Per il pesce pagliaccio si prospetta un futuro davvero amaro. Secondo alcuni recenti studi, il tenero animale, noto a tutti come protagonista del film di animazione Alla ricerca di Nemo, è destinato a scomparire.
Nel 2012, lo aveva già rivelato una ricerca del Center for Biological Diversity che puntava il dito sull’acidificazione degli oceani e sul riscaldamento globale. Ora la conferma arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Ecology Letters e guidato dal Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs) e dalla Woods Hole Oceanographic Institution (Whoi).
Cosa minaccia il pesce pagliaccio: la ricerca
Il pesce pagliaccio, che vive in stretta simbiosi con gli anemoni di mare, sarebbe minacciato dall’impatto che eventi climatici capaci di riscaldare gli oceani producono su questi organismi, presso i quali l’animale depone le sue uova. Secondo quanto stimato dagli studiosi, a causa di questi eventi la deposizione e la fertilità delle uova del pesce pagliaccio vengono ridotte di ben il 73%.
Per giungere a questa conclusione, gli esperti hanno monitorato la specie nelle lagune della baia di Kimbe, in Papua Nuova Guinea, per oltre un decennio. Utilizzando l’analisi genetica del DNA, gli studiosi sono stati capaci di calcolare il potenziale che il pesce pagliaccio ha di adattarsi ai cambiamenti dell’habitat e di rinnovarsi.
Lo studio ha permesso di scoprire che le grandi famiglie di questa specie in grado di sopravvivere per molte generazioni sono tutte associate ad habitat di alta qualità, piuttosto che a geni condivisi. “È stato effettuato uno sforzo di campionamento e sequenziamento del DNA mai tentato per nessuna specie marina”, sottolinea Simon Thorrold, coautore della ricerca. Come specificato dal ricercatore, “la più grande sorpresa è stata anche la più preoccupante: gli sforzi di conservazione non possono fare affidamento sull’adattamento genetico per proteggere il pesce pagliaccio dagli effetti dei cambiamenti climatici“.
La stretta dipendenza del pesce pagliaccio da un habitat che si sta degradando sempre di più può rappresentare la fine della specie. Secondo gli autori della ricerca, insomma, il destino dell’animale sembrerebbe segnato.
“Aspettarsi che il pesce pagliaccio si adatti geneticamente a un ritmo che permetta di resistere sarebbe irragionevole“, puntualizza Benoit Pujol, altro autore dello studio. “Perciò, la capacità di sopravvivere nella laguna dipenderà dal mantenimento della qualità dell’habitat“, conclude lo studioso.
Il pesce pagliaccio va a unirsi a un interminabile elenco di specie animali e vegetali che rischiano di estinguersi a causa della crisi climatica. Come indicato dal WWF, fanno parte di questo elenco migliaia di specie, tra cui i pinguini, gli orsi polari, i leopardi ma anche gli stambecchi, numerosi anfibi e persino l’abete bianco, il tipico albero di Natale delle regioni settentrionali.
Di fronte a un quadro così catastrofico, l’urgenza di mettere in atto azioni concrete per frenare l’aumento della temperatura e i tanti effetti connessi all’emergenza climatica, si fa sempre più pressante. Riusciremo mai a cambiare le cose?