Boyan Slat, un ragazzo olandese poco più che ventenne, ha ricevuto il riconoscimento dell’UNEP “Champions of the Earth”, è stato riconosciuto come uno dei venti più promettenti giovani imprenditori di tutto il mondo (Intel EYE50), il Re di Norvegia gli ha conferito il Premio Giovane Imprenditore dell’industria marittima e la rivista Forbes lo ha incluso nella sua lista dei 30 Under 30 più promettenti e no, non ha progettato un nuovissimo modello di smartphone.
Era il 2011 quando, durante un’immersione in Grecia, Boyan rimase profondamente segnato dall’enorme quantità di plastica presente in mare. In quel momento decise di cambiare la sua vita e quella degli oceani.
Ancora giovanissimo ha lasciato gli studi di ingegneria aerospaziale per dare vita a un tanto ambizioso quanto nobile progetto: ripulire gli oceani dalla plastica.
Nel 2013, in appena due anni, ha presentato al mondo la sua invenzione e al mondo l’idea è piaciuta.
Grazie a una campagna di crowfunding, in poco tempo è riuscito a raccogliere più di 2 milioni di dollari, cifra che gli ha permesso di radunare un team di esperti e dare vita al The Ocean Cleanup, una macchina composta da braccia lunghe circa 2000 mt che, sfruttando le correnti marine, convoglia la plastica presente negli oceani verso delle piattaforme galleggianti che la raccolgono. Il tutto senza arrecare danni ai fondali e senza disturbare le rotte dei pesci e la vita degli organismi marini.
Il concetto base che sta dietro l’idea di Boyan è molto semplice: perché correre dietro alla plastica quando possiamo far venire lei da noi?
Ad oggi la tecnologia di Boyan è stata testata nelle Azzorre con ottimi risultati ed entro pochi mesi barriere lunghe più di un chilometro saranno depositate a largo dell’Isola di Tsushima, Giappone.
Questo sarà solo il primo passo. Il secondo obiettivo sarà poi coprire un’area di oltre 100km entro il 2021 e ripulire la Great Pacific Garbage Patch, la più grande macchia di plastica in mare – si stima che la sua dimensione sia pari alla superficie dell’Europa – che si trova tra le Hawaii e la California.
Un progetto ambizioso, ma viste le premesse perché non crederci?
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