Bes 2017: il punto sull’ambiente in Italia

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Bes 2017: il punto sull’ambiente in Italia ultima modifica: 2018-01-19T08:00:25+01:00 da Davide Mazzocco
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Crescono la raccolta differenziata e la produzione di energia da fonti pulite, ma preoccupano i dati sulla dispersione idrica

Una decina di giorni prima di Natale è stato reso pubblico il Bes 2017, il rapporto sul Benessere equo e sostenibile redatto dall’Istat e suddiviso in dodici capitoli: Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Innovazione, ricerca e creatività e Qualità dei servizi.

Premesso come gli ambiti di interesse di eHabitat spazino su praticamente tutte le voci precedentemente citate, nello specifico vogliamo approfondire il capitolo sull’Ambiente.

Secondo il Bes 2017 l’Italia si conferma come uno dei paesi Ue con il minor consumo di risorse materiali pro capite. Il conferimento di rifiuti in discarica, con la conseguente pressione sull’ambiente, è in leggera diminuzione, così come aumentano l’incidenza della raccolta differenziata e la depurazione delle acque reflue.

eolico pixabay (4)

Il consumo interno di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili è stabile e al di sopra della media Ue. Per quanto concerne la qualità delle acque, invece, si registra una stabilità della quota di acque balneabili (67,2%). Stabile è anche la quota di verde urbano: 31 mq per abitante nei comuni capoluogo di provincia.

Sul fronte delle energie rinnovabili (dati 2015), l’Italia occupa il nono posto con un 33,5% che rappresenta meno della metà della percentuale dell’Austria (70,3%), ma un risultato che consente al nostro paese di superare Germania, Francia e Regno Unito e la media Ue (28,8%).

Bes 2017

Tra le fonti rinnovabili l’idroelettrico subisce una flessione dal 41,8% del 2015 al 39,3% del 2016, mentre crescono sia il fotovoltaico (al 20% della produzione complessiva da fonti rinnovabili) che l’eolico (al 16,4%).

Una buona notizia arriva dai dati sulla pressione derivante dai rifiuti conferiti in discarica: se nel 2014 rappresentavano il 31,5% del totale e nel 2015 il 26,5% nel 2016 sono scesi al 24,7%. Sebbene questa modalità di gestione sia ancora molto elevata rispetto ad altri Paesi, l’ultimo biennio ha evidenziato un notevole miglioramento della situazione.  Per contro va segnalato, nello stesso periodo, un consistente incremento della percentuale nazionale di raccolta differenziata dei rifiuti: il 45,2% del 2014 e il 47,5% del 2015 è diventato il 52,5% nel 2016.

rifiuti pixabay (2)

Una delle questioni ambientali maggiormente trascurate in Italia è quella della dispersione idrica: il volume di perdite idriche totali ammonta a 3,4 miliardi di metri cubi che corrispondono a una dispersione giornaliera di 9,4 milioni di m3 di acqua per uso potabile. Il volume totale disperso è pari al 41,4% del volume complessivamente immesso nella rete idrica, un dato che la dice lunga sulle condizioni in cui versano le infrastrutture idriche nazionali.

Dopo i “bollettini di guerra” dell’autunno appena concluso stupisce leggere di una qualità dell’aria in miglioramento. Una spiegazione c’è: i dati del Bes 2017 sono relativi al 2016, anno nel quale il 27% delle centraline (70 sulle 262 con misurazioni valide) presenti nei 116 capoluoghi di provincia ha registrato per più di 35 giorni valori superiori al limite della media giornaliera per la concentrazione di PM10, percentuale decisamente inferiore rispetto al 44% del 2015.

Più contenuta è la riduzione del dato sui superamenti delle concentrazioni medie annue di biossido di azoto: nel 17% delle centraline (46 su 265 con misurazioni valide) ha superato il valore limite prescritto, mentre nel 2015 la percentuale era stata del 22%.

Un altro dato molto importante è quello relativo alle aree caratterizzate dal dissesto idrogeologico: secondo i dati 2015, il 2,1% della popolazione nazionale risiede in aree caratterizzate da un grado elevato di rischio di danni derivanti da frane.

qualità aria pixabay

Il Bes 2017 segnala ben 40 siti contaminati di interesse nazionale (Sin) ovverosia aree nelle quali, in seguito ad attività umane, è stata accertata un’alterazione delle caratteristiche qualitative dei terreni, delle acque superficiali e sotterranee.

Nonostante i progressi nel ciclo di trattamento dei rifiuti e nella produzione di energia da fonti rinnovabili, molti degli indicatori ambientali del Bes 2017 (che propone nell’epilogo un confronto fra le varie regioni d’Italia) sottolineano alcune urgenze ambientali, soprattutto quella idrica: c’è troppa dispersione di acqua potabile e, in un contesto di ricorrenti siccità, la ristrutturazione delle infrastrutture idriche deve essere una delle priorità del Governo che verrà.

[Foto Pixabay]

Bes 2017: il punto sull’ambiente in Italia ultima modifica: 2018-01-19T08:00:25+01:00 da Davide Mazzocco
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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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