Nuovi limiti massimi fissati dalla Commissione europea sulla presenza di grassi trans negli alimenti. Ma cosa sono esattamente?
Oli da cucina, margarina, cibi preconfezionati, salse, popcorn, biscotti e dolci industriali: gli acidi grassi trans (TFA) sono dappertutto.
Tra tutti i grassi, i temibili TFA sono quelli che maggiormente pongono un rischio per la salute. Queste molecole lipidiche, infatti, si distinguono dalle altre poiché il loro consumo è associato ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Per questo motivo, la Commissione europea ha recentemente adottato un Regolamento che stabilisce un limite massimo all’uso di TFA diversi da quelli naturalmente presenti negli alimenti.
Grassi trans, cosa sono e quali i rischi per la salute?
I TFA sono grassi insaturi che, per consistenza ed effetti sulla salute, si comportano tali e quali a quelli saturi. Esistono due tipologie di TFA: quelli già naturalmente contenuti in alcuni alimenti di origine animale, come i prodotti lattiero-caseari e la carne, e quelli derivanti da processi industriali, tra i quali quello di idrogenazione degli oli vegetali. Mentre i primi non rappresentano un reale rischio per la salute, in quanto presenti in minime quantità, i TFA “artificiali” – presenti in alte concentrazioni all’interno dei grassi vegetali idrogenati – risultano essere ben più pericolosi. Numerosi studi hanno infatti dimostrato come il consumo frequente di alimenti ricchi in TFA artificiali sia associato ad un aumento dei livelli di colesterolo “cattivo” LDL nel sangue. Altri effetti indesiderati includono l’aumento del rischio di patologie coronariche, infarto, infertilità, diabete e obesità.
Sarebbe quindi preferibile eliminare dal nostro carrello della spesa tutti i prodotti che presentano grassi idrogenati tra i propri ingredienti, impresa non semplice siccome questi rappresentano da sempre l’opzione ideale per l’industria alimentare, assicurando un prodotto solido, stabile, dalla notevole durata e ad un costo contenuto.
A sottolineare la necessità di intervenire, recenti studi hanno evidenziato come l’eccessiva assunzione di questi grassi sia causa di circa 660.000 decessi ogni anno in Europa. Si è reso quindi inevitabile l’intervento del legislatore per stabilire un limite massimo di TFA negli alimenti.
Il nuovo Regolamento Ue entrerà in vigore a partire dal 2 aprile 2021 e prevederà il limite massimo di 2 grammi di TFA artificiali ogni 100 grammi di grassi presenti negli alimenti destinati al consumatore finale. Inoltre, le imprese avranno l’obbligo di dare informazioni sulle quantità di TFA presenti negli alimenti forniti ad altre imprese qualora venga superato il limite di 2 grammi.
“La misura – si legge in una nota della Commissione – mira a proteggere la salute dei consumatori e a fornire agli europei opzioni alimentari più sane. Nel corso degli anni una serie di studi scientifici, tra cui uno dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare [l’Efsa di Parma, ndr], hanno sottolineato come l’assunzione alimentare di TFA dovrebbe essere la più bassa possibile al fine di evitare rischi per la salute“.
Un limite massimo è di certo un primo passo importante. Ma non è sufficiente, tant’è che l’Oms si sta battendo da tempo per la completa eliminazione dei TFA artificiali dai cibi industriali entro il 2023.
