Stop allo spinnamento degli squali. Gli Stati Uniti, al fine di salvaguardare la specie, hanno recentemente firmato una proposta di legge che vieta la commercializzazione delle pinne di squalo e dei prodotti che le contengono.
Stop allo spinnamento degli squali.
Lo scorso 8 giugno, gli Stati Uniti hanno preso posizione contro la commercializzazione delle pinne di squalo.
Essendo ritenute le parti più redditizie dell’animale, spesso gli squali vengono pescati, spinnati e buttati in mare.
Una volta privati delle pinne, però, gli squali non sono più in grado di muoversi correttamente. Di conseguenza, finiscono per arenarsi sul fondo degli oceani, rischiando di morire soffocati.
Questa pratica crudele prende è nota come shark finning e ha avuto un incremento significativo a partire dal 1997 a causa di una domanda sempre maggiore.
Gli squali, i predatori del mare, decimati a causa dello shark finning
Lo scorso 8 giugno, il Senato americano ha approvato con 68 voti a favore e 32 contrari lo U.s. Innovation and Competition Act e firmato lo Shark Fin Sales Elimination Act, un documento che mira a vietare la commercializzazione delle pinne di squalo e dei prodotti che le contengono.
La proposta di legge ha ricevuto il supporto del presidente Joe Biden e dovrà ora essere approvata dalla Camera.
Tuttavia, Il problema dello spinnamento degli squali non riguarda solamente gli Stati Uniti.
Secondo Greenpeace ogni anno vengono uccisi, a causa di questa pratica crudele, 100 milioni di squali e il mercato complessivo dei prodotti derivati ha un valore di quasi un miliardo di dollari.
Negli ultimi cinquant’anni, purtroppo, la popolazione di squali è diminuita del 70%.
Lo spinnamento, infatti, è illegale in diversi paesi, fra cui Australia, Canada, Taiwan e Nuova Zelanda.
In Australia, tuttavia, la commercializzazione delle pinne è ancora attiva.
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Lo spinnamento continua, invece, ad essere permesso in Cina e Malesia.
[Photo by Gerald Schömbs on Unsplash]