La clessidra è simbolo del tempo che scorre. E per alcuni aspetti il tempo non è mai stato così poco.
La deforestazione è un flagello che continua ad abbattersi su tutto il pianeta o per lo meno nelle zone verdi che rimangono. La perdita globale di copertura arborea, secondo i dati più aggiornati pubblicati dall’Università del Maryland su Global Forest Watch, ha toccato il record di 29,7 milioni di ettari nel 2016. Perdita superiore del 51% dall’anno precedente.
Sud America, Indonesia ma anche Africa ed Europa sono le zone terrestri che, tra alti e bassi, rimangono le più colpite dal parassitario fenomeno della deforestazione causato dall’uomo.
Le motivazioni principali (spesso coadiuvate dall’utilizzo di incendi dolosi) sono da imputare all’agricoltura e agli allevamenti intensivi, l’espansione urbana, le infrastrutture e le attività minerarie. Milioni di ettari di foresta tritati e trasformati in denaro sonante. Ovviamente le conseguenze si ripercuotono sull’ambiente, privato dei suoi migliori depuratori d’aria: gli alberi.
Sono necessarie drastiche misure per fermare questa pratica che in alcune zone rimane ciecamente senza controllo, insieme a un piano strategico atto a riacquistare un equilibrio che scomparirebbe insieme alle foreste.
È rimasto poco tempo… la clessidra ha un limite.
