Gli Aristogatti, il jazz a quattro zampe di Walt Disney compie 45 anni

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Gli Aristogatti, il jazz a quattro zampe di Walt Disney compie 45 anni ultima modifica: 2018-02-04T08:00:11+01:00 da Emanuel Trotto
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Il fatto

Parigi, 1910. La cantante lirica in pensione Adelaide Bonfamille vuole lasciare tutti i suoi averi ai suoi amati gatti. La gatta Duchessa e i suoi cuccioli Minou, Matisse e Bizet. Dopo la morte di questi ultimi l’eredità passerà al maggiordomo Edgar. Quest’ultimo decide di rapire e far sparire gli animali in modo da avere la precedenza. Ma non ha fatto i conti con i gatti, disposti a tutto per tornare a casa

Gli Aristogatti

Il commento

La Disney, da generazioni, ha sempre creato una serie di film d’animazione che sono divenuti un pilastro. Sia nella storia del cinema sia nel cuore di tutti i bambini, per generazioni. Nonni, figli e nipoti hanno visto e rivisto tutti i principali classici della tradizione. Un aneddoto che mi racconta spesso mia nonna risale a quando, all’età di quattro anni, andò a vedere il primo film di Walt Disney, ovvero Biancaneve e i sette nani (1937). In particolare il ricordo che fa tenerezza è che andò in un cinema di Biella oramai scomparso, l’Apollo, con suo padre. Il mio bisnonno dovette piegare la giacca per far sedere mia nonna in modo che potesse vedere lo schermo. Come minimo, quattro generazioni sono cresciute con il mondo di Walt Disney.

Io, di questo ciclo, sono uno dei rappresentanti della penultima generazione. Tra i miei primi ricordi ho la fila di videocassette che i miei genitori avevano comprato ancora prima che ne avessi memoria. Una di queste, una delle mie preferite era quella con un adorabile micione rosso con un colletto bianco sulla costa. Quel micione altro non era che Romeo “er mejo del Colosseo, uno dei principali personaggi de Gli Aristogatti del 1970. Il film è stato l’ultimo supervisionato da Walt Disney prima della sua morte nel 1966. Nell’ultima parte della sua vita è cominciata quella che mi piace ricordare come la fase più anarchica della sua casa di produzione. Si mettono, temporaneamente, da parte i risvolti più prettamente favolistici, per perseguire una linea più animalista e realistico-satirica.

Aristogatti1

Questa linea ha il suo inizio con La carica dei 101 (1961), di Wolfgang Reitherman. Egli firmerà i principali film di questa fase. Con questo film si inaugura quel filone, in cui il regno animale è mille volte preferibile a quello umano. In quest’ultimo convivono ingenuità, cupidigia e follia. Nel film del 1961 è il dalmata Pongo il narratore della storia. Questa scelta narrativa può essere sia una dichiarazione d’intenti che un passaggio di testimone.

Come se Disney avesse deciso che l’animale è il miglior medium per dialogare con il suo pubblico. Essi sono più vicini alla genuinità che li avvicina al mondo dei bambini. Comunicando il messaggio anche agli adulti, di restare un po’ bambini. Altrimenti sentimenti troppo “umani” come l’avarizia, l’insensibilità, l’invidia, li distruggerà. Su questa strada si muovono sia antagonisti umani (Crudelia, Edgar) che animali con sentimenti umani (Shere Khan e Principe Giovanni).

Aristogatti2

Gli Aristogatti che, quasi due mesi fa, ha compiuto il suo 45mo compleanno (uscì negli Stati Uniti la prima volta l’11 dicembre 1970) fa parte di questo blocco di film. La storia è un po’ derivativa e anacronistica (il rapimento dei micetti riprende La carica; il jazz nella Francia del 1910 non è ancora arrivato). Ma il messaggio non cambia. I personaggi umani sono relegati principalmente sullo sfondo e il machiavellico Edgar è l’unico ad avere uno spazio importante nella storia. Si muove fra cavalli, gatti e topi, sottovalutandoli. Sarà infatti tale coalizione animalesca a metterlo fuori combattimento.

Se il mondo degli umani è puramente accessorio, per il mondo animale il discorso è diverso. I sobborghi parigini, avidi d’umanità, sono ricchi di simpatici bohemiène pennuti (zio Reginaldo) e di una gang felina multietnica ben assortita. La campagna è controllata da segugi della vecchia scuola. Un universo vivo, vitale, sincero. Alla fine tutti, persino l’aristocratica giumenta domestica e il topino proletario si buttano nella mischia jazzistica spacca-timpani. Tutti i film Disney successivi faranno lezione della strada tracciata da La carica, passando per Gli Aristogatti, fino a Le avventure di Bianca e Bernie (1977). Una lezione che ricordiamo ancora oggi e che ha fatto scuola. Perché è questo che fanno i classici.

Scheda film

  • Regia: Wolfgang Reitherman;
  • Soggetto: Tom McGowan, Tom Rowe;
  • Sceneggiatura: Larry Clemmons, Vance Gerry, Ken Anderson, Frank Thomas, Ralph Wright;
  • Interpreti (voci originali): Phil Harris (Romeo), Eva Gabor (Duchessa), Sterling Holloway (Groviera), Scatman Crothers (Scat Scat), Paul Winchell (Shun Gon), Lord Tim Hudson (Hit Cat), Bill Thompson (Zio Reginaldo), Roddy Maude-Roxby (Edgar), Charles Lane (George Hautecourt), Hermione Baddeley (Adelaide Bonfamille);
  • Origine: USA 1970 (Walt Disney Production);
  • Durata: 78′
  • Temi: CINEMA, ANIMALI

Gli Aristogatti, il jazz a quattro zampe di Walt Disney compie 45 anni ultima modifica: 2018-02-04T08:00:11+01:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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