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Jet privati, un lusso che minaccia il clima

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Jet privati, un lusso che minaccia il clima ultima modifica: 2022-11-11T07:09:19+01:00 da Marco Grilli
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La recente dimostrazione degli ambientalisti all’aeroporto di Amsterdam rilancia il dibattito sui jet privati, una vera minaccia per il clima

La recente protesta pacifica di centinaia di ambientalisti all’aeroporto di Shipol ad Amsterdam ha rinfocolato la polemica sui jet privati, un lusso che ha effetti devastanti sul clima. Decine di aerei son rimasti a terra, bloccati da alcuni attivisti in corteo con tute e tamburi che si sono seduti attorno ai velivoli, mentre altri in pettorina gialla hanno sfilato in bicicletta nell’area del campo di volo.

Il messaggio dell’azione dimostrativa è chiaro: mettere al bando i voli a corto raggio, considerati uno status symbol inutile ma dal forte impatto ambientale. Vi sono stati alcuni arresti da parte della polizia per la penetrazione in area portuale senza la necessaria autorizzazione, ma l’azione simbolica degli attivisti appartenenti a Greenpeace ed a Extinction Rebellion pare aver centrato l’obiettivo, grazie alla risonanza mediatica su questo tema sensibile proprio nei giorni della Cop 27.

L’inquinamento dei jet privati

I jet privati ​​sono uno status symbol che rappresenta tutto ciò che non va nel nostro sistema di trasporti: sono il mezzo più inquinante e iniquo del pianeta, causano mediamente emissioni di gas serra 10 volte superiori a quelle di un volo per passeggero per chilometro, e addirittura 50 volte superiori a un viaggio in treno in Europa“, scrive Greenpeace.

Transport & Environment, un gruppo di Ong europee che lottano per rendere i trasporti più sostenibili, in un recente report ha dimostrato che le emissioni prodotte dai voli di lusso sono cresciute del 31% tra il 2005 e il 2019. In pratica, una sola ora di volo con un jet privato provoca l’emissione di circa due tonnellate di CO2, una quantità pari a circa un quarto delle emissioni di anidride carbonica prodotte da un semplice cittadino europeo in un anno.

Se poi pensiamo che solo l’1% della popolazione mondiale causa il 50% di tutte le emissioni del trasporto aereo, si può facilmente capire che i jet privati sono non solo una bomba per l’ambiente ma anche un ingiusto privilegio delle persone più facoltose. Di questo 50% il 41 è dovuto infatti all’aviazione privata. Note dolenti pure per il Bel Paese, l’Italia è uno dei tre principali Paesi europei per voli privati (gli altri due son Francia e Gran Bretagna),  responsabili di quasi la metà delle emissioni di anidride carbonica prodotte da questi velivoli nel Vecchio Continente.

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Al di là dei dati piuttosto inquietanti sulla CO2, Greenpeace denuncia che “i jet privati ​​causano quantità sproporzionate di particolato, un mix di particelle solide e goccioline che si trovano nell’aria, estremamente dannoso per il clima, perché assorbe le radiazioni e influenza la formazione di nubi, associato anche ad effetti negativi sul sistema respiratorio e cardio-polmonare. Secondo una recente analisi, un singolo jet privato (Dassault Falcon 900EX) emette più particelle di un intero Boeing 737. Le emissioni di particolato per passeggero sono 72 volte superiori per i jet privati ​​rispetto ai voli di linea”.

Quello che stupisce è che i voli privati, molto spesso, sono utilizzati per tragitti molto brevi che potrebbero esser coperti con mezzi meno inquinanti. Pare abbastanza immorale ricorrere ai jet per viaggi di circa 10 minuti, anche perché le fasi di atterraggio e decollo sono proprio quelle che contribuiscono alla maggior parte delle emissioni rispetto a quella di crociera.

Oltre all’impegno delle organizzazioni ambientaliste, la sensibilità su questo tema è posta oggi non solo dalla politica ma anche dai comuni cittadini. Se la campagna per abolire i jet privati condotta prima delle elezioni politiche dall’Allenza Verdi Sinistra ha fatto molto clamore e suscitato un’infinità di polemiche, un semplice account Instagram chiamato Jet dei ricchi” si preoccupa di monitorare periodicamente le emissioni dei voli privati delle persone più ricche d’Italia, basandosi su un modello open data fatto verificare da fonti terze.

Si tratta di un  lavoro prezioso svolto da un giovanissimo collettivo anonimo di attivisti, che si batte per la giustizia ambientale snocciolando numeri eloquenti per la loro evidenza. Alcuni esempi? L’imprenditore Gianluca Vacchi ha utilizzato un Dassault Falcon 2000LX che viaggia a 800km/h e brucia 16 litri di cherosene al minuto per andare ad inaugurare a Taranto il nuovo ristorante della sua catena di Kebab – Kebhouz. Risultato 5,7 tonnellate di anidride carbonica emesse, pari a quella prodotta da due persone in un anno intero per tutti i loro spostamenti.

Per andare in vacanza da Barcellona a Ibiza in solo mezz’ora  l’ex campione di motociclismo Valentino Rossi ha affittato un jet privato  che ha emesso la bellezza di 1,4 tonnellate di CO2, che unite alle 3,7 per il ritorno a Torino fanno un totale di 5,1 tonnellate, ovvero quasi quanto una persona media inquina in due anni con i suoi spostamenti.

Le proposte per ridurre i jet privati 

Mentre a cittadine e cittadini viene chiesto di risparmiare energia, ad esempio riducendo il riscaldamento, i super-ricchi continuano a sprecarla con i loro jet: una realtà inammissibile in un mondo che si trova ad affrontare una crisi energetica e climatica sempre più drammatica. Vietare la forma di spostamento più inquinante, superflua ed iniqua del mondo sarebbe un segnale forte nei confronti delle famiglie che ogni giorno subiscono gli impatti della crisi”, tuona Greenpeace.

Se l’obiettivo massimo resta quello di giungere all’abolizione dei voli di lusso, ad eccezione dei casi di utilizzo dei jet per emergenze sanitarie o cause di Stato, nel frattempo gli ambientalisti propongono misure per una loro restrizione. Greenpeace ed altre organizzazioni si battono per imporre una tassa sul cherosene utilizzato dall’aviazione privata (non tassato nell’Unione nonostante lo consenta la direttiva ETD del 2003), i cui proventi potrebbero esser destinati alla transizione ecologica del settore aviatorio, ad esempio incentivando i carburanti sostenibili che oggi rappresentano solo lo 0,05% del consumo totale. Tutto possibile e realizzabile, visto che già oggi 42 Paesi nel mondo tassano i carburanti utilizzati per i voli domestici.

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Ancora, negli aeroporti potrebbe esser eliminato l’accesso Vip, ad eccezione delle visite di Stato e dei diplomatici. Eliminare il trattamento preferenziale degli utenti dei jet privati porterebbe grandi benefici in termini di riduzione dell’inquinamento. A questa norma potrebbe poi esser aggiunta quella per il divieto dei voli brevi. Nell’Unione europea il 50% dei voli di lusso copre tratte inferiori ai 500 chilometri: vietarli al di sotto di questa distanza consentirebbe di risparmiare il 28% delle emissioni di anidride carbonica dovute all’aviazione privata.

In Francia lo scorso anno è entrata in vigore la legge “Loi Climat” che abolisce i voli di linea su cinque tratte domestiche, poiché tale tragitto può esser realizzato in treno, senza cambi, con una durata inferiore alle due ore e mezzo. Una misura che nel Paese transalpino potrebbe essere presto estesa anche ai voli privati.

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Per restare in Italia, da Milano a Roma con un jet privato si impiegano 73 minuti per compiere 485 km, con un’emissione di 3,4 tonnellate di anidride carbonica. Compiere in treno lo stesso viaggio comporta un tempo relativamente maggiore (tre ore), ma un risparmio notevole in termini di inquinamento (0,012 tonnellate di CO2).

Le possibilità per tarpare le ali ai super-ricchi ci sono, serve solo la volontà.

Jet privati, un lusso che minaccia il clima ultima modifica: 2022-11-11T07:09:19+01:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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