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Trasporto animali vivi, l’analisi della Corte dei Conti europea

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Trasporto animali vivi, l’analisi della Corte dei Conti europea ultima modifica: 2023-05-31T06:03:27+02:00 da Marco Grilli
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Il trasporto di animali vivi da e verso l’Unione europea rappresenta un problema, la Corte dei Conti Ue chiede ai governi di valutare alternative più sostenibili e rispettose del benessere animale

Il trasporto di animali vivi è un problema urgente che richiede interventi immediati a tutela del benessere animale. Nel periodo 2017-2021 sono stati trasportati ben 1,6 miliardi di animali vivi tra Stati membri dell’Unione europea (Ue) e verso/da Paesi non-Ue. Altrettanto notevoli risultano i numeri degli allevamenti:  nel 2021 nel Vecchio Continente sono stati allevati 76 milioni di bovini, 142 milioni di suini, 60 milioni di ovini, 11 milioni di caprini, oltre a miliardi di capi di pollame ecc. Nel corso della loro vita gli animali possono essere trasportati su strada, per ferrovia, via mare o tramite aereo – dal territorio europeo o verso di esso – per motivi di allevamento, ingrasso o macellazione.

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Tale situazione è fonte di enorme stress, sia durante il processo di carico e scarico che durante i viaggi spesso a lunghissima percorrenza, dove gli animali possono soffrire di mancanza di spazio e d’aria, fame, sete, caldo e scarso riposo. Se è pur vero che l’Ue ha adottato norme in materia di tutela degli animali durante il trasporto, la Commissione europea e numerosi studi accademici hanno riscontrato evidenti lacune, poiché gli attuali standard per il benessere non sono sempre rispettati e si rivelano spesso inadeguati.

Sull’argomento è intervenuta pure la Corte dei Conti europea, che ha presentato un’analisi basata su informazioni di dominio pubblico, materiale raccolto appositamente e precedenti lavori di audit della Corte stessa.

Il report della Corte dei Conti Ue

Il trasporto di bestiame all’interno dell’Ue e verso paesi non-Ue è influenzato da vari fattori interconnessi, principalmente di natura economica e regolamentare. L’Ue ha introdotto le prime norme sulla protezione degli animali durante il trasporto più di 40 anni fa, ma nel suo report la Corte dei Conti Ue sottolinea che la normativa europea in materia di trasporto degli animali non è fatta rispettare in modo uniforme da parte degli Stati membri.

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Nel 2020 i Paesi Ue hanno effettuato più di 900mila controlli ufficiali, comminando quasi 8mila sanzioni per violazioni riguardanti l’idoneità degli animali, le pratiche e la documentazione di trasporto. Sono proprio gli Stati membri a determinare ed imporre le sanzioni, con notevoli differenze nelle procedure amministrative e sanzionatorie applicate. I trasportatori possono dunque sfruttare le scappatoie derivanti dalla diversità dei vari regimi sanzionatori, da qui la necessità già espressa dalla Commissione Ue di un’applicazione più armonizzata delle norme nel settore del trasporto degli animali.

La Corte dei Conti Ue evidenzia anche i limiti della Politica agricola comune (Pac), che ha sostenuto la zootecnia per assicurare forniture stabili di prodotti alimentari dal prezzo accessibile, accentuando la specializzazione e concentrazione degli allevamenti. Ciò ha inciso sul trasporto di animali vivi, senza garantire il loro benessere. La nuova Pac introdotta nel 2023 non prevede alcuna modifica significativa in materia.

I fattori economici sono quelli che influenzano maggiormente le scelte riguardanti il trasporto di animali vivi. Nel mercato unico, gli allevatori ed i produttori di carne mirano soprattutto a ridurre i costi, massimizzare i profitti ed ottimizzare le economie di scala sfruttando le differenze di costo tra gli Stati membri. “L’impatto negativo del trasporto sul benessere degli animali potrebbe essere mitigato riducendo il numero e la lunghezza degli spostamenti, migliorando le condizioni degli animali vivi durante il trasporto e trovando alternative al trasporto degli animali”, si legge nel report.

Nei costi degli spostamenti o nel prezzo della carne la sofferenza degli animali non viene considerata. Purtroppo però sono pochi i dati disponibili sia per stabilire l’incidenza dei costi di trasporto sul prezzo finale della carne, sia sulle conseguenze finanziarie dei problemi di benessere animale durante il trasporto. Tale situazione impedisce alla Commissione Ue e alle autorità degli Stati membri di stabilire degli incentivi in favore delle imprese di trasporto disposte ad adottare misure per evitare sofferenze inutili.

Un ruolo importante può essere svolto anche dai consumatori, poiché le loro preferenze incidono sul trasporto degli animali. Dallo studio della Commissione europea sull’etichettatura per il benessere degli animali è emerso che i consumatori tengono conto del benessere animale durante i loro acquisti e sono disposti a pagare di più se previamente informati delle condizioni di allevamento. “Tuttavia, il solo numero dei differenti regimi di etichettatura, specie a livello nazionale, e l’assenza di informazioni specifiche, rendono difficile per i consumatori compiere scelte informate”, si legge nel report.

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Oggi il Green Deal europeo e la strategia “Dal produttore al consumatore” promuovono la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile. Il primo suggerisce che il prezzo del trasporto di animali vivi tenga conto del suo impatto ambientale. Un corretto sistema di incentivi potrebbe incoraggiare i comportamenti sostenibili, ma la Commissione Ue non ha dubbi nel ritenere che la transizione debba avvenire con cambiamenti strutturali nella catena di approvvigionamento e nei modelli di consumo alimentare .

Vi è inoltre un altro limite importante nell’Ue, le banche dati nazionali create per l’identificazione degli animali, la registrazione delle aziende e la certificazione sanitaria, non sono attualmente idonee a fornire alla Commissione europea dati centralizzati esaustivi sul trasporto degli animali.

Le proposte della Corte dei Conti europea

Nella sua analisi la Corte dei Conti europea ha individuato numerose sfide per i decisori politici e i portatori d’interessi dell’Ue. In primo luogo occorre individuare e adottare alternative al trasporto degli animali e migliorare l’informazione per aiutare i consumatori a compiere scelte informate, promuovendo al contempo i cambiamenti strutturali verso un sistema alimentare maggiormente sostenibile.

Sarà fondamentale inoltre l’assegnazione di un valore monetario alla sofferenza degli animali durante gli spostamenti, il tutto in una visione d’insieme esaustiva e centralizzata della materia in questione, dove un ruolo cruciale dovrebbe essere svolto dalle nuove tecnologie.

La Corte formula delle proposte utili in vista della prossima revisione della normativa Ue in materia. In primis il trasporto di carni al posto degli animali vivi e l’utilizzo di impianti di macellazione locali e mobili. Bisognerebbe poi aumentare la trasparenza e l’armonizzazione dell’etichettatura delle carni, ad esempio tramite un sistema di etichettatura che faccia riferimento al benessere degli animali dell’Ue. Per incoraggiare comportamenti sostenibili la Corte chiede di fornire i giusti incentivi a produttori, utenti e consumatori, sviluppando al contempo una metodologia per contabilizzare la sofferenza degli animali nei costi di trasporto e nel prezzo della carne.

Infine andrebbe sfruttato il potenziale delle tecnologie dell’informazione, ricorrendo ai miglioramenti tecnologici per tracciare tutti gli spostamenti di animali, ad esempio con l’utilizzo di telecamere e sensori per misurare e monitorare il loro benessere durante gli spostamenti, e di strumenti digitali per ottimizzare la pianificazione e la logistica del trasporto.

Per chiudere sull’impegno in Italia, Animal Equality ha lanciato una petizione rivolta al governo per chiedere di vietare i viaggi a lunga distanza all’interno dell’Ue e l’esportazione di animali vivi verso paesi terzi.

[Credits foto Animal Equality Italia]

Trasporto animali vivi, l’analisi della Corte dei Conti europea ultima modifica: 2023-05-31T06:03:27+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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