Nature Restoration Law

Nature Restoration Law, in vigore in tutta l’Unione europea il pilastro del Green Deal

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Nature Restoration Law, in vigore in tutta l’Unione europea il pilastro del Green Deal ultima modifica: 2024-08-19T00:01:02+02:00 da Davide Zarri
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Nature Restoration Law, al via ufficiale la normativa Ue sul ripristino della natura. Ma cosa prevede e perché è così importante?

Ieri, 18 agosto 2024, è entrata ufficialmente in vigore il Regolamento Ue sul ripristino della natura, meglio noto come Nature Restoration Law.

Approvata al fotofinish della passata legislatura, dopo mesi di stallo politico, la Nature Restoration Law rappresenta un caposaldo del Green Deal europeo, ponendosi l’obiettivo di risanare gli ecosistemi degradati del continente.

Un obiettivo ambizioso: ripristinare il 20% degli ecosistemi entro il 2030

Al cuore del Regolamento c’è l’obiettivo ambizioso di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi degradati europei entro il 2030, per poi arrivare al 100% entro il 2050.

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Si parla di foreste, zone umide, torbiere, praterie, mari e coste che sono state danneggiate da decenni di sfruttamento umano, inquinamento e cambiamenti climatici.

Il ripristino della natura non riguarda solo la salvaguardia della biodiversità, ma è anche centrale per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, offrendo protezione contro fenomeni estremi come inondazioni e siccità, e migliorando la qualità della vita di milioni di cittadini.

Cosa prevede la Nature Restoration Law

La Nature Restoration Law impone agli Stati membri di elaborare piani nazionali di ripristino, con obiettivi specifici per ogni tipo di ecosistema. Le azioni previste includono:

  • Ripristino degli habitat naturali: dagli ecosistemi forestali alle zone umide, passando per le coste, gli Stati dovranno lavorare per riportare in vita questi ambienti cruciali.
  • Protezione della fauna selvatica: sarà promossa la reintroduzione di specie in via di estinzione e il recupero degli habitat necessari alla loro sopravvivenza.
  • Gestione sostenibile delle risorse idriche: il Regolamento promuove il miglioramento della qualità e della quantità delle acque nei fiumi e nei laghi.
  • Rigenerazione delle foreste: l’obiettivo è rigenerare le foreste degradate, puntando su una gestione che coniughi produttività e conservazione.

Un passo decisivo per il futuro

La Nature Restoration Law arriva in un momento cruciale per il nostro pianeta. La biodiversità è in rapido declino, con milioni di specie a rischio di estinzione.

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Questo regolamento non solo risponde all’urgenza di fermare questa tendenza, ma si inserisce in un quadro più ampio di contrasto alla crisi climatica. Ecosistemi sani sono essenziali per assorbire CO2, contribuendo a limitare il riscaldamento globale.

Basti pensare che le torbiere (n.d.r. zone umide come acquitrini o paludi) a livello globale immagazzinano quasi il 30% del carbonio organico globale. Ripristinare le torbiere drenate in Europa consentirebbe una riduzione fino al 25% delle emissioni di gas serra generate dalla conversione delle terre.

Obiettivi di sviluppo sostenibile, ritardi per il 2030

Inoltre, la presenza capillare di aree verdi in città rappresenta un’importante fattore di attenuazione della temperatura; contrastano le bolle di calore, assorbono le precipitazioni in eccesso e favoriscono il benessere fisico e mentale.

Ma non è solo una questione di ambiente, questo Regolamento è anche una mossa strategica per l’economia europea. Investire nella natura significa investire nel futuro, creando nuove opportunità economiche legate alla conservazione, al turismo sostenibile, e alle energie rinnovabili.

Secondo la Commissione, la nuova legge apporterebbe notevoli benefici economici, da 8 a 38 euro di benefici per ogni euro investito.

Le sfide all’orizzonte

L’attuazione della Nature Restoration Law non sarà facile. Gli Stati membri dovranno affrontare la sfida di bilanciare gli obiettivi ambientali con le esigenze economiche.

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Ognuno di essi sarà responsabile dell’elaborazione e dell’implementazione di piani nazionali di ripristino, adattati alle specifiche esigenze ecologiche del proprio territorio.

Il successo del regolamento dipenderà dalla capacità dei governi nazionali di mobilitare risorse, coordinare interventi tra vari settori e lavorare in sinergia con le autorità regionali e locali per ripristinare e proteggere gli ecosistemi europei.

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Tuttavia, il potenziale impatto positivo di questa legge è immenso. Se attuata correttamente, potrebbe diventare un modello per altre regioni del mondo, dimostrando che la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico possono andare di pari passo.

Una cosa è certa: il futuro dell’umanità è legato indissolubilmente alla salute della natura.

[Foto di Eleonora Anello]

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Classe 1992, di origini bolognesi, ha vissuto i suoi ultimi cinque anni con la valigia in mano. Ambasciatore italiano all’estero, è innamorato della sua terra, con i suoi colori, i suoi odori, i suoi sapori. Laureato in Food System Management all’Università di Bologna, ha una passione per il cibo, le lingue e la politica. Creativo, dinamico, affascinato dall’innovazione ed il cambiamento, nutre un interesse genuino per tutti i temi relativi alla sostenibilità. Alla continua ricerca della meraviglia, sostiene con forza che solo la conoscenza renda le persone davvero libere.

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