La Sfattoria degli Ultimi vince al Tar, tutti gli animali sono salvi

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La Sfattoria degli Ultimi vince al Tar, tutti gli animali sono salvi ultima modifica: 2022-10-26T06:30:34+02:00 da Marco Grilli
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La Sfattoria degli Ultimi vince al Tar. La sentenza annulla il provvedimento di abbattimento degli animali ospiti per il rischio peste suina. 

Una grande vittoria per tutti i rifugi di animali, ancor privi di un vero e proprio riconoscimento giuridico. Il Tar del Lazio, con sentenza emessa il 10 ottobre, ha accolto il ricorso presentato dalla “Sfattoria degli Ultimi” e da altre associazioni, annullando il provvedimento di abbattimento dei circa 140 suidi ospitati nella struttura, che era stato disposto dall’Asl Roma 1 ai sensi delle disposizioni in tema di peste suina africana.

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La Sfattoria degli Ultimi e la battaglia legale

La Sfattoria degli Ultimi, nata dall’impegno di Paola Federica Samaritani, è un rifugio sito a Roma che da anni si impegna a recuperare, curare e ospitare maiali, cinghiali e ibridi, sottoposti a maltrattamenti e a condizioni di disagio. Si tratta di uno dei tanti santuari per animali, alcuni dei quali facenti parte di una vera e propria rete, che danno la possibilità di fare volontariato e dimostrano come sia possibile trarre gioia e ricevere benefici dal contatto con animali che non siano i classici pets. Guidati da una visione antispecista mirata a creare un differente rapporto con gli animali, ritenuti esseri senzienti a tutti gli effetti che non meritano di esser sfruttati, considerati solo carne  e ridotti a vivere nelle condizioni spesso terribili degli allevamenti, i responsabili e i volontari di tali strutture reclamano da tempo un riconoscimento giuridico che li distingua proprio dai semplici allevamenti.

La vittoria al Tar della Sfattoria rappresenta un tassello importante in questo percorso, perché i santuari per animali liberi  dimostrano ogni giorno, con le loro tante attività comprese quelle educative e terapeutiche, che non hanno nulla a che fare con la zootecnia.

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Alla Sfattoria i primi problemi son giunti con l’emergenza sanitaria, non ci stiamo riferendo al Covid 19 ma alla peste suina africana (PSA) , una malattia virale che colpisce suini e cinghiali, molto contagiosa e spesso letale per gli animali ma non trasmissibile all’uomo. Da inizio anno si son riscontrati diversi casi in cinghiali presenti in Piemonte e Liguria, una conferma si è avuta pure nel mese di maggio in un piccolo cinghiale nella zona nord della Capitale.

Nonostante i responsabili della Sfattoria si siano sforzati nel far presente che i capi presenti all’interno non mostravano alcun segno di malattia ed erano rigidamente controllati dal punto di vista sanitario –  con il rispetto pure dell’obbligo di non introdurre altri esemplari vista l’emergenza –  nel mese di agosto l’Asl Roma 1 ha ordinato l’abbattimento indiscriminato di tutti i suidi presenti nella struttura, poiché questa rientra nella zona di sorveglianza III, quindi in zona rossa.

sfattoria degli ultimi nuovo logo
Il nuovo logo della Sfattoria realizzato da @caterina_in_wonderland

I responsabili del rifugio hanno da subito sostenuto che tutti gli animali – recintati, sani, inoffensivi e soprattutto non destinati alla filiera alimentare – risultano controllati, microchippati e iscritti in banca dati nazionale come pets. Da qui è partita la gara di solidarietà nei confronti della Sfattoria, con l’intervento di molte associazioni, che ha prodotto come primo risultato lo stop agli abbattimenti fino al 12 settembre scorso. Tutto questo fino alla storica sentenza del 10 ottobre, seguita al ricorso.

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La sentenza del Tar, il suo valore giuridico e le reazioni

49 pagine di alto valore giuridico sono forse destinate a ridisegnare la storia dei rifugi: sono quelle della sentenza del 10 ottobre del Tar del Lazio, che ha annullato l’ordine di abbattimento degli animali ospitati nella Sfattoria poiché “illegittimo per contradditorietà, difetto di istruttoria e difetto di motivazione“, rilevando perfino l’elevato valore culturale o educativo degli stessi rifugi per animali.

“È una sentenza di grande rilevanza, costituzionale ed europea, che dovrebbe indurre le amministrazioni pubbliche a considerare con la dovuta attenzione i provvedimenti che riguardano gli animali. Innanzitutto è stato considerato illegittimo un ordine di abbattimento indiscriminato, perché l’autorità competente avrebbe dovuto previamente valutare la possibilità di riconoscere alla struttura una deroga giustificata dal fatto di essere rifugio per animali in difficoltà,  tenendo anche conto dell’ elevato valore culturale o educativo di cui parla l’articolo 13 del regolamento delegato UE 2020/687. L’altro aspetto, ancora più importante, è la considerazione riservata, nel modo più forte finora espresso, al dettato del nuovo articolo 9 della Costituzione, che tutela l’ambiente e gli animali, e si affianca alle disposizioni dell’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Attraverso l’attività di salvataggio e cura degli animali in difficoltà, la Sfattoria educa al valore del rispetto verso gli animali stessi, ora formalmente riconosciuto anche dalla Carta fondamentale”, commenta in una nota l’avv. Giuseppe Calamo, che ha seguito il ricorso ad adiuvandum presentato da Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa, e Tda.

Nella sentenza il Tar ha annullato pure il parere del ministero della Salute, giunto successivamente alla notifica dell’ordine di abbattimento, poiché “non supportato da un’adeguata istruttoria e non correttamente motivato”. A questo punto la palla torna all’Asl Roma 1, chiamata però a riesaminare la situazione con i necessari approfondimenti richiesti dal Tar. Soddisfazione è stata espressa anche dal legale della Sfattoria, avv. Angelita Caruocciolo, che in un breve video inserito nella pagina Facebook della Sfattoria ha commentato questa importante sentenza, giudicata vera apripista per una rivisitazione dell’approccio da parte delle amministrazioni per la gestione e la prevenzione della PSA, misure assolutamente necessarie ma da farsi mediante provvedimenti proporzionati alla reale consistenza e al reale stato di salute degli animali, siano essi presenti in stabilimenti o circolanti per strada.

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La responsabile della Sfattoria degli Ultimi, Paola Federica Samaritani, ha ringraziato sia l’avv. Caruocciolo per la sua “tenacia e sfrontatezza”, sia tutti coloro che si sono mobilitati per raggiungere questo straordinario risultato, che rappresenta solo una prima battaglia vinta.

È notizia recente la creazione del nuovissimo logo della Sfattoria, realizzato da @caterina_in_wonderland. Rappresenta un tao formato da un maiale e un cinghiale, “le due specie che sono gli Ultimi tra Ultimi“, destinate troppo spesso a finire nel dimenticatoio ma almeno per un giorno salite alla ribalta, grazie a una sentenza che potrebbe aprire nuove e migliori prospettive per tutti i rifugi di animali.

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La Sfattoria degli Ultimi vince al Tar, tutti gli animali sono salvi ultima modifica: 2022-10-26T06:30:34+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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