Plastic Beach, l’ambiente maltrattato raccontato dai Gorillaz

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Plastic Beach, l’ambiente maltrattato raccontato dai Gorillaz ultima modifica: 2015-08-22T09:00:36+02:00 da Alberto Pinto
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Uno scenario post catastrofico, la distopia di un mondo senza controllo e abbandonato a se stesso, dove la negligenza degli esseri umani ha preso il sopravvento su di essi.

Plastic Beach è il brano che dà il titolo al terzo album della virtual band britannica Gorillaz, eseguito insieme a Mick Jones e Paul Simonon. Uscito nel 2010, l’album ha come temi portanti il consumismo e l’ecologia, che esplodono nel concetto di Plastic Beach, un luogo immaginario che fa da ambientazione alle tracce del disco, ricostruito visivamente per i particolarissimi video musicali della band e per le copertine.

Cover di Plastic Beach dei Gorillaz

Si tratta di una sorta di iceberg che fluttua nell’Oceano, apparentemente un luogo idilliaco, ma visto da vicino non si rivela altro che un’accozzaglia di immondizia, una discarica tenuta insieme da olio e catrame. Le fattezze di Plastic Beach sono ispirate al Pacific Ocean Garbage Patch, l’enorme accumulo di spazzatura galleggiante, soprattutto composto da plastica, in pieno Oceano Pacifico. Un ammontare di oltre 100 milioni di tonnellate di detriti che appare come un isolotto.  Tutt’altro che un caso isolato, è causa di morte per moltissimi esemplari di animali che vi restano impigliati.

L’idea di una spiaggia di plastica arriva quando Damon Albarn, musicista che ha ideato e curato l’originale progetto dei Gorillaz, trovandosi in una spiaggia vicino casa sua, non può fare a meno di notare l’enorme quantità di plastica presente nella sabbia. Da qui la nascita di Plastic Beach, un luogo devastato il cui caos aleggia in tutte le tracce, da Welcome to the World of Plastic Beach, che parla di inquinamento dei mari e di un mondo senza speranza, alla stessa Plastic Beach, uno squarcio di mondo in cui sono condensati vari aspetti di un ambiente trascurato e maltrattato dall’uomo.

Un’unica balena che nel mare oscuro guarda le navi passare, senza rendersi conto del pericolo che incombe. È questa la prima immagine di un testo dalle tante interpretazioni, in cui la questione ambientale è sentita ed evidente.

Un'immagine del Pacific Ocean Garbage Patch, che ha ispirato l'aspetto di Plastic Beach
Un’immagine del Pacific Ocean Garbage Patch, che ha ispirato l’aspetto di Plastic Beach

Senza guardarsi indietro, le navi percorrono fondali sempre più colmi di rifiuti, in un paesaggio selvaggio  e incontrollato, con una spiaggia fatta di plastica dove il confine tra naturale e artificiale non è più tracciabile. “È un Casio su una spiaggia di plastica, è una discarica di polistirolo in fondo al mare”.

Casio è un famoso marchio che produce oggetti elettronici. Il riferimento potrebbe riguardare i sintetizzatori utilizzati per incidere l’album, ma anche costosi orologi che segnano un tempo digitale e incalzante di cui si è persa la cognizione. Ritrovare questi oggetti abbandonati sulla spiaggia, fuori dal loro contesto, è metafora di contrasto, di disordine, ma anche dell’uomo che non sa più dare valore alle cose, neanche all’ambiente in cui vive e che un giorno lascerà a qualcun altro.

Per i Gorillaz quello di Plastic Beach è uno dei progetti più sentiti, tanto da declinarlo in una serie di esperienze multimediali legate all’album da vivere su varie piattaforme, per seguire le vicende dei componenti della virtual band, ma anche per approfondire un messaggio di così grande peso sociale.

Plastic Beach è un mondo alternativo in cui è troppo comodo rifugiarsi, un mondo di plastica e quindi fittizio per definizione. È soprattutto un incisivo allarme riguardo al declino imminente a cui il nostro ambiente va incontro, parallelamente al declino morale degli uomini, consapevoli delle loro responsabilità, ma disinteressati a misurarsi seriamente con esse.

Di seguito il testo di “Plastic Beach” con la relativa traduzione.

 Plastic Beach / Plastic Beach

To the dark dark seas / Nei mari bui e oscuri
Comes the only whale / giunge l’unica balena
Watching ships go by / Osservando le navi andar via
It’s the day we try / É il giorno in cui ci proviamo
It doesn’t know / Non sa

It’s a Casio on a plastic beach / È un Casio su una spiaggia di plastica
It’s a Casio on a plastic beach / È un Casio su una spiaggia di plastica
It’s a styrofoam deepsea landfill / É una discarica di polistirolo in fondo al mare
It’s a styrofoam deepsea landfill / É una discarica di polistirolo in fondo al mare
It’s automated computer speech / È un linguaggio automatico computerizzato
It’s automated computer speech / È un linguaggio automatico computerizzato
It’s a Casio on a plastic beach / È un Casio su una spiaggia di plastica
It’s a Casio / È un Casio

If they hold you, whale /Se ti prendessero, balena
On a really hot day / In un giorno molto caldo
When the call got made / Quando la chiamata è stata fatta
You’ve gone away / Tu sei andata via
It doesn’t know / Non sa

It’s a Casio on a plastic beach / È un Casio su una spiaggia di plastica
It’s a Casio on a plastic beach / È un Casio su una spiaggia di plastica
It’s a styrofoam deepsea landfill / É una discarica di polistirolo in fondo al mare
It’s a styrofoam deepsea landfill / É una discarica di polistirolo in fondo al mare
It’s automated computer speech / È un linguaggio automatico computerizzato
It’s automated computer speech / È un linguaggio automatico computerizzato
It’s a Casio on a plastic beach / È un Casio su una spiaggia di plastica
It’s a Casio / È un Casio

Plastic Beach, l’ambiente maltrattato raccontato dai Gorillaz ultima modifica: 2015-08-22T09:00:36+02:00 da Alberto Pinto
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Plastic Beach, l’ambiente maltrattato raccontato dai Gorillaz ultima modifica: 2015-08-22T09:00:36+02:00 da Alberto Pinto

Beneventano, laureato in comunicazione audiovisiva. Appassionato di cinema, serie televisive, viaggi e di tutto ciò che è arte e comunicazione. Creativo, curioso e sognatore, ama immergersi nelle storie e scoprirne dettagli e sfaccettature. Per eHabitat scrive di musica e di cinema

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