Il complesso rapporto tra uomo e acqua rappresentato nel Comune di Acquaviva delle Fonti grazie al progetto I pozzi parlanti. Luoghi dell’acqua e della Terra
Acque sotterranee, il futuro del Pianeta scorre sotto di noi
A volte niente meglio di un nome è in grado di identificare perfettamente una persona, un oggetto o un luogo; è il caso di Acquaviva delle Fonti (Bari) dove di acqua ce n’è tanta, anche se non sempre si vede. La città infatti deve il suo nome a una grande falda. La sua abbondante disponibilità di acqua ha permesso negli anni passati lo sviluppo di una florida agricoltura. Per secoli i pozzi della città hanno abbeverato le popolazioni di paesi vicini e lontani. Ma come molto spesso accade, dall’inizio del Novecento, il mondo fatto di macchine per la captazione dell’acqua nel sottosuolo, i pozzi, le ‘ngegne – così venivano chiamate le norie, ruote idrauliche che sfruttano la corrente di un corso idrico – e anche le pratiche magiche come la rabdomanzia sono pian piano andate in disuso con la realizzazione dell’acquedotto pugliese. Il complesso rapporto tra uomo e acqua sarà rappresentato da fine gennaio nel comune di Acquaviva delle Fonti grazie al progetto “I pozzi parlanti. Luoghi dell’acqua e della Terra”.
L’iniziativa intende far riscoprire le tracce della civiltà passata legata alla presenza dell’acqua nel sottosuolo, anche attraverso un viaggio conoscitivo sul tema dell’acqua declinato sia a livello locale che globale. Nei vicoli del centro storico, i visitatori potranno vivere un percorso ricco di installazioni multimediali e di tappe presso i pozzi antichi della città. L’itinerario, facile da scoprire grazie all’app gratuita Acquaviva, termina all’interno della farmacia settecentesca in Piazza dei Martiri, dove una serie di filmati ripercorrono nella storia il rapporto fra territorio e acqua.
L’iniziativa è nata da un’idea di Daniele Trevisi ed è stata realizzata da Leonardo Sangiorgi, fondatore del gruppo di ricerca artistica di Milano Studio Azzurro, che per l’occasione ha inaugurato l’opera “Ve(de)re da pozzo”, un parallelepipedo di luce posizionato a fianco del pozzo che si trova all’interno del cortile di Palazzo de Mari. Il visitatore può vedere un pozzo virtuale, inteso come una sorta di lanterna magica che racconta storie passate di uomini e acqua.
Un itinerario che vale la pena vivere per ricordarsi quanto “l’oro blu”, in tutte le sue forme, sia sempre stato fondamentale, ma mai scontato, e comprendere quanto delicato e fondamentale possa essere il legame che ci unisce a esso, in tutti gli aspetti della nostra vita.