Stanziati 400 milioni di euro per buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari per le famiglie in difficoltà
Da emergenza sanitaria ad alimentare. Di fronte alla sempre più evidente crisi economica causata delle misure restrittive istituite per contrastare la diffusione del Covid-19, il governo corre ai ripari e stanzia 400 milioni di euro per l’erogazione di buoni spesa.
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Ai Comuni 400 milioni per buoni spesa e pacchi alimentari
Date le crescenti difficoltà delle fasce più vulnerabili della popolazione a reperire risorse e beni di prima necessità, l’esecutivo ha disposto il trasferimento della cifra ai Comuni in forma vincolata, ossia destinati esclusivamente al sostegno di quei cittadini che in questi giorni di emergenza “non hanno soldi per fare la spesa”, come spiegato dallo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa.
Risorse da suddividere tra i Comuni italiani – in base al numero di abitanti e alla proporzione di famiglie in stato di bisogno – e utilizzabili per la distribuzione di buoni spesa o di beni di prima necessità, tramite il cosiddetto pacco alimentare, ai cittadini indigenti.
Come funzionano i buoni spesa?
Il provvedimento per la “solidarietà alimentare” mira a sventare un’eventuale emergenza sociale, che rischia di dilagare in proteste e rivolte, e prevede l’emissione di buoni spesa dal valore variabile (secondo indiscrezioni, da 25 a 50 euro), da distribuire alle famiglie in difficoltà che ne faranno richiesta.
Questi buoni saranno quindi utilizzabili presso negozi e supermercati convenzionati, esclusivamente per l’acquisto di beni di prima necessità.
“Non lasciamo nessuno solo e abbandonato a se stesso”, ha detto Giuseppe Conte. “Siamo vicini alle persone bisognose, dobbiamo aiutare chi è maggiormente in difficoltà. Confidiamo che già la prossima settimana i sindaci possano erogare i buoni spesa o consegnare direttamente le derrate alimentari”.
Chi ha diritto ai buoni spesa?
L’accordo sugli stanziamenti è stato trovato a seguito dell’intesa tra l’esecutivo e l’Associazione Nazionale dei Comuni.
I 400 milioni saranno inviati dove c’è più bisogno, “erogando una somma maggiore a quelle amministrazioni dove c‘è un numero più alto di cittadini in difficoltà”, ha chiarito Antonio Decaro, presidente dell’Anci.
Sebbene la cifra stanziata sia assolutamente insufficiente, come sottolineato da più parti e dallo stesso Decaro. Dopotutto nelle intenzioni del governo si tratta solo di una soluzione tampone che possa servire da qui fino a metà aprile, quando dovrebbe essere varato il decreto “Cura Italia” contenente misure più consistenti in favore dei lavoratori a basso reddito.
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Congetture a parte, spetterà ai singoli Comuni, attraverso gli uffici dei servizi sociali e la rete delle associazioni di volontariato presenti sui territori, individuare la platea dei beneficiari dei buoni spesa. Priorità, si legge sull’ordinanza, verrà data a chi non è già destinatario di un altro sostegno pubblico, come il reddito di cittadinanza. Per ogni ulteriore specifica occorrerà comunque attendere alcuni giorni.
Come richiedere i buoni spesa?
Per ogni Comune sarà attivato un numero dedicato a cui rivolgersi per maggiori indicazioni. In assenza di un servizio dedicato, si potrà chiamare al centralino del Comune e chiedere assistenza e informazioni. Non è ancora chiaro se, una volta ottenuti i buoni spesa, i cittadini potranno utilizzarli dovunque. L’ipotesi più probabile, al momento, è che ogni Comune dovrà rendere nota una lista di esercenti, supermercati e negozi di generi alimentari, convenzionati dove poter utilizzare i buoni spesa.
La “mappa della fame” di Coldiretti
Intanto Coldiretti ha tracciato la “mappa della fame” in seguito all’emergenza Coronavirus. Ad oggi sono 2.678.264 le persone indigenti a rischio fame in Italia. “Le maggiori difficoltà”, si legge sul comunicato, “si registrano nel Mezzogiorno con oltre 530 mila persone che hanno bisogno di aiuto per mangiare che si trovano in Campania, oltre 364 mila in Sicilia e quasi 283 mila in Calabria, ma situazioni diffuse di bisogno si rilevano anche nel Lazio con oltre 263 mila persone e con 235mila persone nella Lombardia devastata dal Coronavirus”. Tra le categorie più vulnerabili vi sono “quasi 113mila senza fissa dimora, oltre 225mila anziani sopra i 65 anni, e 455mila bambini di età inferiore ai 15 anni”.