Jurassic World – Il dominio, i dinosauri ci offrono la convivenza

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Jurassic World – Il dominio, i dinosauri ci offrono la convivenza ultima modifica: 2022-06-19T07:43:03+02:00 da Emanuel Trotto
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L’ultimo capitolo della saga giurassica, Jurassic World – Il dominio esprime la coesistenza fra specie attraverso un sogno fanciullesco.

Il fatto

Quattro anni dopo la distruzione di “Jurassic World” e la fuga dalla magione Lockwood, i dinosauri vivono fra noi, creando scompiglio. La Biosyn Corporation si propone di risolvere la situazione…

Il commento

Non si può sempre essere oggettivi. Quando si tocca qualcosa che appartiene alla nostra infanzia e alla nostra crescita, è difficile guardarlo con occhi diversi da quelli che si avevano. È ipocrita però dire che non esiste quel qualcosa. Il quale, ciclicamente, riemerge. E siamo di nuovo i bambini che fummo o i ragazzi che eravamo.

L’occhio del bambino spesso vede la realtà come qualcosa di noioso e quotidiano. Quindi volge il suo sguardo su di un altrove che può essere la fantasia oppure una suggestione di un passato remoto meno “ordinario”. A questo si potrebbe legare l’amore per i dinosauri. Qualcosa di remoto, incredibile, così impossibile da immaginare che sconfina nel regno della fantasia. Immaginando un mondo in cui le “terribili lucertole” possano muoversi e convivere con gli esseri umani. Ed è proprio in questo pensiero fantasioso che si inserisce la saga Jurassic Park e di Jurassic World.

Jurassic World - Il dominio
I protagonisti di “Jurassic World – Il dominio”: Bryce Dallas Howard (a sinistra), Isabella Sermon (Maisie Lockwood) e Chris Pratt (l’addestratore di velociraptor Owen Grady).

Di quest’ultima è uscito il capitolo conclusivo, Jurassic World – Il dominio di Colin Trevorrow, il 2 giugno. Un capitolo che si ripromette anche di essere quello conclusivo dell’intero cerchio che aveva iniziato Steven Spielberg nel 1993. Grazie a lui ci siamo innamorati dei dinosauri; grazie a Alan Grant che sognavamo di andare nel deserto a fare scoperte straordinarie; è grazie a John Hammond che abbiamo fatto quel pensiero fantasioso. Perché un po’ noi abbiamo invidiato John Hammond: il bambino troppo cresciuto che realizza il suo sogno. Rendere reversibile l’estinzione per far comprendere cosa significhi la scomparsa di una specie. E il capire di doverci fare da parte in certi momenti.

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Questo è il messaggio che voleva portare Spielberg, soprattutto con Il Mondo perduto (1995) dove le creature hanno la possibilità di prosperare: un mondo perduto, un eden primordiale, una valle incantata. Il nuovo corso che ha dato Jurassic World è proprio la costante lotta fra chi li ritiene dei meri strumenti e chi li considera per quello che sono. Un meccanismo che può risultare ripetitivo a livello di scrittura. Questo è uno dei tanti motivi che demonizzano questa trilogia, in particolare l’ultimo capitolo.

Jurassic World
Laura Dern (al centro) e Sam Neill riprendono, dopo ventun anni (da Jurassic Park 3, 2001) i ruoli di Alan Grant e Ellie Sattler.

Partendo dalla premessa che, fra quelle che vengono definite “operazioni nostalgia”, questa saga risulta quella meno spudorata. Cerca, insomma, di staccarsi da quel raffinato gioco di rimandi e citazioni che producono un mood per il pubblico più nostalgico. Fra i casi più recenti si può citare Top Gun – Maverick (2022 di Joseph Kosinski). Ossia delle copie carbone dei film originali aggiornate. Jurassic World cerca di essere molto più sottile, sia nei rimandi che negli omaggi, portando avanti un discorso comune al film d’origine e, se possibile, ampliato. Una operazione non esente da rischi e problematiche che portano ad aspre critiche. Se la si vuole vedere oggettivamente la trilogia di Jurassic World ha gli stessi problemi (e lo stesso odio dei fan) della trilogia sequel di Star Wars.

Qual è il filo rosso che lega Jurassic Park con Jurassic World? I dinosauri esistono e ne hanno il diritto. In tal senso, nella nuova trilogia, il personaggio più interessante è Claire Dearing (Bryce Dallas Howard). La troviamo nel primo film come amministratrice del parco che li considera numeri su di un grafico. Dal disastro del “Jurassic World” inizia un lento percorso interiore. Passa gradualmente dall’altro lato della barricata, divenendo una vera e propria attivista. Ad un certo punto le viene chiesto se salva i dinosauri perché devono essere salvati o lo fa per se stessa.

In Il dominio l’evoluzione passa anche attraverso la maternità: Claire ha fatto da madre adottiva a Maisie Lockwood, la figlia “clonata” di Benjamin Lockwood, il co-creatore di “Jurassic Park”. Ella è il frutto di una ingegneria genetica che potrebbe essere più pericolosa di quanto ci si aspetti. E quindi va protetta dai pericoli del mondo esterno.

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Maisie però è una adolescente e ha bisogno che la sua vita trovi un modo, un senso di esistere. Si riconosce di più nel cucciolo di Velociraptor, Beta che nei suoi simili. Questo è lo sguardo soggettivo attraverso cui si muove questa nuova trilogia: un viaggio attraverso la crescita. Il naturale avvio di un mondo che non è più perduto ma nuovo e condiviso. E che ci fa domandare. Il mondo “perduto” è quello dei dinosauri oppure il nostro?

Scheda film di Jurassic World – Il dominio

  • Titolo originale: Jurassic World – Dominion
  • Regia: Colin Trevorrow
  • Soggetto e sceneggiatura: Colin Trevorrow, Emily Charmichael ispirata ai personaggi creati da Michael Chrichton;
  • Interpreti: Bryce Dallas Howard (Claire Dearing), Chris Pratt (Owen Grady), Sam Neill (Alan Grant), Laura Dern (Ellie Sattler), Jeff Goldblum (Ian Malcom), DeWanda Wise (Kayla Watts), BD Wong (Henry Wu), Campbell Scott (Lewis Dodgson), Omar Sy (Barry Sembène), Isabella Sermon (Maisie Lockwood)
  • Origine: USA 2022
  • Durata: 146’
  • Temi: CINEMA, ANIMALI, BIODIVERSITA’

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Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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