Elemental, il nuovo film Disney Pixar, è una storia di formazione e commedia romantica che ha per protagonisti i quattro elementi naturali
La vita sul nostro mondo deriva dall’equilibrio dei quattro elementi. Questo era quanto si credeva in diverse cosmogonie in Occidente e in Oriente. Secondo queste concezioni dal Caos primordiale si è formato l’Universo ordinato e governato dalle personificazioni dei quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco. In Occidente questo pensiero è stato portato avanti grazie a pensatori come Platone e Pitagora. Per il primo essi erano la personificazione delle divinità Zeus (fuoco), Ade (terra), Era (aria) e Persefone (acqua) e il loro equilibrio rappresentava la Natura in continua evoluzione.
The Fire Within – I vulcani di Werner Herzog al 40° Torino Film Festival
Per il matematico, invece, potevano essere inclusi nella tetraktys, ossia una successione numerica disposta su di un triangolo equilatero. Alla sommità c’era il fuoco (ossia l’indiviso, il padre-madre); l’acqua (gli opposti complementari); l’aria (la misura dello spazio e del tempo) e alla base la terra (la solidità). Questo triangolo è composto da dieci punti, ossia il numero dell’Universo. Questo equilibrio è presente, sempre secondo gli antichi, anche nel corpo umano. Per essi c’erano diversi umori corrispondenti ai quattro elementi (dette “bili”) nei quali lo squilibrio provocava la malattia. Uno squilibrio può portare, ad esempio, ad un carattere collerico piuttosto che flemmatico, ecc.
Naturalmente la cultura di massa è rimasta affascinata, rielaborando (e anche semplificando) questi antichi concetti. Si pensi, per esempio, ai Fantastici 4, personaggi della Marvel Comics i cui poteri sono palesemente ispirati ai quattro elementi. Nella serie anime Avatar – La leggenda di Aang (2005 – 2008) – da cui è stato tratto il film L’ultimo dominatore dell’aria (2007) di M.Night Shyamalan – si narra di una guerra centenaria fra quattro nazioni, ognuna corrispondente ad un elemento. E se questi elementi fossero vivi e non solo delle manifestazioni del nostro universo e carattere?
«E se gli elementi avessero delle emozioni?» L’ispirazione che muove da anni la Pixar Animantion Studio è pressoché costante. La domanda non cambia mai, ma il soggetto sì. La risposta a tutte queste domande sono una serie di film che rielaborano il classico principio della favola. I suoi protagonisti, apparentemente senz’anima, portano avanti – con le proprie peculiarità – sentimenti e sensazioni propriamente umane. Sono assolutamente liberi di esprimerle proprio per la loro natura altra che li liberano dalle convenzioni della società. I personaggi dei film Pixar vivono in un mondo in cui vigono delle leggi proprie, una propria società, una propria etica. Vivendo, emozionandosi, da anni fanno lo stesso anche con noi spettatori.
Avatar: la via dell’acqua – Il ritorno a Pandora per la salvaguardia degli oceani
Un viaggio che va da Toy Story – Il mondo dei giocattoli di John Lasseter (1996) a Elemental di Peter Sohn in sala a partire dal 21 giugno. Il film è stato anche la pellicola di chiusura della 76 edizione del Festival di Cannes.
In Elemental si uniscono i quattro elementi e la biografia del suo regista. Infatti tutto parte dal ricordo della sua famiglia che è emigrata negli Stati Uniti dalla Corea e ha aperto un alimentari nel Bronx. Allo stesso modo, nel film, i coniugi Lumen abbandonano la natia terra del Fuoco per cercare fortuna a Elemental City dove tutti gli elementi convivono. Qui, come i genitori di Sohn, aprono un alimentari. Qua nasce e cresce la loro figlia, Ember, destinata a portare avanti l’impresa. Tuttavia lei dovrà fare i conti con il suo pessimo carattere e con Wade, un ragazzo d’acqua.
A fronte di un risultato al botteghino piuttosto modesto (29,5 milioni di dollari il primo weekend), Elemental dimostra che la Pixar sa ancora raccontare delle storie che lasciano il segno. Non è un caso che il film al cinema sia introdotto dal cortometraggio con i personaggi di Up (Pete Docter, Bob Peterson). In esso ritroviamo il suo protagonista, Carl Fredricksen, il vedovo che nel 2009 ha intrapreso un viaggio avventuroso per realizzare il sogno che ha da sempre condiviso con la moglie. In L’appuntamento di Carl lo vediamo in difficoltà: non riesce a gestire la possibilità di incontrare un’altra donna dopo tanti anni. Non è in grado di lasciare andare i propri sentimenti, darsi una possibilità di essere felici senza sentirsi in colpa. Non potrebbe esserci una introduzione migliore per Elemental.
Vivere una vita in cui poter fare tesoro di quanto è stato insegnato dalla tua famiglia senza rinunciare a se stessi non è semplice. Ember è una giovane donna, estremamente impulsiva e cosciente che questo suo carattere le renderà difficile la vita. Non riesce ad affrontare un cliente senza una reazione di rabbia dalle conseguenze disastrose. Lo scontro è inevitabile e Ember questo lo sa bene. Non sa controllare i suoi sentimenti, cerca di allontanare costantemente la propria felicità perché quello che la renderebbe felice è convinta che farebbe infelici gli altri.
Nonostante di cognome faccia Lumen non esita ad accogliere il buio all’interno di sè. Lei è vita ma preferisce la morte del proprio io, anche di fronte a un sentimento nuovo e incomprensibile. Wade, che è il suo opposto, non si pone il problema. Facendo un facile gioco di parole egli è molto più fluido. Fuoco e acqua, rabbia e pianto, luce e buio: in tutto il film si gioca continuamente sulle contrapposizioni. Gli opposti non possono che ribollire, bruciare vividi come non mai, plasmarsi fino a diventare in qualche modo inseparabili.
