Salviamo le api, non solo Greenpeace lancia una campagna per salvare le api dal rischio estinzione. Anche la Fondazione Slow Food si è attivata per preservare la vita di questo insetto indispensabile per il nostro habitat.
Per fare un prato bastano
un trifoglio, un’ape;
un trifoglio, un’ape
e un sogno.
Può bastare il sogno
se le api sono poche.
Scriveva così Emily Dickinson, forse già immaginando che le api sarebbero progressivamente venute meno. In effetti, si sta alzando da tutto il mondo il grido di allarme legato alla sopravvivenza di questo insetto fondamentale per il pianeta. Per la maggior parte delle persone le conoscenze sulle api sono legate al loro principale prodotto, il miele. Ed anche sul miele si sa generalmente molto poco: lo producono le api, è un liquido ambrato, appiccicoso, dolce e che fa bene alla salute. In realtà, il miele è il risultato di un rapporto articolato e complesso tra le api e il loro ambiente ed anche lui è preziosissimo per il benessere del pianeta.
Alcune settimane fa, Greenpeace ha pubblicato un nuovo report, “Il bottino avvelenato”, sulla situazione delle api in Europa: lo studio è il più vasto nel suo genere a livello europeo in termini di aree geografiche interessate e numero di campioni prelevati simultaneamente, con oltre 100 campioni di polline provenienti da 12 Paesi. In totale sono state individuate 53 diverse sostanze chimiche: lo studio ha accertato una diffusa contaminazione agrochimica nel polline stesso, fondamentale nutrimento per le api e molti altri insetti. Ben 17 campioni di polline già stoccato su 25 sono risultati contaminati da almeno 1 dei 17 pesticidi rilevati; nel polline in ingresso invece sono stati trovati 53 pesticidi: almeno uno di essi era presente in 72 campioni su 107.
Gufi e anatre al posto dei pesticidi, a scacciare i parassiti ci pensa la natura
Il rapporto conferma i risultati di un recente studio dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che evidenzia vaste lacune conoscitive sulla salute delle api e degli impollinatori in genere, tra le quali gli effetti dei “cocktail di pesticidi” a cui sono esposti, e invita l’Ue e i governi nazionali a colmare queste lacune con ulteriori indagini scientifiche.
Come al solito, l’Italia ha fatto la parte del leone, in negativo. Oltre ad essere il Paese europeo con il maggior uso di insetticidi, ha ottenuto anche la più ampia gamma di molecole contaminanti nei suoi pollini, specialmente in prossimità dei vigneti.
In generale, in Europa non va meglio: la mortalità delle colonie di api si è attestata intorno al 20%, mentre negli Stati Uniti la moria, lo scorso inverno, ha superato la percentuale del 40%.
In particolare, risultano altamente nocivi o letali gli insetticidi oggi più utilizzati al mondo su quasi tutte le colture, i neonicotinoidi. Oltre ad essere stati vietati solo in parte e per periodi limitati, essi possono essere sostituiti da altri prodotti che non sono certamente meno pericolosi. Lo spandimento di pesticidi, che è l’aspetto su cui si potrebbe intervenire in modo più efficace con misure adeguate, è il fattore che amplifica ed esaspera gli altri squilibri. I divieti per certi prodotti dovrebbero quindi essere permanenti e dovrebbero comprendere una vasta gamma di insetticidi e pesticidi, aumentando allo stesso tempo i finanziamenti alla ricerca e allo sviluppo di pratiche agricole ecosostenibili.
Numerose sono le iniziative per salvaguardare il nostro “patrimonio giallo-nero”. Non solo Greenpeace, con la campagna “Salviamo le api”, è in prima linea per la difesa delle api, ma, ad esempio, anche la Fondazione Slow Food, insieme a Unaapi, sta portando avanti una campagna a tutela delle api e per bandire i pesticidi killer. L’associazione Turincity, invece, oltre a condividere le campagne contro l’uso dei pesticidi, promuove un’attività di diffusione della conoscenza del problema della moria delle api e di raccolta fondi finalizzata all’impianto ed al mantenimento di nuovi alveari mediante una campagna pubblicitaria denominata “Salviamo le api: adotta anche tu un alveare”.
Angelina Jolie ricoperta di api per tutelare la specie dall’alto rischio di estinzione
L’attività di comunicazione verrà svolta mediante una capillare distribuzione di materiale informativo presso gli esercizi commerciali, dove sarà possibile effettuare la propria donazione, nonché mediante la creazione di “Punti APE” dove sarà effettuata la raccolta fondi accompagnata da una degustazione dei vari tipi di miele e dove sarà possibile ricevere da apicoltori professionali una approfondita informazione sulla cultura dell’apicoltura e sulle minacce contemporanee. I fondi raccolti saranno destinati all’acquisto di nuove arnie per ospitare nuove famiglie di api il cui miele sarà destinato ad alimentare una vera e propria catena di solidarietà a favore della popolazione delle api.
🐝 Aiuta anche tu le api, clicca qui 🐝