Ultima tendenza in fatto di bellezza e cura del corpo cosiddetta “naturale” è avvalersi degli animali. Ho provato per voi una di queste pratiche, forse la più diffusa e la più a buon mercato, la fish pedicure.
La fish pedicure è un trattamento estetico che ormai spopola in tutto il mondo viene spacciato per naturale in quanto si avvale di pesciolini lunghi al massimo 10 cm che si nutrono di cellule morte.
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I Garra Rufa, questa la denominazione degli estetisti subacquei, sono pesci di acqua dolce e quelli impiegati in Italia arrivano perlopiù dalla Turchia.
In questi centri estetici che sorgono sempre più numerosi vengono tenuti in vasche per prendersi cura di piedi e mani dei clienti eseguendo peeling e micro-massaggi. La peculiarità dei Garra Rufa oltre che ingerire le nostre pellicine aspirandole, è quella di rilasciare un particolare enzima che rende la pelle più morbida.

Mi sono sottoposta al trattamento in una località turistica greca nell’isola di Lefkada. Ho atteso il mio turno insieme a orde di turisti elettrizzati provenienti da tutta Europa. La titolare mi ha fatto lavare piedi e polpacci con sapone e me li ha fatti immergere in una di queste vasche. Dapprima i pesci sono sembrati diffidenti poi a poco a poco hanno preso confidenza ed hanno iniziato il loro lavoro. Con una sorta di micro-massaggio hanno cominciato ad aspirare le cellule morte dei miei piedi.
Il trattamento è durato 20 minuti. Non è stato doloroso anzi direi piacevole e divertente. Allo scadere del tempo mi è stata applicata una crema all’aloe vera. Il risultato è stato soddisfacente. La mia pelle è risultata più morbida e vellutata ed anche le gambe sembravano più leggere per l’attivazione della micro-circolazione ad opera del massaggio dei pesci.

Il tutto al prezzo di 10 euro. Soddisfatta sì ma con un po’ di amaro in bocca al pensiero dei pesci rinchiusi in quegli acquari. Forse tenuti a stecchetto per invogliarli a compiere il proprio dovere. Senza considerare che allo stato naturale si nutrirebbero certamente di alghe e non delle nostre pellicine.
La questione è alquanto controversa e il dibattito ancora aperto principalmente sotto due punti di vista: quello etico, che riguarda gli animali; e quello sanitario, che coinvolge invece chi si sottopone ai trattamenti.
I pesci sono sradicati dal loro habitat naturale mentre gli avventori potrebbero contrarre malattie contagiose. Proprio per motivi di sicurezza ed igiene, al centro in cui mi sono rivolta hanno applicato tutte le precauzioni del caso (filtri, disinfettanti, luce ultravioletta, ricambio dell’acqua). Fatto sta che mentre in alcune nazioni la fish pedicure è molto popolare (Asia Orientale) in altre come la Svizzera tale pratica è stata vietata. In Italia da anni il caso è stato sollevato dalle associazioni ambientaliste ma nulla si è mosso.
Ritornando alla mia prova, vi posso assicurare, che si tratta di un’esperienza unica e stravagante. Tuttavia conosco delle brave estetiste che raggiungono risultati migliori attraverso trattamenti sì tradizionali e magari noiosi ma certamente cruelty-free.
