I coralli producono sostanze chimiche dai colori vivaci per proteggersi dalle ondate di calore subacqueo causate dai cambiamenti climatici. A loro si ispira la campagna Glowing Glowing Gone, con tre colorazioni Pantone da usare per attirare l’attenzione su questo prezioso ecosistema a rischio.
I coralli usano colori fluorescenti per lanciare il loro grido di allarme e dolore contro il surriscaldamento globale.
Ad artisti e designer tocca ora il compito di rilanciarlo e amplificarlo, sempre tramite il linguaggio visivo.
Nei giorni scorsi è stata ufficialmente avviata la seconda fase della campagna mondiale Glowing Glowing Gone, chiedendo alla comunità globale dei creativi (ma non solo) di impegnarsi per la tutela della barriera corallina.
L’invito è stato presentato a Los Angeles, negli Stati Uniti, di fronte ai 15 mila partecipanti a una delle principali conferenze mondiali dedicate alla creatività, l’Adobe Max 2019.
Creativi di tutto il mondo, unitevi!
L’invito di Glowing Glowing Gone è di ideare prodotti “brillanti”, anche in ottica commerciale: «Mettete alla prova la vostra creatività e le capacità di progettazione; utilizzate le tonalità sgargianti dei coralli per evidenziare l’impegno del vostro marchio a favore del clima e degli oceani: i consumatori apprezzeranno».
In alternativa, si è anche invitati a dare vita a eventi “positivi” e colorati, destinando una percentuale del ricavato alla conservazione e al restauro della barriera corallina.
L’appello, da ora, è pertanto rivolto a tutti. «Possiamo essere la prima generazione a salvare un intero ecosistema!» è il motto dell’iniziativa, accompagnato dall’hashtag #glowinggone.
La fase iniziale della campagna, lanciata a giugno, aveva già registrato un grande successo, con oltre un migliaio di creativi in tutto il pianeta coinvolti nel creare arte e design per aumentare la consapevolezza sulle barriere coralline a rischio.
I loro lavori hanno ispirato anche la World Surf League, che ha organizzato un evento a tema durante il Pro Tour 2019 a Tahiti: qui i migliori surfisti del mondo hanno gareggiato con magliette, tavole, costumi “glowing”, trasmettendo al mondo il loro supporto per la conservazione della barriera corallina.
I tre colori Pantone ispirati ai coralli
L’ispirazione per la campagna Glowing Glowing Gone è venuta dagli stessi coralli, con i loro colori fluorescenti dovuti allo stress patito a causa delle ondate di calore.
Al crescere delle temperature negli oceani, infatti, la struttura esterna di questi affascinanti animali marini assume nuove tonalità, a volte di incredibile brillantezza.
I coralli producono infatti sostanze chimiche dai colori vivaci come una sorta di protezione contro l’elevato calore dell’acqua e l’esposizione al sole.
Un fenomeno luminoso, chiamato fluorescenza corallina, che rappresenta l’ultima ed estrema linea di difesa prima che il corallo muoia, decolorandosi fino a diventare bianco.
Proprio dai rivestimenti sgargianti di alcuni coralli, usando tecnologie innovative, le società Adobe e Pantone (leader mondiali in campo della grafica e del colore) hanno campionato direttamente tre tonalità di viola, giallo e blu da una barriera corallina in Nuova Caledonia, tra le più a rischio per il global warming.
Questo ha permesso loro di dare vita a una gamma ufficiale Pantone, che è stata lanciata a livello mondiale con la richiesta di utilizzare questi colori per amplificare il segnale di avvertimento lanciato dai coralli.
Glowing Purple, Glowing Yellow e Glowing Blue sono stati perciò definiti “la tavolozza del cambiamento climatico” e invitano ora tutti i cittadini del mondo a mobilitarsi per salvare questi preziosi ecosistemi in pericolo.
Pur essendo belle da vedere, le tre colorazioni rappresentano infatti un potente promemoria di ciò che è in gioco. «È come se i coralli inviassero un SOS codificato a colori per dire “Guardami, ho bisogno che tu ti accorga di me prima che io scompaia per sempre”».
Inoltre, tutti i proventi derivanti delle vendite del portafoglio Adobe Stock dedicato ai coralli vanno a sostegno della missione della fondazione The Ocean Agency (che ha prodotto anche il pluripremiato documentario Chasing Coral, da cui è partita l’intera campagna) per proteggere la vita negli oceani.
I coralli: un ecosistema a rischio per il riscaldamento globale
Le barriere coralline sono probabilmente gli ecosistemi più vulnerabili al cambiamento climatico.
Secondo le statistiche ufficiali, negli ultimi trent’anni, il 50% dei coralli mondiali è andato perduto, ucciso dall’eccessivo aumento delle temperature delle acque marine.
«Immaginate come sarebbe preoccupato il mondo intero se la metà degli alberi dell’Amazzonia morisse improvvisamente -sottolineano dalle Nazioni Unite, che hanno sposato la causa, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile mondiali per il 2030- I coralli vivono in un mondo che è fuori dalla vista e dalla mente, ed è un mondo che sta cambiando rapidamente. Purtroppo non sono così carismatici come gatti, elefanti o delfini: quando si pensa a dove concentrare i nostri sforzi di conservazione, quindi, i coralli raramente ricevono attenzione, protezione e sostegno finanziario».
Eppure i coralli sono uno degli animali più importanti del pianeta, in quanto rappresentano la specie che sostiene un quarto di tutta la vita oceanica.
E gli oceani assorbono oltre il 90% del calore globale, con le barriere coralline in prima linea a fronteggiare l’emergenza climatica.
I dati per il futuro, però, sono a oggi poco rassicuranti. Il più recente rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dice infatti che, negli anni a venire, potremmo perdere tra il 70 e il 90% dei coralli del mondo con un aumento globale delle temperature di 1,5 gradi e fino al 99% dei coralli con un aumento di due gradi.
I coralli fluorescenti, quindi, rappresentano l’ultimo avvertimento visivo per ricordarci che abbiamo raggiunto un punto critico per il nostro pianeta.
Solo un’azione immediata, forte e incisiva come i loro colori, potrà salvarli. E salvarci.
[Foto messe a disposizione dalla Coral Reef Image Bank – The Ocean Agency Cover image: coralli a Sombrero Island, Filippine – foto di Jett Britnell]