Nella foresta di Copenaghen abitano alcuni esseri fantastici. Arrivano dal magico mondo della nostra fantasia e delle leggende del Nord, che pullulano di troll, giganti, fate e folletti. Eppure, con un’adeguata e perspicace ricerca, è data anche a noi la possibilità di vederli di persona e ammirarli. Si tratta di sei giganti di legno sparsi nella periferia della capitale danese, sistemati in alcuni punti precisi, in attesa di essere scovati. Come? Tramite indizi da comprendere e seguire, mappe e poesie da interpretare. Una caccia al tesoro a tema ambientalista.
Sì perché Thomas Dambo, l’artista in questione, non si è fermato a compiere un lavoro artistico elaborando delle enormi sculture di legno che attirino la curiosità di grandi e piccini, ma è voluto andare ben oltre. Adempiendo ad un suo nobile intento, per modellare i suoi simpatici personaggi ha scelto un materiale naturale come il legno e, più precisamente, scarti di legno, vecchi pallet in disuso, materiali altrimenti destinati a divenire un rifiuto.
Sappiamo che la Danimarca è ai primi posti tra i Paesi europei per la sensibilità in campo ecologico e ambientalista e le opere di Dambo sono un esempio artistico di quanto ogni cittadino, compresi i più piccoli, sia pregno di questa filosofia e impegnato nel diffonderla.
Il designer danese è già noto non solo a Copenaghen, ma nel mondo. Nell’arco di 20 anni, ha distribuito nel mondo 25 opere di arte urbana, fatte sempre con materiali di riciclo e sempre con lo stesso obiettivo: dimostrare che anche i prodotti di scarto hanno un alto potenziale e possono essere ancora utilizzati.
“I sei giganti dimenticati”, così è chiamata l’opera realizzata per Copenaghen, niente è stato lasciato al caso. Innanzitutto, le sue sculture sono poste nell’ambiente in maniera assolutamente non casuale, lontano dalle zone turistiche e dai luoghi più trafficati. La scelta di utilizzare il legno, poi, ha donato naturalezza alle figure statuarie dei giganti, capaci di integrarsi all’ambiente circostante, tra alberi, verde pubblico e piante di ogni genere. In secondo luogo, l’idea di accompagnare ogni scultura con un piccolo testo o una mappa, porta l’avventuriero alla riflessione, ad aguzzare l’ingegno divertendosi, comprendendo, muovendosi tra un albero e l’altro, l’importanza che questi veri giganti per natura – gli alberi – hanno per la nostra sopravvivenza. Un po’ come se questi giganti di legno, ci accompagnassero alla scoperta di ciò che da sempre è casa per noi e per tutti gli esseri viventi: Madre Natura.
Ecco allora che le sue opere interagiscono con la natura e con noi, quasi confondendosi con essa e mostrandoci quante meraviglie siano alla nostra portata, spettacoli naturali che, abitando in città, nelle nostre scatole di mattoni e cemento, a volte tendiamo a dimenticare. Le sculture, sembrano posizionate in modo da difendere il bosco, sostenerlo, integrandosi con esso. Per esempio, il simpatico Troll gigante, che sostiene una piccola altalena per far divertire i bambini, è dotato di una chioma ribelle naturale: i suoi capelli, infatti, sono stati realizzati utilizzando piante selvatiche.
Lo stesso effetto si può ammirare osservando il volto della Dea Terra, questa volta ad Amburgo, che spunta dal terreno per mostrarci che lei esiste, con la sua folta chioma formata da un albero, i tratti del viso molto marcati, gli occhi grandi. Come se fosse posta lì per ricordarci – e un po’ ammonirci – che la terra su cui viviamo ogni giorno, e dalla quale attingiamo, è il suo caldo e generoso corpo che ci abbraccia e ci sostiene. Fa parte di noi, nonostante tutti i torti che le facciamo, i soprusi e le nostre dimenticanze.
Un messaggio che Dambo con la sua squadra di volontari stanno diffondendo per il mondo: prendersi cura del nostro Pianeta e riscoprirlo prima che sia troppo tardi.
Foto: ©Thomas Dambo