Il gatto con gli stivali 2 – Una fiaba anticonformista agli Oscar 2023

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Il gatto con gli stivali 2 – Una fiaba anticonformista agli Oscar 2023 ultima modifica: 2023-02-26T07:58:35+01:00 da Emanuel Trotto
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Con Il gatto con gli stivali 2 torniamo nel mondo di Shrek con le avventure del personaggio nato dalla penna di Charles Perrault.

Torniamo nel mondo di Shrek con Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio, film d’animazione candidato agli Oscar 2023.

Il gatto con gli stivali 2 - poster

Il gatto nella cultura popolare ha assunto sempre diverse forme ed accezioni. È stato visto dall’uomo nel corso dei secoli sia positivamente che, purtroppo, negativamente. Tuttavia su una serie di punti le versioni concordano. Ossia nella sua scaltrezza fisica e mentale che gli permette di ottenere dei vantaggi personali da tutto quello che lo circonda. Questo lo ha portato a essere un simbolo di versatilità ovunque.

Anche il cinema è sempre stato influenzato da queste idee e superstizioni: sia allo scopo di esaltare le sue qualità sia per parodiare abitudini che troviamo buffe e surreali. Si pensi, nel campo dell’animazione al personaggio di Gatto Silvestro dei Looney Toons oppure con Gli Aristogatti (Wolfgang Reitherman, 1970). Da una parte la parodia, dall’altra una sorta di elogio, come due rette parallele. Oppure c’è una terza strada che unisce le prime due in un continuo intreccio e sovrapposizioni.

Il visionario mondo di Louis Wain – I gatti rinascono a colpi di pennello

 

In questo contesto si inserisce Il gatto con gli stivali: sornione, sprezzante del periodo ma anche comicamente impacciato e fragile. Ne Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio Joel Crawford riprende e aggiorna queste caratteristiche. Il film, secondo spin-off del personaggio introdotto in Shrek 2 (Andrew Adamson, Kelly Asbury & Conrad Vernon, 2004) è uscito il 7 dicembre 2022 nei cinema italiani ed è nella cinquina dei film candidati al Premio Oscar 2023 come Migliore Film d’Animazione.

La storia de Il gatto con gli stivali 2 – quella usata maggiormente come riferimento – è la versione di Charles Perrault (1628 -1703) inserita nella raccolta Storie di un tempo passato (1658) poi ristampata nel 1697 con il titolo I racconti di Mamma Oca. In realtà la vicenda del felino dotato di parola è molto più antica. Fra le più importanti si possono citare la novella Cagliuso contenuta ne Lo cunto de li cunti di Giovanni Battista Basile (1634); nella novella La gatta di Costantino il fortunato contenuta in Le piacevoli notti di Giovanni Franco Straparola del 1553.

A essere precisi e risalire ancora di più, una storia simile è contenuto nelle raccolte di racconti in sanscrito dell’India del V secolo d.C. Pañcatantra e L’Oceano dei fiumi delle fiabe. Per non parlare di una importante tradizione orale che, col tempo, è andata perduta e si è contaminata in numerose versioni e successive riscritture.

gatto con gli stivali perrault
Il Gatto con gli Stivali e il suo padrone in una illustrazione del XIX secolo della celebre fiaba di Perrault.

Tutte avevano in comune la vicenda di un gatto trickster ossia burlone, malizioso e astuto. Grazie alla versione di Perrault che ha obliato le versioni precedenti della storia, si ha un personaggio in grado di essere compreso e amato dai più piccoli e non solo. Essi si identificano in lui in quanto astuto, ma per una buona causa, quindi è accettabile. Non è insolito quindi che il personaggio sia diventato uno dei preferiti fra gli amanti della saga di Shrek – merito anche del doppiaggio eseguito anche nella versione italiana da Antonio Banderas. Si tratta infatti dell’unico personaggio del franchise a possedere un film tutto suo (di Chris Miller del 2011) e una serie animata per Netflix (2015), ambientate nel periodo precedente il suo incontro con l’orco verde in cui, a causa delle circostanze, è costretto a una vita randagia da mercenario.

Il gatto con gli stivali 2, si posiziona dopo gli eventi di Shrek e vissero felici e contenti (2010). Gatto ha abbandonato Molto Molto Lontano per tornare nella sua terra. Qua vive le sue vite in modo assai incosciente, perdendole in maniera stupida – dal farsi travolgere dai tori a mangiare crostacei dei quali è allergico. Fino a che non scopre che le ha sperperate tutte. Gliene manca soltanto una, quindi l’alternativa è quella di seppellire, letteralmente, il mantello e gli stivali o soccombere. Seppellendo i suoi abiti, egli seppellisce quello che rimaneva della sua leggenda e (secondo lui) della sua dignità. Si rinchiude in un rifugio gestito da una anziana gattara, adeguandosi lentamente alle nuove regole. Niente più avventure, ma pasti a orari prestabiliti, coda per la lettiera, e lunghi pisolini. Viene chiamato Cetriolino e va’ in giro per casa con le babbucce alle zampe.

gatto con gli stivali dreamworks
Gatto (Antonio Banderas come voce originale) assieme agli altri due protagonisti del film, Kitty Zampe di Velluto (Salma Hayek, a sinistra) e Perrito (Harvey Guillén) in una gara di tenerezza.

Naturalmente la sua vita da “vero” gatto viene bruscamente interrotta quando Riccioli d’Oro e i Tre Orsi lo cercano. L’idea è quella fargli rubare la Mappa per la Stella dei Desideri, una cometa precipitata anni or sono che permette a chi la riesce a raggiungere di esaudire un solo desiderio prima che scompaia per sempre. Per Gatto è la possibilità di recuperare le sue vite e, di conseguenza, anche la sua leggenda.

Questa sua avventura sarà per lui una avventura che non ha mai vissuto realmente. Solo il suo ego è quello che si è mosso in tutto questo tempo, ha combattuto solo per la vanagloria. Si tratta di affrontare la morte e di valorizzare quello che lo circonda. Per la prima volta in tutte le sue vite ha paura: una paura incarnata da Lupo, uno spietato cacciatore di taglie, apparentemente invincibile e inesorabile.

il gatto con gli stivali 2
Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio è candidato agli Oscar 2023

Come in tutte le fiabe che si rispetti, si fa un racconto di formazione adatto a tutti. In tal senso la saga di Shrek e di conseguenza quella di Gatto è una storia di formazione sui generis. Si beffa con gli stereotipi delle fiabe e favole con le quali siamo cresciuti (anche quelle cinematografiche) ma, allo stesso tempo, li utilizza per una costruzione cinematografica assolutamente adulta e autonoma. Gatto ha conservato l’atteggiamento sornione e spavaldo della storia originale, ma la rigira unicamente per il suo interesse personale. Ancora una volta l’animale è un transfer delle nostre paure e dei nostri sentimenti più profondi. Un viaggio dal punto di vista più basso ma, di certo, molto molto vicino al nostro.

Il gatto con gli stivali 2 – Una fiaba anticonformista agli Oscar 2023 ultima modifica: 2023-02-26T07:58:35+01:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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