Un viaggio a piedi dall’Italia al Belgio. Un cammino di quasi sei mesi che porterà i protagonisti da Chia, nel Lazio, al Parlamento Europeo di Bruxelles.
I camminatori saranno Marco Saverio Loperfido, Marina Vincenti e il cane Bricco, soprannominati per l’occasione i «Postini di una volta».

Il progetto Paese Europa
L’iniziativa prende il nome di Paese Europa: Marco Saverio Loperfido, M. Vincenti e il cane Bricco inizieranno il loro viaggio il 1° maggio 2017, per mappare una nuova via a piedi che da Chia arriverà a Bruxelles, passando per Todi, Venezia, Belluno, Innsbruck, Strasburgo e Lussemburgo.
Il viaggio terminerà il 20 ottobre 2017, quando i viaggiatori arriveranno al Parlamento europeo di Bruxelles.
I percorsi individuati saranno solo sentieri e strade secondarie, che passeranno per borghi e città e si potranno intersecare con itinerari già esistenti, senza passare per strade trafficate o arterie principali, e senza l’uso di automobili, autobus o treni.
I «Postini di una volta», oltre a mappare online l’itinerario, attraverso la piattaforma www.ammappalitalia.it, di cui Loperfido è fondatore, porteranno al Parlamento Europeo le riflessioni delle associazioni e dei singoli cittadini incontrati lungo il viaggio, che abbiano come tema il turismo sostenibile e lo sviluppo sano dei territori.

L’importanza di mappare e percorrere un territorio a piedi
Secondo Loperfido, guida ambientale escursionistica AIGAE e promotore culturale, mappare un territorio significa tutelare le strade sterrate che attraversano da secoli le campagne, incoraggiarne l’utilizzo per il turismo sostenibile ma anche per brevi spostamenti da parte degli abitanti locali.
Se non si salvaguardano le campagne, le strade sterrate, i sentieri tra i boschi, questi diventano il luogo ideale per discariche abusive e per disastri edilizi.
Percorrere un territorio a piedi significa entrare in stretto contatto con esso, rendersi conto di come è stato vissuto per millenni: non a caso, secondo l’art.1 della Convenzione europea, il paesaggio è una «zona o territorio, quale viene percepito dagli abitanti del luogo o dai visitatori, il cui aspetto o carattere derivano dalle azioni di fattori naturali e/o culturali».
Non esiste altro modo per tutelare il paesaggio e per promuoverne la conoscenza, se non quella di creare o riscoprire la rete di percorsi a piedi nei territori stessi, da paese a paese, andando in controtendenza alla moda di cementificare, di asfaltare e di dimenticare gli antichi sentieri.
I camminatori riposeranno presso piccoli borghi italiani e stranieri: ospiti dei comuni o delle associazioni locali, terranno conferenze spiegando il progetto di mappatura on-line, le proprie esperienze di viaggio e la bellezza del camminare, attraverso letture e proiezioni.

Perché andare a piedi a Bruxelles?
Alla domanda Marco Saverio Loperfido risponde così sul suo profilo Facebook:
Noi saremmo pure andati a Roma, in effetti; ma purtroppo Roma ha smesso di essere la meta che fa per noi, lì non si prendono più decisioni fondamentali e noi abbiamo ancora l’ambizione di poter portare messaggi importanti.
Il vero centro, da quello che ci dicono, si trova più lontano, a Bruxelles, e dunque ci tocca incamminarci per ben 2400 km.
Sicuramente vi starete chiedendo: ma perché non spedire questi messaggi per mail? Ecco, proprio questa è la nostra presunzione, cioè pensare che a volte la forma riesca a plasmare i contenuti e che un messaggio, proprio perché portato a mano con un viaggio di sei mesi alle spalle, diventi lentamente più autorevole agli occhi di chi dovrebbe leggerlo.
Non solo. Sarà lo stesso messaggio a prendere forma insieme al cammino, perché in questo tempo ci imbatteremo in persone e associazioni, e chiederemo a chi opera per il proprio territorio di dirci quale messaggio vogliono che arrivi a Bruxelles grazie a noi.
Saremo dei postini, ma dei postini di una volta, che vanno di casa in casa, di paese in paese, molto lentamente, a raccogliere le riflessioni di chi veramente conosce ciò di cui parla: i boschi, lo stato delle strade di campagna, dei fiumi, dei torrenti; passeremo da chi conosce il vero motivo per cui la tutela del paesaggio è, per adesso, solo una vuota e retorica frase; da chi conosce l’inghippo burocratico per cui non riesce a fare ciò che dovrebbe per il proprio paese o frazione; da chi, volontariamente, ripulisce i rifiuti delle discariche abusive e vi saprà spiegare esattamente il malsano processo per cui deve ritornare ogni anno di nuovo a ripulire.
Noi dunque porteremo a piedi a Bruxelles tutti i detriti che il nostro scorrere a valle verso di lei racimolerà.

Lo facciamo anche per sentirci noi stessi più europei.
D’altronde, se un’idea di Europa si è formata nel tempo, e oggi è possibile spenderla, è perché per centinaia di anni il Vecchio Continente è stato percorso in lungo e in largo da mercanti, pellegrini e artisti. E come hanno viaggiato perlopiù costoro? A piedi.
A piedi si riesce a capire veramente come un dialetto si trasformi in un altro e infine cambi in lingua;
a piedi si comprende cosa crea la continuità, come un paesaggio sfumi nell’altro e perché quel fiume o quella strada abbiano cementato insieme, come fanno le radici per un terreno, quelle genti così lontane tra loro e dunque differenti. Avreste mai immaginato che non è la velocità a unire, bensì la lentezza?
