direttiva Case Green

Direttiva Case green approvata, ecco le misure

in Abitare|News
Direttiva Case green approvata, ecco le misure ultima modifica: 2024-05-20T06:23:06+02:00 da Marco Grilli
da

La direttiva Case green, approvata in via definitiva dall’Unione europea, mira a ridurre il consumo energetico e le emissioni nel settore edilizio

La direttiva Case green (2024/1275), già approvata in via definitiva dal Parlamento europeo e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (Ue) lo scorso 8 maggio, è ufficialmente una nuova legge comunitaria.

La revisione di questa norma sulla prestazione energetica nell’edilizia punta a ridurre progressivamente le emissioni di gas serra ed i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030, con l’obiettivo di pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Tutto ciò avverrà anche tramite la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori ed una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico.

Il commento

La direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia mostra chiaramente come la politica climatica possa avere benefici reali e immediati per le fasce di popolazione più vulnerabili della nostra società. Questa legge contribuirà a ridurre le bollette energetiche e ad affrontare le cause profonde della povertà energetica, offrendo nel contempo migliaia di posti di lavoro locali di alta qualità in tutta l’economia europea. Nonostante la direttiva sia il pezzo finale del più grande puzzle che è il ‘Pronti per il 55%’, ciò non ne diminuisce l’importanza. Contrastando il 36% delle emissioni di CO2 dell’Europa, aggiunge un pilastro assolutamente essenziale al Green Deal europeo. Il risultato di oggi dimostra che il Parlamento continua a sostenere un Green Deal che garantisca, nella stessa misura, equità e ambizione”, ha dichiarato il relatore Ciarán Cuffe (Verdi/Alleanza Libera Europea).

Cambiamo Agricoltura, il Green Deal non è la causa della crisi

Il contesto

Il 75% degli edifici dell’Ue è ancora inefficiente sul piano energetico, tanto che quest’ultimi sono responsabili del 40% del consumo finale di energia nell’Unione e del 36% delle emissioni di gas ad effetto serra associate all’energia. Due terzi dell’energia consumata per riscaldare e raffrescare gli edifici provengono ancora da combustibili fossili.

Per il riscaldamento degli edifici residenziali si ricorre in primis al gas naturale (39% del consumo energetico totale), seguito dal petrolio (11%) e dal carbone (3%). Due obiettivi fondamentali a livello comunitario, la riduzione della povertà energetica e delle emissioni di gas ad effetto serra, non possono dunque prescindere da una maggiore efficienza energetica (con riduzione dei consumi) e dall’utilizzo delle fonti rinnovabili nel settore dell’edilizia.

La riduzione del consumo energetico e il maggior utilizzo di energia da fonti rinnovabili, in particolare l’energia solare, rappresentano inoltre strumenti fondamentali per ridurre la dipendenza energetica dell’Unione dai combustibili fossili in generale e in particolare dalle importazioni, promuovere la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, in linea con gli obiettivi stabiliti nel piano REPowerEU, per favorire gli sviluppi tecnologici e per creare posti di lavoro e sviluppo regionale, in particolare nelle isole, nelle zone rurali e nelle comunità non collegate alla rete”, si legge nel testo della direttiva.

World Energy Employment, cresce il lavoro nelle rinnovabili ma c’è carenza di competenze

L’efficienza energetica al primo posto è il principio guida di questa nuova norma, che mira ad introdurre rapidamente le tecnologie solari fotovoltaiche e termiche – anche in combinazione con lo stoccaggio di energia – per garantire benefici sia al clima che alle finanze di cittadini ed imprese.

Gli edifici sono inoltre responsabili di circa la metà delle emissioni del particolato fine (PM2,5) dell’Ue, causa di malattie e morti premature. Il miglioramento della prestazione energetica nell’edilizia servirà quindi a ridurre anche tali emissioni di inquinanti nocivi.

Per quanto concerne l’iter di questa importante norma comunitaria, la proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è stata presentata dalla Commissione europea il 15 dicembre 2021, nell’ambito del pacchetto “Pronti per il 55%”. La normativa europea sul clima del luglio 2021 ha infatti reso vincolanti gli obiettivi ambientali per il 2030 (riduzione interna netta delle emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990) e per il 2050 (neutralità climatica in tutti i settori dell’economia) per tutti i Paesi Ue.

La legislazione sulla prestazione energetica degli edifici è direttamente in linea con gli obiettivi e le proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFE), volti a migliorare l’indipendenza energetica e la sostenibilità dell’UE”, specifica l’Europarlamento.

Misure ed obiettivi 

La presente direttiva promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra provenienti dagli edifici all’interno dell’Unione per conseguire un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050”, si legge all’articolo 1 della direttiva.

Comunità energetiche rinnovabili, via libera dall’Ue al decreto

A tal fine ogni Stato membro stabilirà un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici. Ancora prima del grande obiettivo fissato al 2050, questa nuova norma stabilisce che tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030, mentre quelli nuovi occupati o di proprietà delle autorità pubbliche saranno chiamati a rispettare tale requisito dal 2028.

Spostando l’attenzione sull’obiettivo della graduale riduzione dei consumi energetici, per quanto riguarda gli edifici residenziali i Paesi Ue dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030, e di almeno il 20-22% entro il 2035.

Gli Stati membri sono chiamati inoltre a ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030, aumentando tale percentuale al 26 entro il 2033, con l’introduzione di requisiti minimi di prestazione energetica. “Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030”, chiarisce ancora il Parlamento europeo.

Un’altra importante novità riguarda il divieto di concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili a partire dal 2025. Incentivi finanziari saranno ancora possibili per i sistemi di riscaldamento che ricorrono ad una quantità significativa di energia rinnovabile, ad esempio quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico od una pompa di calore. In generale, gli Stati membri dovranno  predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento, tramite l’eliminazione graduale dei combustibili fossili entro il 2040.

Buoni propositi per il 2024, evitare i combustibili fossili per arginare l’emergenza climatica

La direttiva Case Green prevede alcune esenzioni poiché non sarà applicata agli edifici agricoli e storici. I Paesi comunitari potranno inoltre escludere dalla direttiva gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, quelli di proprietà delle forze armate, i fabbricati temporanei, le chiese ed i luoghi di culto.

La direttiva prevede anche misure per: le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la predisposizione degli edifici all’intelligenza; lo scambio dei dati e l’istituzione di un sistema di certificazione energetica degli edifici.

Incentivi finanziari della direttiva Case green

“Gli Stati membri predispongono finanziamenti, misure di sostegno e altri strumenti consoni per affrontare le barriere di mercato al fine di realizzare gli investimenti necessari individuati nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione degli edifici per trasformare il loro parco immobiliare in edifici a emissioni zero entro il 2050”, si legge all’articolo 17 della direttiva.

I Paesi Ue dovranno far sì che le procedure di domanda e concessione di finanziamenti pubblici siano agevoli e semplificate e valuteranno se affrontare gli ostacoli relativi ai costi iniziali delle ristrutturazioni.

Nella direttiva si legge che “gli Stati membri usano all’insegna dell’efficacia dei costi i finanziamenti nazionali e i finanziamenti disponibili stabiliti a livello dell’Unione, in particolare il dispositivo per la ripresa e la resilienza, il Fondo sociale per il clima, i fondi della politica di coesione, InvestEU, i proventi delle aste per lo scambio di quote di emissioni in applicazione della direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e altre fonti di finanziamento pubblico”, si legge nella direttiva.

Energia rinnovabile, la Tasmania è il primo stato australiano interamente alimentato da energia pulita

Gli Stati membri promuovono inoltre lo sviluppo e l’uso efficaci di strumenti d’investimento e di finanziamento abilitanti, quali prestiti per l’efficienza energetica e mutui ipotecari per la ristrutturazione degli edifici, contratti di rendimento energetico, incentivi fiscali ecc.

Infine, la direttiva richiama i Paesi Ue a promuovere e semplificare il ricorso ai partenariati pubblico-privato ed a mettere a disposizione del pubblico le informazioni sugli strumenti d’investimento e di finanziamento disponibili. Gli incentivi finanziari sono destinati in via prioritaria alle famiglie vulnerabili, alle persone in condizioni di povertà energetica ed a quelle che vivono in alloggi di edilizia popolare.

Le case green costruiranno un’Europa più verde.

[Credits foto: europarl.europa.eu]

Direttiva Case green approvata, ecco le misure ultima modifica: 2024-05-20T06:23:06+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Abitare

Go to Top