Carovana dei ghiacciai 2023

Carovana dei ghiacciai 2023, il bilancio ed il Manifesto per la loro tutela

in Natura|News
Carovana dei ghiacciai 2023, il bilancio ed il Manifesto per la loro tutela ultima modifica: 2023-10-17T07:04:11+02:00 da Marco Grilli
da

Carovana dei ghiacciai 2023 conferma gli arretramenti e le perdite di volume dei giganti bianchi dell’intero arco alpino e lancia un Manifesto per la loro governance 

I giganti bianchi dell’arco alpino sono sempre più a rischio a causa del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici: è quanto emerge dal bilancio finale di Carovana dei ghiacciai 2023, la campagna internazionale promossa da Legambiente con l’ausilio scientifico del Comitato glaciologico italiano (CGI), che quest’anno si è avvalsa della collaborazione della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA).

Il consueto viaggio ad alta quota per denunciare l’inesorabile declino dei ghiacciai – giunto alla sua quarta edizione – si è tenuto dal 20 agosto al 10 settembre in sei tappe che hanno toccato anche la Svizzera e l’Austria, scandite da attività di monitoraggio, mobilitazioni, escursioni e performance artistiche.

La crisi climatica non conosce confini, così come il ritiro dei ghiacciai, fenomeno che coinvolge l’intero arco alpino. Da questi presupposti nasce la proposta, condivisa con esperti provenienti da tutti i Paesi alpini, di una governance europea dei ghiacciai”, ha affermato Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente, presentando così il “Manifesto per una governance dei ghiacciai e delle risorse connesse” scaturito dal convegno internazionale di Salecina (Maloja, Svizzera), evento conclusivo della Carovana che ha riunito esperti glaciologi di tutti i Paesi alpini.

Lo scioglimento dei ghiacciai è fuori controllo

Instabilità glaciale, frane, colate detritiche sono ormai riconosciute come una delle evidenze più esplicite delle trasformazioni che stanno avvenendo in alta montagna per effetto del riscaldamento globale. Non sono tanto i singoli eventi a preoccupare, ma la frequenza e la violenza con cui gli eventi, negli ultimi 30 anni, si stanno verificando”, denuncia Legambiente.

La Carovana

20 giorni di viaggio, continue attività di monitoraggio, escursioni di circa 72 km con un dislivello di 4mila metri, flahmob, esibizioni musicali ed artistiche, dibattiti, testimonial d’eccezione: è stata questo e molto di più la Carovana dei ghiacciai 2023, occasione utile anche per promuovere la “Carta di Budoia per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici, un documento programmatico stilato dai Comuni alpini che mira a fare delle Alpi un territorio ad hoc per la prevenzione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Con questa dichiarazione volontaria, i firmatari si impegnano ad attuare misure locali di adattamento nell’ambito delle attività di pianificazione di competenza dell’amministrazione comunale, promuovendo al contempo il dibattito pubblico per aumentare la consapevolezza dei cittadini sul tema e mettendo in campo azioni per valutare i potenziali rischi e le opportunità dei cambiamenti climatici per il territorio comunale. I vari flashmob realizzati nelle diverse tappe hanno inoltre contribuito a focalizzare l’attenzione su tematiche assai rilevanti per l’ecosistema montano.

La Carovana dei ghiacciai è stata un’occasione per far incontrare gli operatori glaciologici con le popolazioni locali, commentare con loro l’attuale drammatica situazione dei ghiacciai alpini e valutare i possibili scenari evolutivi dell’alta montagna. Un dialogo indispensabile per elaborare soluzioni alla crisi climatica che siano fondate su dati scientifici, realmente incisive e condivise sul territorio”, ha commentato Marco Giardino, vice presidente del CGI e docente di geomorfologia all’Università di Torino.

Il lavoro fondamentale della Carovana è consistito nelle attività di monitoraggio, i cui esiti hanno fornito un quadro impietoso sullo stato di salute dei giganti bianchi.

Ghiacciai alpini sempre più a rischio, il report Carovana dei ghiacciai non lascia dubbi

Il ghiacciaio del Rutor, il terzo per estensione della Val d’Aosta, ha registrato dal 1865 ad oggi una perdita di superficie di circa 4 km², di cui 1,5 km² negli ultimi cinquant’anni. “Il nuovo record italiano dello zero termico raggiunto alla stazione di radiosondaggio Novara Cameri a 5.328 metri testimonia l’aumento senza precedenti delle temperature e l’inesorabile destino dei nostri ghiacciai alpini, in piena emorragia, per effetto della crisi climatica”, sottolinea Legambiente.

La seconda tappa ha toccato il ghiacciaio del Belvedere (Piemonte), che dagli anni Cinquanta ad oggi ha perso circa il 20% di superficie e negli ultimi 10 anni ha visto scomparire circa 60 metri di spessore. Una situazione molto preoccupante anche per la crescente instabilità dell’area e per la notevole quantità di acqua in circolo nel sistema glaciale.

In Lombardia è stata oggetto di analisi il ghiacciaio di Dosdè Est e gli esiti sono stati altrettanto negativi, basti ricordare la perdita media annuale di 1,6 ettari ed il ritiro di oltre 1 chilometro dal 1932, per un 47% di superficie in meno. Il flashmob di Legambiente in Alta Valtellina è stato inoltre un’occasione per ribadire la contrarietà al turismo insostenibile ad alta quota ed alle opere impattanti, con particolare riferimento a tre progetti lombardi: la tangenziale di Bormio, il progetto di collegamento sciistico Valfurva-Bormio-Livigno ed i nuovi bacini per l’innevamento artificiale.

Nella Carovana non poteva poi mancare la tappa in Trentino Alto Adige, dove è stato visitato il ghiacciaio del Mandrone, il più esteso in Italia. Pure il re dei giganti bianchi è in stato di sofferenza, lo dimostra la perdita di ben 50 ettari di superficie negli ultimi otto anni. Di fronte a tale emergenza per Legambiente urgono riforme strutturali in linea con la strategia dell’Unione europea sulla biodiversità, quali l’aumento delle aree protette al 2030 e la riqualificazione dei fiumi.

La deglaciazione, infatti, condiziona il deflusso delle acque e il loro stoccaggio nei settori montuosi così come influisce sugli ecosistemi alpini nella loro globalità e sulla quantità e qualità delle risorse idriche che dalle montagne vengono utilizzate nelle zone di pianura”, ricorda Marco Giardino. In tempi di cambiamenti climatici non bisogna poi dimenticare che i territori più dotati di servizi ecosistemici sono generalmente più resilienti anche in presenza di eventi estremi.

La Carovana ha oltrepassato pure il confine: in Austria è stata la volta del ghiacciaio Ochsentaler, arretrato di circa 2.400 metri dal 1850 ad oggi (nello stesso periodo la superficie totale del gruppo del Silvretta si è ridotta del 68% ed i ghiacciai austriaci potrebbero ridursi o scomparire del tutto entro la fine di questo secolo), mentre in Svizzera la visita ha riguardato il ghiacciaio del Morteratsch, che è arretrato di circa tre chilometri dal 1878 ad oggi, perdendo ben 23 metri solo nel 2022.

I ghiacciai della Svizzera hanno perso la metà del volume in meno di un secolo

Il Manifesto

Punto fondamentale di partenza per avviare nuove progettazioni e alleanze” secondo Vanda Bonardo – responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente CIPRA Italia – il “Manifesto per una governance dei ghiacciai e delle risorse connesse” “rappresenta il primo passo per mettere in campo efficaci misure per rallentare il fenomeno, attraverso concrete politiche di mitigazione e urgenti azioni di adattamento per fronteggiare le conseguenze già oggi evidenti, a partire dalle risorse idriche fino al rischio idrogeologico, che ne derivano. Dobbiamo essere consapevoli che quanto sta succedendo in alta quota coinvolge anche il territorio a valle. Quindi per affrontare il fenomeno del ritiro dei ghiacciai alpini, non ci si deve limitare solo alle aree di montagna ma richiedere politiche a scala molto più ampia”, commenta Giorgio Zampetti.

Ecco dunque le sette azioni previste dal Manifesto per avviare il percorso di transizione:

  1. Istituire contesti di confronto che coinvolgano amministratori regionali e locali, gruppi di ricerca, associazioni e imprese, per lavorare insieme con l’obiettivo di migliorare la capacità di governance dei ghiacciai europei, nonché le conoscenze e il know-how scientifico e tecnico.
  2. Promuovere e mettere in rete le esperienze provenienti da diverse situazioni geografiche, politiche e climatiche.
  3. Creare una rete di competenze multidisciplinari da condividere per costituire una Governance Europea dei Ghiacciai (EGG).
  4. Orientare le scelte dell’Unione Europea alla tutela degli ambienti glaciali, dai ghiacciai alle calotte glaciali, e alla riduzione degli impatti sulla criosfera e sull’uso del suolo e dell’acqua.
  5. Costruire un sistema europeo di monitoraggio del rischio criosferico, mettendo in comune le esperienze maturate a livello locale e regionale e costruendo un sistema comune di regole.
  6. Collaborare con l’Università, i Centri di ricerca e la Scuola per sensibilizzare e accrescere la consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni e per sviluppare percorsi di formazione al fine di costruire nuove professionalità nel campo della mitigazione e dell’adattamento.
  7. Valorizzare e coordinare gli strumenti e le politiche internazionali per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici nelle Alpi, in particolare quelle sviluppate dalla Convenzione delle Alpi come il Piano d’Azione Clima 2.0, le Linee Guida per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici nelle Alpi e le relative iniziative di attuazione come la Carta di Budoia per l’Adattamento Locale ai cambiamenti climatici.

Occorre agire, perché la riduzione di queste risorse naturali costituisce un danno per l’ambiente, l’economia e la nostra sicurezza.

[Credits foto: Legambiente]

Carovana dei ghiacciai 2023, il bilancio ed il Manifesto per la loro tutela ultima modifica: 2023-10-17T07:04:11+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Natura

Go to Top