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Dogs for turtles, in Toscana arrivano i cani per individuare i nidi delle tartarughe marine

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Dogs for turtles, in Toscana arrivano i cani per individuare i nidi delle tartarughe marine ultima modifica: 2023-09-21T07:46:11+02:00 da Marco Grilli
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I Dogs for turtles sono cani addestrati che aiuteranno a trovare i nidi delle tartarughe marine in Toscana, il progetto vede come capofila il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa

Il 2023 è stato un anno da record per la nidificazione delle tartarughe marine in Italia. Stando ai dati disponibili al 31 luglio, sono ben 293 i nidi di Caretta caretta ritrovati e messi in sicurezza lungo le spiagge italiane, un numero destinato a salire e già più che doppio rispetto all’anno precedente.

In Toscana i nidi registrati sono 22, ovvero il quadruplo rispetto al 2022. “Questa espansione dell’areale di nidificazione sembra essere correlata ai cambiamenti climatici, con temperature del mare generalmente maggiori, ma anche a una migliore gestione della pesca (qualità del pescato e minore mortalità degli adulti) e, nel complesso, condizioni migliori per la nidificazione”, specificano dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, ente capofila del progetto che si prepara a schierare i Dogs for turtles lungo gli arenili regionali, ovvero cani adeguatamente addestrati, pronti ad individuare e monitorare i nidi di Caretta caretta.

I numeri da record ed il progetto LIFE Turtlenest

La classifica regionale delle nidificazioni nel 2023 vede in testa la Sicilia (105), seguita da Calabria (86), Campania (43) e Puglia (24). Le cifre sono state fornite da Legambiente sulla base dell’elaborazione dei dati di Tartapedia, che riceve le segnalazioni delle varie associazioni impegnate sul territorio.

Grandi soddisfazioni si sono avute anche nel centro-nord del Paese, con aumenti notevoli registrati proprio in Toscana, in particolare all’Isola d’Elba, e nel Lazio lungo il litorale romano. Exploit del tutto insoliti per queste aree, che dimostrano però come il cambiamento climatico ed il surriscaldamento delle acque stiano spingendo l’areale delle tartarughe marine verso il Mediterraneo occidentale.

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Si conferma dunque un trend positivo. “Dopo un leggero rallentamento registrato lo scorso anno che ha interessato tutto il Mediterraneo, questa estate è ripresa decisa la corsa delle tartarughe marine verso latitudini più settentrionali spinta dal cambiamento climatico che ha causato un significativo aumento della temperatura rendendo adatti alla deposizione ambienti che solo qualche anno fa erano troppo freddi per questi splendidi rettili”, ha spiegato Sandra Hochschied, ricercatrice della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e responsabile scientifico del progetto europeo LIFE Turtlenest.

La sempre maggiore presenza delle tartarughe marine nel Mediterraneo occidentale, e quindi anche in Italia, reclama la necessità di adeguate misure di conservazione. “Per fortuna si sta diffondendo la consapevolezza che il ritrovamento di un nido di Caretta caretta è una buona notizia non solo dal punto di vista della biodiversità ma anche dal punto di vista socio economico. Ne è testimonianza il fatto che molte località stanno costruendo la loro identità intorno alla presenza della tartaruga marina”, spiega Stefano Di Marco, Project Manager di LIFE Turtlenest.

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Questo progetto, cofinanziato dallUnione Europea attraverso il programma LIFE e coordinato da Legambiente, mira proprio al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, mediante le attività di monitoraggio e messa in sicurezza dei nidi, la ricerca scientifica e le campagne di informazione e sensibilizzazione

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Le principali misure di salvaguardia consistono nell’estensione dei siti Natura 2000 già esistenti e nell’istituzione di nuovi siti laddove la nidificazione della Caretta caretta risulta ricorrente, il tutto con la fondamentale collaborazione delle amministrazioni locali che possono fare molto “per disincentivare l’uso dei mezzi meccanici per la pulizia delle spiagge, disciplinare i ripascimenti delle spiagge e limitare l’inquinamento acustico e luminoso che rappresentano una minaccia sia durante la fasi di deposizione che di schiusa”, chiarisce ancora Di Marco.

I Dogs for turtles in Toscana

Il fenomeno dell’aumento dei nidi di Caretta caretta ha comportato un’intensificazione delle attività di monitoraggio, coordinate dalla Regione grazie all’Osservatorio toscano della biodiversità. Come già accennato, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa è l’ente capofila e coordinatore di uno specifico progettoche prevede il monitoraggio delle tracce e della nidificazione delle tartarughe, la gestione dei nidi e la verifica del materiale all’interno della camera del nido a seguito delle ultime nascite e della conseguente emersione”.

Si tratta di un progetto importante e ambizioso a cui collaborano altri partner, tra questi: l’ARPAT; i Dipartimenti di Biologia dell’Università di Firenze e di Scienze Ambientali dell’Università di Siena; l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana; il WWF Alta Toscana; Legambiente Arcipelago, Pisa e Versilia.

Da alcuni mesi si segnala inoltre una novità interessante e quanto mai originale. Ci stiamo riferendo proprio ai Dogs for turtles, i simpatici cani addestrati a fornire il loro aiuto alle tartarughe marine. Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa ha avviato infatti una collaborazione con le Unità cinofile K9 dell’Associazione nazionale dei Vigili del Fuoco volontari, con l’obiettivo “di formare operatori e cani al fine di riconoscere e trovare eventuali nidi sfuggiti ai monitoraggi classici, effettuati ricercando le tracce lasciate dalle tartarughe sulle spiagge in seguito alla nidificazione”.

Al momento si sta lavorando all’addestramento di quattro cani e alle Unità cinofile sono stati forniti gusci di tartaruga marina Caretta caretta dell’anno precedente. Si punta quindi a sfruttare lo straordinario olfatto di questi cani molecolari già impiegati sia nell’anti-droga per il riconoscimento delle sostanze stupefacenti, sia in contesti di protezione civile come in caso di calamità naturali, vista la loro straordinaria capacità di ritrovare persone rimaste intrappolate o disperse.

Per completare l’addestramento, che fin qui ha previsto l’utilizzo di uova surgelate e non fecondate, i cani devono riuscire a familiarizzare anche con gli odori della sabbia fresca scavata e delle uova appena deposte. Il progetto si sta dirigendo in tal senso. “I dati raccolti tramite i monitoraggi andranno a confluire nel progetto LIFE Turtle Nest, che prevede, tra i vari obiettivi, quello di uniformare i protocolli di utilizzo dei cani nel monitoraggio dei nidi”, specifica in una nota il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa.

Questo progetto testimonia ancora una volta il valore del migliore amico dell’uomo. In fondo, come scrisse Lord Byron, “il cane possiede la bellezza senza vanità. La forza senza l’insolenza. Il coraggio senza la ferocia. E tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi”. Come dargli torto.

[Credits foto, Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa]

Dogs for turtles, in Toscana arrivano i cani per individuare i nidi delle tartarughe marine ultima modifica: 2023-09-21T07:46:11+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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