7 days of garbage è il progetto di Gregg Segal che immortala gli individui con la spazzatura che producono per sensibilizzare al problema del costante aumento della quantità di rifiuti procapite
7 days of garbage, ovvero siamo consapevoli della quantità di rifiuti che produciamo in una settimana?
Il problema della sovrapproduzione di immondizia è attualissimo a livello globale non solo nel nostro Paese, dove la quantità di rifiuti prodotti negli ultimi trent’anni è cresciuta esponenzialmente, grazie anche alla comparsa di milioni di RAEE.
Questi “nuovi” rifiuti, cioè le apparecchiature elettriche ed elettroniche non funzionanti, in passato erano presenti in quantitativi modesti, o non esistevano del tutto (pensiamo ai telefoni cellulari) mentre oggi sono i principali responsabili, insieme ai prodotti usa e getta di cui ci circondiamo troppo spesso, dell’incremento esponenziale dei nostri rifiuti.
A suon di spazzatura, quando il rifiuto si fa musica
Se si continua a parlare meramente di cifre gli individui non si rendono conto di cosa davvero significhi. A far prendere coscienza della problematica da non sottovalutare, ci ha pensato un fotografo californiano. Gregg Segal comunicandolo senza mezzi termini, in modo che tutti possano diventare consapevoli di quanta spazzatura produciamo continuamente.
“I wanted to go for the jugular” ha commentato così il suo progetto fatto di immagini, che saltano all’occhio per l’aspetto crudo e reale.
Il lavoro si chiama “7 days of garbage”, poiché le persone chiamate a far parte del progetto dovevano conservare la loro spazzatura per 7 giorni e portarla per essere fotografata insieme a loro che l’avevano prodotta.
Bambini, adulti, famiglie tutti sdraiati nella loro immondizia settimanale, con tre possibili sfondi: acqua, spiaggia e foresta.
Danzare in un mare di plastica. Quando l’inferno si mischia al paradiso per salvare il mare
E se fossimo noi a sdraiarci nella nostra? Ci renderemmo più conto di tutto ciò incessantemente che buttiamo?
Ricordiamoci che i rifiuti non esistono in natura, ma sono un’invenzione tutta umana.