#BearHunt è l’hashtag della campagna mondiale che ci vede più vicini anche a distanza. Dopo gli arcobaleni, arrivano alle finestre gli orsacchiotti di peluche.
In Italia si infervora il dibattito sul ruolo e sull’importanza che sono stati attribuiti ai bambini nell’emanare le misure di isolamento e distanziamento sociale per far fronte all’emergenza sanitaria Covid-19.
Nel resto del mondo, invece, si discute di meno e si fa qualcosa di concreto per quei cittadini che sono tra i più vulnerabili e che rappresentano il nostro futuro.
Bambini e attività fisica: come far muovere in casa bambini da 0 a 11 anni
Si chiama #bearhunt ed è un’iniziativa che prevede di mettere alle proprie finestre un orsacchiotto di peluche per intrattenere e stupire i bambini, in una simpatica quanto innocua caccia agli orsi, per farli volare e viaggiare con la fantasia al sicuro delle propria mura domestiche.


La campagna sta spopolando in tutto il mondo ed è già diventata virale.
L’iniziativa vede impegnati non solo i bimbi ma anche e sopratutto gli adulti, intenti a scovare angolini più ricercati e modi più stravaganti per posizionare i peluche, stupire e fare un po’ di compagnia ai più piccolini in questi giorni così bui.
Bear Hunt non discrimina: va bene qualsiasi peluche


E chi non ha un orsacchiotto si arrangia con quello che ha.
L’importante è il pensiero: al resto ci penserà, intanto, la fantasia dei bambini!
Pocker il dogtrotter testimonial per l’adozione degli animali
#bearhunt prende il nome da We’re Going on a Bear Hunt [Caccia all’orso], il romanzo di Michael Rosen, scrittore britannico ora ricoverato in terapia intensiva per Covid-19.


Cosa aspettate? Avete posizionato orsacchiotti alle vostre finestre?
Unitevi a #bearhunt e condividete anche voi le foto dei peluche sui vostri profili social!
