La Ràkene, una comunità a supporto dell’agricoltura

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La Ràkene, una comunità a supporto dell’agricoltura ultima modifica: 2025-04-09T00:47:31+02:00 da Davide Mazzocco
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A Ruvo di Puglia, La Ràkene propone un’organizzazione della produzione agricola basata sull’alleanza fra chi coltiva e chi mangia il cibo

A Ruvo di Puglia (BA) c’è una giovane comunità che fa incontrare i contadini che producono il cibo e le persone che lo mangiano. Si chiama La Ràkene, una parola comune ai dialetti dell’area murgiana che indica la rete che si utilizza per la raccolta delle olive e delle mandorle e che ha la caratteristica di non poter essere usata da una sola persona. Proprio come quando si usa la ràchene, bisogna essere in tanti perché il raccolto sia proficuo.

La Ràkene è una C.S.A., una Comunità che Supporta l’Agricoltura, una forma di organizzazione dell’attività di produzione agricola e del consumo dei prodotti basata su di un’alleanza  fra contadini e fruitori. Soci e socie di questa C.S.A. non sono clienti di un’azienda agricola, ma partecipano direttamente alle scelte di base e di gestione della cooperativa. L’anima di questo progetto sono Simone Marinelli, agronomo, e Chiara Magrone, esperta di community management e comunicazione digitale.

Simone Marinelli e Chiara Magrone La Ràkene
Simone Marinelli e Chiara Magrone nei campi de La Ràkene

Preparando la tesi di laurea a Bologna, Marinelli è entrato in contatto con Arvaia, C.S.A. con sede nel capoluogo emiliano. Da quest’esperienza è nata l’idea di provare a fare lo stesso nella sua terra, a Ruvo di Puglia. L’ispirazione è venuta da lontano: “Documentandomi per la tesi di laurea – spiega Marinelli – ho scoperto che modelli simili alle C.S.A. esistevano già in Giappone o in Messico, nelle campagne del Chiapas”.

In una campagna pugliese in cui la tendenza è quella di implementare le monocolture di ulivo, uva, fico e mandorlo, il progetto de La Ràkene mostra come si possano praticare strade più sostenibili: per chi produce, per chi consuma e per l’ambiente.

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“Il nostro progetto – continua Magrone – va contro ogni logica della Grande Distribuzione. Uno degli elementi alla base delle C.S.A. è la condivisione del rischio agricolo, cioè della possibilità che il raccolto non possa andare a buon fine. Negli ultimi anni, le campagne pugliesi hanno dovuto fare i conti con le conseguenze del cambiamento climatico: lunghi periodi di siccità e alte temperature, ma anche forti piogge e grandinate che producono gravi danni alle coltivazioni”.

Le cassette settimanali de La Ràkene
Le cassette settimanali de La Ràkene

All’inizio di ogni anno, la C.S.A. prefinanzia la produzione annuale delle coltivazioni. Una volta calcolato il costo complessivo della coltivazione per l’anno agricolo, lo si divide per il numero dei partecipanti stabilendo una quota media di adesione. Ogni settimana soci e socie ricevono le cassette di ortaggi e frutti freschi, locali, a residuo zero, coltivati in modo solidale e rispettoso dell’ambiente e a prezzo di costo (e non di mercato): “Una parte consistente del costo dei prodotti ortofrutticoli venduti nella GDO è dovuta alla distribuzione e al packaging, due spese che vengono azzerate dal modello delle C.S.A – spiega Magrone -. Da noi la logica è completamente ribaltata per fare in modo che chi coltiva venga remunerato in maniera equa. Nei costi del prefinanziamento ci sono, oltre ai seminativi e alle attrezzature, le ore-lavoro di chi è impegnato nei campi e ci siamo imposti di non pagare e non pagarci meno di 10 euro l’ora”.

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Magrone si occupa della comunicazione, un aspetto fondamentale per far funzionare la comunità de La Ràkene: “Attraverso la nostra newsletter settimanale e le assemblee che facciamo con i soci comunichiamo in maniera dettagliata i trattamenti che vengono fatti, tutti rientranti nell’ambito agroecologico. Non utilizziamo nulla che sia dannoso per l’ambiente, pratichiamo la rigenerazione del suolo, le rotazioni, le pacciamature e qualsiasi pratica che possa rendere un terreno fertile e coltivabile” .

La Rakene
Le coltivazioni de La Ràkene si trovano a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari

Altro aspetto chiave è quello della stagionalità: “La maggior parte delle persone che vanno al supermercato, anche quelle che hanno delle proprietà in famiglia, non accedono alla terra – spiega Marinelli -. Il fatto di acquistare il cibo nella Grande Distribuzione fa perdere la cognizione della stagionalità delle produzioni e le persone finiscono per desiderare ortaggi estivi d’inverno e viceversa, perché questi alimenti diventano parte della loro normale dieta. Chi si associa a un progetto come il nostro e decide di venire nei campi, spendendo non solo i propri soldi ma anche le proprie energie, si riavvicina alla cultura della stagionalità e smette di desiderare gli ortaggi estivi d’inverno e quelli invernali d’estate. L’esperienza del campo porta a sentirsi asincroni se si mangia qualcosa che non si è visto crescere”.

Le attività de La Ràkene non si limitano all’attività agricola ma spaziano dalla didattica agli eventi culturali, dai laboratori ai momenti conviviali. Chi volesse saperne di più sulle comunità italiana che supportano l’agricoltura può consultare il sito di Rete italiana C.S.A. L’attività de La Ràkene si può seguire sui profili Facebook e Instagram.

[Foto de La Ràkene]

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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