gusto amaro.
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Scheda film
- Titolo originale : Les Emotifs anonymes;
- Regia : Jean-Pierre Améris;
- Soggetto e sceneggiatura : Jean – Pierre Améris, Philippe Blasband;
- Interpreti : Isabelle Carré (Angélique Delange), Benoît Poelvoorde (Jean-René Van Den Hugde), Swann Arlaud (Antoine), Pierre Niney (Ludo), Lorella Cravotta (Magda), Lise Lamétrie (Suzanne), Stéphan Wojtowicz (psicologo);
- Origine : Francia, Belgio 2010;
- Durata : 80’
- Temi : CINEMA, ALIMENTAZIONE, SAN VALENTINO