Il 2017 è stato dichiarato dall’ONU l’Anno Internazionale del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo, per favorire l’ambiente e le economie in difficoltà. Che cosa significa? Vuol dire viaggiare nel rispetto del pianeta che ci ospita, tenendo conto, ogni volta che si visita un territorio, delle sue specificità, così da permetterne lo sviluppo economico, sociale e ambientale dei paesi più poveri.
Lo sviluppo sostenibile è un preciso dovere che ciascuno di noi dovrebbe impegnarsi ad assolvere: si tratta di uno sviluppo «capace di rispondere ai bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai propri», come afferma la Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree protette. Ne va non solo della tutela ambientale, ma anche dell’equità sociale.
Questa crescita comporterebbe la protezione delle risorse di ogni territorio a favore delle generazioni future: uno sviluppo economico di vitale importanza, uno sviluppo sociale giusto e onesto, di cui si sente davvero impellente il bisogno.
Il turismo, infatti, dovrebbe smettere di essere poco rispettoso dei territori, e diventare un’opportunità anziché un problema: questo è il motivo per cui l’ONU ha stabilito, nel dicembre 2015, che il 2017 sarebbe stato l’Anno Internazionale del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo.
Il settore turistico genera ogni anno un fatturato di circa due miliardi di dollari: questi capitali dovrebbero essere investiti per il benessere di ambiente e popolazioni in difficoltà. Invece, a causa del turismo selvaggio, si devono utilizzare per limitare i danni. Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, estratti da uno studio del 2015 aggiornato a novembre 2016, i turisti del vecchio continente consumano, ogni giorno di vacanza, tre/quattro volte l’acqua che consumerebbero normalmente a casa loro. Inoltre, sempre secondo questo studio, il trasporto aereo dell’Unione Europea sarebbe una delle sfere maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. È evidente come tutto questo sia invasivo e non favorisca né lo sviluppo economico e sociale dei paesi più in difficoltà, né il benessere del pianeta.
Il concetto di turismo sostenibile è stato introdotto nel 1988, e poi ridefinito nel 1992, durante il Summit della Terra a Rio de Janeiro e dal 6° programma comunitario di azioni per lo sviluppo sostenibile: indica un modo di viaggiare rispettoso, che non altera l’ambiente circostante e non ostacola lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche. Il turismo sostenibile vuole restituire un senso profondo al viaggio: quello di dedicare del tempo alla scoperta e all’incontro di altre persone, di altri luoghi, e di trarre ricchezza da questo contatto, in uno scambio reciproco.
Un obiettivo fondamentale del turismo sostenibile è quello di tutelare e valorizzare i patrimoni naturali e culturali, per il turismo e attraverso il turismo, e di proteggerli. Per questo sarebbe auspicabile regolare e ridurre le attività a impatto negativo per le risorse idriche e quelle che usano energie non rinnovabili, creando rifiuti e rumore.
Invece, si dovrebbero definire sistemi che consentano allo sviluppo turistico di contribuire alla conservazione, alla manutenzione e alla valorizzazione del patrimonio naturale, culturale, storico, anche attraverso un programma di contribuzione volontaria che coinvolga i visitatori.
Un altro obiettivo fondamentale del turismo sostenibile è quello di proporre un’esperienza di elevata qualità a tutti i visitatori, in tutti gli aspetti della loro visita e, in particolare, andare incontro ai bisogni particolari di visitatori svantaggiati: ci sono, infatti, alcuni tipi di clientela spesso ignorati dall’offerta turistica, come ad esempio i portatori di handicap, le persone malate o in convalescenza, i giovani, e la clientela con un basso reddito.
Queste le parole del segretario generale dell’UNWTO (United Nations World Tourism Organization) Taleb Rifai:
La dichiarazione delle Nazioni Unite del 2017 come anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo è un’occasione unica per promuovere il contributo del settore del turismo ai tre pilastri della sostenibilità: economico, sociale e ambientale, e di risvegliare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle reali dimensioni di questo importante settore che spesso è sottovalutato
Cominciamo dunque a intraprendere la strada del turismo sostenibile, se non l’abbiamo ancora fatto, per il nostro bellissimo pianeta: la consapevolezza delle ricchezze naturali e culturali, e i sistemi volontari di protezione di esse ci renderanno persone maggiormente felici, in armonia con gli altri e con la Terra che ci ospita.
Cara Mariangela. Il “programma di contribuzione volontaria che coinvolge i visitatori” è parte integrante del modello di business chiamato albergo diffuso. Malgrado questo, a onor del vero, non tutti gli alberghi diffusi applicano questo programma nella loro pratica quotidiana. O meglio, mentre alcuni alberghi diffusi lo applicano, altri non praticano nemmeno la raccolta differenziata dei rifiuti, causa la cecità delle rispettive amministrazioni locali o a seguito della loro inerzia. L’Ospitalità Sostenibile ha molte luci e ombre. Certo sarebbe bello unire le forze fra tutti noi più attenti e vigili per rendere più sostenibile quello che oggi lo è …. abbastanza e per “dare la sveglia” a chi non sembra capire l’importanza di tutelare le risorse che ci danno letteralmente da vivere: aria, acqua, terra, …