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Riflessologia plantare, quando il benessere parte dal piede

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Riflessologia plantare, quando il benessere parte dal piede ultima modifica: 2022-02-24T07:43:47+01:00 da Valentina Tibaldi
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Che cos’è la riflessologia plantare? Come funziona e come agisce per favorire il benessere fisico ed emotivo della persona?

La pianta del piede, base e fondamento del nostro incedere, racchiude in sé una vera e propria mappa del corpo umano. Un’interfaccia che, opportunamente decodificata e utilizzata dalla riflessologia plantare, diventa una preziosa chiave di accesso per andare a trattare, dall’esterno, organi e parti altrimenti difficili da raggiungere.

La riflessologia plantare permette infatti di stimolare– tramite opportune tecniche- specifici punti per andare a provocare una risposta nelle parti del corpo corrispondenti. L’obiettivo? Riportare in equilibrio l’organismo, favorendone il benessere. Ne abbiamo parlato con Irene Giordano, operatrice del benessere, esperta di riflessologia plantare e shiatsu.

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Cos’è la riflessologia plantare?

“La riflessologia plantare è una tecnica che permette, attraverso la stimolazione di punti situati sulla pianta dei piedi, di portare benessere a tutto l’organismo, alleviando o anche risolvendo vari disturbi. È una disciplina piuttosto recente, anche se nata dall’osservazione di pratiche in uso presso popolazioni antiche come i Nativi americani o anche gli Egizi. A tali pratiche il dott. William Fitzgerald, comunemente accreditato come padre della riflessologia plantare, si era interessato all’inizio del ventesimo secolo ricavandone un metodo detto “terapia zonale”, con finalità soprattutto analgesiche.

Ma la cosa che mi piace ricordare è che la riflessologia plantare come la conosciamo oggi è il frutto del lavoro di una donna, Eunice Ingham. Fisioterapista americana,  ha approfondito e sviluppato il metodo Fitzgerald definendo le mappe dei punti riflessi attraverso un’accuratissima attività di sperimentazione, analisi e catalogazione dei risultati e mettendo a punto la tecnica di trattamento che viene insegnata ancora oggi.

Come si sviluppa una seduta tipo?

Una seduta di riflessologia plantare dura normalmente un’ora, anche se è possibile eseguire dei mini-trattamenti più veloci e mirati in particolari situazioni. Una parte importante è il colloquio iniziale. Il primo permette all’operatore di conoscere le problematiche e lo stato generale del ricevente, i successivi di ricevere feedback e verificare l’andamento del percorso.

Il trattamento si svolge sul lettino, in posizione supina ma il più possibile comoda e confortevole per il ricevente. È sempre personalizzato sulla base delle problematiche riferite e dei segnali che l’operatore individua sui piedi, osservandoli e manipolandoli. Dopo alcune manovre di rilassamento e distensione, volte a sciogliere le tensioni e ripristinare una ottimale circolazione energetica, si passa alla stimolazione dei punti riflessi veri e propri.

La seduta si chiude con una fase di relax, in cui all’organismo viene lasciato il tempo di recepire e assimilare gli stimoli ricevuti. Dopo il trattamento e nelle ore successive, è buona abitudine bere abbondante acqua per favorire l’eliminazione delle tossine. Anche un solo trattamento possa generare molti benefici. Tuttavia, è sempre consigliabile riceverne più di uno, a cadenza inizialmente settimanale e poi da stabilire a seconda delle esigenze, per mantenere nel tempo i risultati ottenuti.

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Come funzionano diagnostica e trattamento dei disturbi?

Si parte dal considerare il disturbo che il ricevente percepisce, cercando corrispondenze nelle caratteristiche che il piede presenta. Linee, callosità, umidità o secchezza, colore, temperatura, per fare degli esempi, sono tutti indicatori che l’operatore prende in considerazione per impostare il trattamento.

In linea di massima si può dire che si ragiona in termini di eccessi e carenze e si lavora nell’ottica di disperdere gli eccessi e colmare le carenze, per riportare il sistema in un corretto equilibrio. La stimolazione avviene tramite pressioni, continuative o alternate, strisciamenti o rotazioni, eseguite in modo leggero o profondo a seconda dei casi, in genere non dolorose ma anzi piacevoli. Si può eseguire un trattamento generale su tutto il corpo, o solo su alcune zone di volta in volta interessate. Inoltre, è possibile approcciare il trattamento dal punto di vista strettamente fisico oppure spostarsi su un livello più emotivo-spirituale, a seconda delle necessità. La riflessologia plantare, infatti, lavora molto bene anche sulle emozioni e sulla gestione dello stress“.

Quali problematiche può trattare e con quali benefici?

Fermo restando che il riflessologo non si propone di diagnosticare e curare malattie, cosa che resta strettamente di competenza del medico, la riflessologia plantare può essere un valido supporto alla medicina. Può, infatti, aiutare i pazienti ad avere miglioramenti più rapidi e più completi del loro stato di salute.

In assenza di patologie vere e proprie, invece, può contribuire in modo notevole al recupero e al mantenimento del benessere. Come? Favorendo il corretto funzionamento di tutto l’organismo, da una buona digestione, a una buona qualità del sonno, all’eliminazione delle tossine, al ricambio cellulare, per fare solo alcuni esempi. Mantenendo, così, l’organismo nel suo stato migliore e limitando le condizioni che potrebbero favorire l’insorgere di disturbi più seri.

Il rilassamento che la riflessologia induce è la condizione primaria per contrastare lo stress e i disturbi di origine psicosomatica, che come sappiamo sono sempre più diffusi. Le persone di solito- specialmente se si sottopongono a un ciclo di trattamenti- percepiscono uno stato di maggiore rilassatezza anche nella vita di tutti i giorni. Ne ricavano, così, un minore affaticamento generale, un rinnovato entusiasmo, un migliore atteggiamento verso la vita. Insomma, un beneficio a 360 gradi“.

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Puoi condividere con noi un’ultima riflessione sul valore aggiunto della tua professione?

“Spesso le persone si rivolgono alla riflessologia per risolvere disturbi comuni come mal di schiena, dolori vari, a volte problemi digestivi. Tuttavia, la riflessologia plantare per me è stata anche una grande scoperta in termini di crescita personale. Mi ha aiutata a conoscermi e a scoprire aspetti di me che ancora stanno emergendo.

Per questo mi piace vedere anche nelle persone che tratto un risvolto non semplicemente fisico dei loro disturbi, e aiutarle a collegare aspetti e punti di vista diversi. Portare alla luce un vissuto che si ha disagio nell’affrontare può migliorare l’aspetto di una pelle infiammata anche dopo una sola seduta, per esempio. Ogni reazione è sempre soggettiva e non si può mai avere la certezza di come l’organismo reagirà alla stimolazione. A volte si hanno effetti immediatamente evidenti, altre volte occorre più attenzione e consapevolezza per notarli, ma è sempre una bella sorpresa“.

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Lettrice accanita e scrittrice compulsiva, trova in campo ambientale il giusto habitat per dare libero sfogo alla sua ingombrante vena idealista. Sulla carta è laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione per la Sostenibilità, nella vita quotidiana è una rompiscatole universalmente riconosciuta in materia di buone pratiche ed etica ambientale. Ha un sogno nel cassetto e nella valigia, già pronta sull’uscio per ogni evenienza: vivere di scrittura guardando il mare.

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