Operazione cervo italico, nuovo areale in Calabria per questa sottospecie a rischio

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Operazione cervo italico, nuovo areale in Calabria per questa sottospecie a rischio ultima modifica: 2023-05-04T06:17:55+02:00 da Marco Grilli
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L’Operazione cervo italico ha permesso il trasferimento dei primi 20 individui di questa sottospecie a rischio dal Bosco della Mesola in Emilia Romagna al Parco regionale delle Serre in Calabria

Il principe della foresta è in cerca di spazio. Un tempo largamente diffuso in buona parte d’Italia, il cervo italico (Cervus elaphus italicus) è una sottospecie autoctona a rischio estinzione ridotta a 300 esemplari che vivono nel Bosco della Mesola, in provincia di Ferrara. Per garantire la sua sopravvivenza è partita l’ “Operazione cervo italico”, che grazie alla collaborazione di vari enti ed istituzioni è riuscita a realizzare la sua prima fase con il trasferimento di un primo nucleo di 20 individui dall’Emilia Romagna al Parco naturale regionale delle Serre in Calabria.

Il progetto

Questa importante operazione di tutela della biodiversità è stata possibile grazie al finanziamento della Regione Calabria ed ai fondi raccolti dal WWF Italia, oltre al supporto di Arcaplanet e di altri sostenitori. Il WWF Italia è riuscito a riunire vari partner ed il progetto s’inserisce all’interno della sua campagna ReNature, tesa ad invertire la perdita di specie ed habitat per conseguire l’obiettivo di un mondo nature positive entro il 2030.

“Grazie alla collaborazione tra più enti e istituzioni, la missione è quella di salvare dall’estinzione una sottospecie del tutto unica: tutti i cervi presenti nel resto della penisola sono, infatti, cervi europei (Cervus elaphus hippelaphus) introdotti in Italia a partire dal secondo dopoguerra e oggi in progressiva espansione. La Riserva Naturale Statale “Bosco della Mesola”, in provincia di Ferrara, ha conservato fino ad oggi gli ultimi 300 esemplari di cervo italico che, in condizioni di isolamento genetico, hanno un futuro incerto per il rischio di consanguineità, di possibili modificazioni dell’habitat o possibili epidemie”, scrive il WWF Italia nella presentazione del progetto.

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Tramite questo riuscito trasferimento, l’ “Operazione cervo italico” ha realizzato uno degli obiettivi già previsti dal Programma nazionale di conservazione del Cervo della Mesola del 2010, che mirava a creare un’altra popolazione in natura per aumentare le probabilità di sopravvivenza di questo prezioso animale. Lo studio di fattibilità condotto dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) ha permesso di individuare l’area adatta per la reintroduzione, ovvero il Parco naturale regionale delle Serre in Calabria, rivelatosi idoneo per le caratteristiche ecologiche e soprattutto per l’assenza di nuclei di cervo europeo.

Vari partner collaborano al progetto: il Parco sopra menzionato; il WWF Italia coordinatore operativo;  i Carabinieri forestali, che gestiscono la riserva naturale Bosco della Mesola ed hanno presieduto alle operazioni di trasporto e sorveglianza nel sito di rilascio grazie al reparto territoriale competente; l’Università degli studi di Siena quale riferimento scientifico; DREAM Italia, ente di studi faunistici con notevole esperienza nella gestione degli ungulati; l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana ed infine il Dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

operazione cervo italico WWF
Un esemplare di cervo italico, specie a forte rischio estinzione

Il progetto prevede la cattura ed il rilascio nell’area prescelta di almeno 20 individui per anno nel triennio 2023-2025. Dopo le complesse operazioni di cattura, nello scorso mese di marzo i primi 20 esemplari sono stati trasferiti ad oltre 100 km di distanza nel parco calabrese, divenuto ancora più importante per l’aumentato valore della sua biodiversità. Ogni anno il rilascio avverrà sempre nella fascia temporale che va dal mese di novembre a quello di marzo per non interferire con le fasi più delicate del ciclo biologico della specie. Nei prossimi mesi si terranno incontri pubblici nei Comuni dell’area protetta del Parco naturale regionale delle Serre. Spazio quindi alla campagna informativa per far conoscere ai cittadini il valore di questo progetto, le operazioni svolte e l’importanza del cervo italico ai fini della biodiversità locale ed italiana.

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Il cervo italico, sottospecie a rischio  

Il cervo italico è autoctono in Italia e rappresenta un’entità faunistica – diversificata dalle altre popolazioni europee di cervo rosso – di estrema rilevanza sotto il profilo zoogeografico, ecologico, conservazionistico e storico. Messo a rischio dalla trasformazione degli habitat e dalla caccia, si ritrova oggi nel Bosco della Mesola, una storica riserva naturale di 1.058 ettari che costituisce un residuo di un esteso complesso forestale, capace nel Medioevo di ricoprire la fascia costiera padana. Caratteristiche principali del cervo italico sono le modeste dimensioni corporee, lo scarso dimorfismo sessuale ed i palchi semplificati rispetto ad altre popolazioni di cervo rosso.

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Il cervo della Mesola è identificato come unità indipendente di conservazione e rappresenta oggi una priorità da tutelare e salvaguardare a livello nazionale, trattandosi di una popolazione di circa 300 esemplari mai stata oggetto di ripopolamenti con individui di provenienza esterna. Recenti studi genetici hanno confermato l’assoluta unicità di questo così importante nucleo, riconosciuto come sottospecie unica.

Purtroppo però non mancano le minacce, perché “la sopravvivenza a lungo termine del nucleo di cervo della Mesola è messa a rischio da fattori demografici, dovuti all’esiguità della popolazione, dal basso tasso riproduttivo del nucleo sopravvissuto, dalla competizione interspecifica con il daino, dalla mancanza di sottopopolazioni alternative a quella principale, oltre che dalla bassa variabilità genetica, si legge nel Programma nazionale di conservazione del cervo della Mesola già citato, pubblicato nel 2010 ma ancora estremamente attuale.

Al di là di quanto spiegato, lo stesso Programma sottolineava i rischi collegati all’estrema esiguità dell’areale di distribuzione. Per garantire il futuro a questa popolazione sono necessarie dunque varie azioni che comprendono la raccolta di dati a carattere genetico, biometrico e sanitario, l’incremento del contenimento del daino, la realizzazione di miglioramenti ambientali nelle aree prative e boscose, nonché la costituzione di nuclei alternativi a quello della Mesola. Il tutto tenendo presente la necessità di strategie per mantenere la variabilità genetica e le fondamentali iniziative di educazione ambientale e divulgazione.

L’ “Operazione cervo italico” rappresenta dunque un tassello fondamentale per consentire la sopravvivenza a medio-lungo termine di questa popolazione unica, poiché prevede appunto la reintroduzione in natura in altre aree giudicate idonee, come quella del Parco naturale regionale delle Serre. “A oltre 30 anni dall’operazione cervo sardo, lanciata dal WWF per salvare, anche grazie all’acquisto della Riserva di Monte Arcosu, l’altra sottospecie di cervo (Cervus elaphus corsicanus) tipica dell’isola (e che oggi è passata da poche centinaia a quasi 10.000 individui), si spera che il futuro del cervo italico possa essere altrettanto roseo”, si augura il WWF Italia.

Buona fortuna principe della foresta!

[Credits foto: archivio Parco Delta del Po Emilia-Romagna, parcodeltapo.it]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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