Fare la scarpetta ha i suoi risvolti positivi, uno tra questi è che con essa non si spreca cibo. Una campagna cinese cerca di diffonderla tra la popolazione
Un recente rapporto della FAO ha evidenziato che il 54% degli sprechi alimentari avviene “a monte”, cioè nella fase di produzione, raccolta e immagazzinamento; il restante 46% avviene invece “a valle”, nella fasi di trasformazione, distribuzione e consumo. Lo spreco a livello produttivo si evidenzia maggiormente nei Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi a medio e alto reddito, maggiore è lo spreco al dettaglio.
Più si va avanti nella catena e più grave diventa il problema dello spreco: se infatti il prodotto va buttato quando è pronto al consumo, di esso verranno sprecate tutte le fasi precedenti, dalla produzione alla distribuzione, con notevoli costi ambientali che si aggiungono a quelli di smaltimento del rifiuto. Risulta dunque fondamentale un’inversione di tendenza da parte di tutti gli anelli della catena alimentare, dalla materia prima al consumatore finale: bastano semplici misure da parte di tutti per poter ottenere notevoli vantaggi da ogni punto di vista, etico, energetico, ambientale.
Qualche semplice esempio?
Frigoriferi condivisi: un’idea per evitare lo spreco di cibo e aiutare le persone in difficoltà
Basterebbe comprare quello che serve, man mano, e destinare alla dispensa alimenti di cui siamo certi della lunga conservazione.
Basterebbe non farsi allarmare dalla data di scadenza impressa sui prodotti confezionati, che nella maggior parte dei casi è un suggerimento di consumo e quindi non un obbligo (se non lo si rispetta non si rischia l’intossicazione!).
Oltre all’ambiente, ne guadagnerebbe pure il nostro portafoglio.

E allora… Riscopriamo la scarpetta, non solo come atto godurioso, ma anche come amica dell’ambiente!

[…] la fine degli anni ’90, e l’avvento di una mentalità orientata al riciclo, al riuso e alla riduzione degli sprechi ha iniziato a instillare qualche cambiamento quantomeno nelle nuove generazioni, grazie anche […]