Alluvione Emilia Romagna

L’alluvione in Emilia Romagna e l’impegno delle organizzazioni animaliste

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L’alluvione in Emilia Romagna e l’impegno delle organizzazioni animaliste ultima modifica: 2023-05-29T06:49:54+02:00 da Marco Grilli
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La devastante alluvione in Emilia Romagna ha chiamato in causa pure le organizzazioni animaliste, intervenute prontamente per cercare di mettere in salvo gli animali colpiti

15 morti, oltre 23mila evacuati, circa 100 Comuni coinvolti, oltre sette miliardi di danni secondo le prime stime: sono i numeri impietosi della terribile alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna – in particolare le aree di Ravenna, Forlì e Cesena – ennesima testimonianza degli eventi meteo sempre più estremi e frequenti che colpiscono anche l’Italia, per effetto del cambiamento climatico in atto.

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L’alluvione in Emilia Romagna

“L’Emilia Romagna è tra le regioni in cui le percentuali di territorio potenzialmente allagabile e di popolazione esposta a rischio di alluvione per i tre scenari di pericolosità, risultano superiori rispetto ai valori calcolati alla scala nazionale”, ricorda l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra). Il territorio emiliano-romagnolo è stato interessato da due eventi in sequenza in meno di venti giorni con precipitazione cumulata mensile che ha superato i 450 millimetri in varie località. Dalla mezzanotte del 15 maggio al 17 maggio si è assistito all’esondazione di 21 fiumi e ad allagamenti diffusi in 37 Comuni, mentre complessivamente sono risultate attive un migliaio di frane, di cui circa 300 più rilevanti hanno interessato ben 54 Comuni.

Nonostante gli scenari di pericolosità, il paradosso è che il consumo di suolo nella regione colpita continua a salire a ritmi notevoli. Stando ai dati forniti dal Rapporto 2022 del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), l’Emilia Romagna è al quarto posto nella classifica regionale per valori percentuali più elevati di suolo consumato ed al terzo posto tra le regioni che hanno fatto registrare il maggiore incremento di consumo di suolo in ettari (+658). Emilia Romagna che torna sul gradino più basso del podio anche nella classifica regionale riguardante la maggior superficie di edifici rispetto al numero di abitanti, mentre Ravenna, città particolarmente colpita dall’alluvione, è seconda solo a Roma per maggior consumo di suolo dei Comuni italiani nel 2021, con circa 68 ettari in più.

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La terribile alluvione non ha risparmiato abitazioni private, strade ed infrastrutture, attività turistiche e produttive, su tutte l’agricoltura e l’ortofrutta.  Secondo Coldiretti sono state colpite oltre 5mila azienda agricole ed allevamenti. L’acqua che ha invaso i campi ha comportato la perdita di 400 milioni di kg di grano, mentre 10 milioni di alberi da frutto sono stati danneggiati irrimediabilmente e dovranno essere estirpati. In generale, il 42% della superficie agricola utilizzata è stata colpita dagli eventi alluvionali, con una prima stima di diminuzione della produzione lorda vendibile pari a oltre 1,5 miliardi di euro.

In grande sofferenza sono pure 250.000 animali allevati nelle stalle della Romagna. Il rischio è quello di perdere 50mila posti di lavoro nell’intera filiera. Al momento il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto con in primi aiuti, per uno stanziamento di oltre due miliardi di euro.

L’impegno delle organizzazioni animaliste

Lega anti vivisezione (Lav)

L’unità di emergenza della Lega anti vivisezione (Lav) è accorsa subito sui luoghi alluvionati per portare soccorso e aiuti urgenti agli animali colpiti dalla tragica emergenza. “Appena arrivati la maggior parte delle zone a rischio erano irraggiungibili e quando l’acqua iniziava a ritirarsi ciò che lasciava dietro di sé era un cumulo di fango e cadaveri di animali deceduti”, ha spiegato Beatrice Rezzaghi, responsabile unità di emergenza Lav.

I volontari dell’organizzazione animalista hanno soccorso e messo subito in sicurezza decine di animali familiari e selvatici. La Lav sta collaborando inoltre con il Comune di Casola Valsenio (RA) e la Protezione Civile per costruire un rifugio provvisorio destinato ad accogliere oltre 50 cani e gatti di proprietà dei residenti che son stati evacuati per rischio frana. “È stato richiesto con urgenza il nostro intervento per la gestione diretta e cura degli animali interessati e per la formazione del personale che dovrà occuparsi degli animali finché l’emergenza sarà rientrata e le abitazioni saranno tornate agibili”, spiega ancora Rezzaghi.

La Lav è riuscita a consegnare subito nei primi giorni di emergenza oltre 500 kg di cibo per cani e gatti destinati ai canili alluvionati, ai rifugi ed ai centri di accoglienza e smistamento di persone sfollate con animali al seguito. I volontari attivi sono giunti da Milano, Trento, Prato, Brescia e Bologna.

L’organizzazione animalista ha denunciato le condizioni degli animali negli allevamenti, poiché molti di loro sono morti annegati nelle proprie gabbie di stabulazione o per ferite riportate dai traumi dell’impatto con l’acqua. “L’impossibilità di una via di fuga negli allevamenti aggrava ancora di più la situazione di questi animali: in gabbie e capannoni, stipati senza la possibilità di fuga in eventi estremi come alluvioni ed incendi”, scrive la Lav, che denuncia l’assenza di un piano di evacuazione o di messa in sicurezza degli animali in queste strutture, nonché l’assenza di divieti di costruzione di nuovi allevamenti in zone tanto delicate.

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Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa)

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha invece organizzato una raccolta fondi straordinaria per consentire ai suoi volontari e alle guardie zoofile dell’Emilia Romagna e delle Marche di salvare gli animali colpiti dall’ondata di maltempo. “Non ci sono parole per descrivere la distruzione cui stiamo assistendo, accompagnata dal dolore e dalla morte di moltissimi animali. Non riusciamo ad arrivare ad aiutare tutti, in taluni casi i soccorsi sono possibili solo con gli elicotteri, ma facciamo il possibile con le risorse e le braccia su cui possiamo contare, abbiamo sezioni di volontari e nuclei di guardie zoofile in tutta la regione”, ha raccontato Enrico Forlani, coordinatore delle guardie zoofile Oipa dell’Emilia Romagna.

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L’Oipa ha anche rivolto un appello accorato ai proprietari di animali, invitandoli a metterli sempre in sicurezza in caso di allerta meteo, spostandoli subito dalle zone di pericolo. “Anche i gatti lasciati liberi in queste occasioni tragiche possono cercare posti per nascondersi e rimanere lì chiusi o bloccati”, scrive l’Oipa. Nelle varie aree alluvionate dell’Emilia Romagna è stata portata avanti l’opera di soccorso di tutti gli animali domestici, per portarli al riparo, cercare stalli durante il periodo di emergenza e provvedere al loro nutrimento.

Nelle Marche si sono subito attivate le guardie zoofile ed i volontari dell’Oipa di Ancona, il rifugio “Cuori pelosi” di Senigallia è stato evacuato ed i cani sono stati stallati in luoghi sicuri. Grave anche la situazione a Bologna, qua l’intervento ha riguardato i cavalli di una scuderia che erano rimasti isolati, due sono stati ricoverati ma purtroppo uno di loro è deceduto.

Essere Animali

Nelle zone alluvionate è giunto anche un team di Essere Animali, che ha visitato una decina di strutture colpite dalle esondazioni. “Il caso più eclatante è quello di Bertinoro (FC), dove un allevamento con migliaia di suini era ancora parzialmente allagato. All’esterno di un capannone abbiamo visto una catasta con centinaia di maiali morti, con le operazioni di spostamento delle carcasse da dentro l’allevamento verso l’esterno, ancora in corso. Simile il caso di un allevamento di suini a Bagnacavallo, nel Ravennate, ancora allagato, dove abbiamo visto maiali che nuotavano sia all’esterno che all’interno dei recinti. In questo caso le operazioni di trasferimento e soccorso non erano ancora state avviate. In un allevamento di galline a San Lorenzo in Noceto (FC), documentato anche da un servizio del Tg2, tre capannoni sono stati travolti dalla piena del fiume e più di 60 mila animali sono morti”, racconta Francesco Ceccarelli, responsabile investigazioni Essere Animali.

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L’organizzazione animalista denuncia il sistema di produzione alimentare che considera e tratta gli animali come merci, ribadendo l’assenza di piani di evacuazione per le emergenze negli allevamenti intensivi. Animali considerati pure come vittime della crisi eco-climatica, che “non può essere frenata se non viene cambiato il modo in cui produciamo cibo, perché come dicono gli studi scientifici la produzione di proteine animali pesa troppo sul Pianeta”.

[Credits foto: Stefano Belacchi/Essere Animali]

L’alluvione in Emilia Romagna e l’impegno delle organizzazioni animaliste ultima modifica: 2023-05-29T06:49:54+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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