Il rifugio Nuvolau, situato a più di 2500 metri di altitudine sull’omonimo monte, cambia gestore. Per potersi occupare di questo gioiello immerso nel panorama delle Dolomiti, le domande di candidatura vanno inviate entro il 15 febbraio 2021
Dopo 47 anni, al rifugio Nuvolau si cerca un nuovo gestore che dia continuità all’attività, iniziata nel 1883. A 2575 metri di altitudine, questa baita è il luogo ideale per gli escursionisti che raggiungono la cima dell’omonimo monte per vivere la montagna in modo autentico davanti a uno spettacolo che lascia incantati.
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Fondato sulla cima dell’omonimo monte con il nome di Sachsendank Hutte (“Rifugio del ringraziamento del Sassone”), il rifugio Nuvolau ha una storia ultracentenaria. Il suo passato lo porta ad essere considerato il primo ricovero di alta montagna nell’area di Cortina d’Ampezzo.
La sua apertura risale al 1883 e si deve alla volontà del colonnello Richard von Meerheimb di Dresda. L’uomo aveva donato un contributo per la costruzione dell’edificio dopo che il suo soggiorno ad Ampezzo gli aveva permesso di guarire da una grave malattia ai polmoni da cui era affetto da tempo.
Il rifugio è stato teatro di scontri durante la Prima guerra mondiale. Infatti, dopo l’occupazione dell’esercito italiano, ha rischiato la distruzione sotto i colpi dell’artiglieria austro-tedesca.
Ricostruito nel 1929 e inaugurato l’anno seguente sotto il nome di “Rifugio Nuvolau”, la baita è stata poi affidata nel 1974 alla famiglia Siorpaes. Nel corso degli anni, i due coniugi Mansueto e Giovanna hanno deciso di mantenere la struttura nel suo stato originale. Alla base della loro scelta, la volontà di garantire ai visitatori un’esperienza unica e autentica e all’insegna della semplicità.
Le caratteristiche del nuovo gestore
Il bando della nuova gestione del rifugio, di proprietà del CAI Cortina d’Ampezzo, scade il 15 febbraio 2021.
I requisiti richiesti dall’ente sono: la conoscenza dell’area circostante, la condivisione dei valori del CAI e la disponibilità a occuparsi del rifugio, anche dal punto di vista della sua manutenzione. Sono apprezzate ulteriori conoscenze di tipo ambientale e linguistico, nonché esperienze precedenti in ambiti analoghi.
Per poter essere scelto per vivere questa esperienza, è necessario sottoporre la propria candidatura sul sito del CAI di Cortina d’Ampezzo.
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