In Australia le prime popolazioni umane si cibavano delle uova di Genyornis newtoni, un uccello alto due metri, causandone la scomparsa.
In Australia le prime popolazioni umane si cibavano con le uova di Genyornis newtoni un uccello alto 2 metri.
In questo modo, però, hanno contribuito alla sua scomparsa.
È quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista PNAS, realizzato da un team di ricerca internazionale coordinato dall’Università di Torino.
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Il team ha ricostruito antiche sequenze proteiche all’interno dei gusci d’uovo e le ha confrontate con 364 specie viventi di avifauna.
Chi era Genyornis newtoni?
Genyornis newtoni era un uccello alto più di 2 metri e pesava tra i 22o e i 240 kg.
Deponeva uova grandi come quelle degli struzzi, di circa 1,5 kg.
Il record archeologico australiano ha restituito un’enorme quantità di gusci d’uovo di questa specie, molti caratterizzati dalla presenza di evidenti segni di bruciatura che dimostrerebbero lo sfruttamento delle uova da parte delle comunità umane.
I gusci carbonizzati delle uova scompaiono dal record fossile circa 50.000 anni fa, ovvero pochi millenni dopo l’arrivo dei primi Homo sapiens in Australia, circa 65.000 anni fa.
Questo dato, dunque, dimostrerebbe il possibile ruolo delle prime comunità umane nell’estinzione di Genyornis newtoni.
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Insomma, l’impatto negativo dell’uomo sull’ambiente è iniziato già nel Pleistocene.
“Non ci sono prove di macellazione di Genyornis nel record archeologico. Tuttavia, frammenti di guscio d’uovo con tracce di bruciatura coerenti con l’attività umana sono stati trovati in diversi luoghi del continente” ha dichiarato il professor Gifford Miller dell’Università del Colorado, co-autore della ricerca. “Questo implica che i primi esseri umani non hanno necessariamente cacciato questi enormi uccelli, ma hanno razziato i nidi e rubato le loro uova giganti per cibarsene. I gusci di uova racchiudono informazioni dettagliate sulla specie che le ha deposte, l’ambiente in cui è vissuta, e le relazioni con altri esseri viventi – incluse le popolazioni umane. Questi straordinari archivi bioarcheologici ci consentono di esplorare l’alimentazione nel passato, ma anche aspetti artistici, rituali e simbolici in ogni epoca della storia umana”.