Zeer, il frigo senza elettricità arriva dall’Africa

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Zeer, il frigo senza elettricità arriva dall’Africa ultima modifica: 2014-06-04T08:12:09+02:00 da Cristina Delbuono
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Zeer è il frigo che mantiene gli alimenti al fresco senza ausilio dell’elettricità. Ecco come realizzare un prodotto ecologico che fa risparmiare energia

Dopo aver cucinato grazie a un cuscino, la sfida è di crearci un frigorifero che non abbia necessità energetiche per funzionare. La soluzione ci arriva da un continente che nel nostro immaginario è l’esatto opposto del fresco, l’Africa e si chiama zeer.

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La soluzione, da sempre usata presso molte popolazioni africane per conservare gli alimenti al riparo dal grande calore, è stata ripresa da diversi progettisti e designer, anche italiani, attribuendole una veste più accattivante, ma lasciando sostanzialmente immutato il principio di utilizzo.

zeer frigo senza elettricità
foto di practicalaction.org

Zeer non è un nome commerciale, anche se per brevità e assonanza con l’inglese freeze – congelare – potrebbe sembrarlo. Il termine è arabo e identifica la tecnica del “vaso nel vaso” per conservare gli alimenti.

Ma in cosa consiste lo zeer? Sono appunto due vasi  di terracotta posti uno dentro l’altro con l’intercapedine fra i due riempita di sabbia o di argilla adeguatamente bagnata. Il principio fisico del funzionamento è l’evaporazione, questa per avvenire sottrae calore all’ambiente, non sfugge a nessuno che l’acqua per evaporare abbia bisogno di essere “scaldata”, qui il calore è ceduto dal vaso interno contenente i cibi. La porosità del vaso esterno favorisce l’evaporazione consentendo lo scambio esterno interno. La sabbia funge sia da isolante sia da “serbatoio” di acqua.

foto di London permaculture
foto di London permaculture

Vediamo come realizzarne uno a casa. Occorrono due vasi di diverse dimensioni, o almeno un vaso, quello che sarà all’esterno e una vecchia pentola, sabbia e un asciugamano un po’ pesante. Per prima cosa si deve aver cura di sigillare il foro di drenaggio posto sul fondo del vaso, si può usare del nastro isolante o del normale stucco per piccole riparazioni murali. A questo punto va messa sul fondo del vaso più grande una quantità di sabbia tale da permettere una volta posizionato il secondo contenitore che i bordi dei due siano allo stesso livello. Si sarà creata un’intercapedine fra i due contenitori, non dovrà essere piccolissima, ma almeno un paio di centimetri o più, questa si deve riempire di sabbia avendo cura di compattarla il più possibile e che non restino degli spazi vuoti. Il grosso del lavoro è fatto con pazienza e attenzione, bisogna bagnare la sabbia fino a che un velo d’acqua sia apprezzabile sulla superficie. Ripulite il contenitore interno da sabbia e acqua cadute accidentalmente. Potete mettere un coperchio sul vaso più interno, o sulla vecchia pentola se avete optato per il recupero, ma non è obbligatorio.

Lo zeer andrà posto all’ombra e se possibile in luogo ventilato coperto da un telo pesante bagnato, ma non grondante, diciamo che un vecchio asciugamano da spiaggia sarà perfetto. La sabbia deve restare sempre bagnata.

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Se vi state domandando a cosa potrebbe mai servire a noi gente dotata di frigo uno zeer provate a pensare a quanta verdura in estate non trova posto nel frigo strapieno di bibite, oppure a quanto servirebbe ai pic-nic, senza contare l’effetto eco-chic con annessa piccola lezione di fisica!

Zeer, il frigo senza elettricità arriva dall’Africa ultima modifica: 2014-06-04T08:12:09+02:00 da Cristina Delbuono
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Agronomo, progettista ambientale, neofita del knitting, appassionata di usi alternativi del verde e blogger – vive in campagna conservando uno spirito spietatamente metropolitano.

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