Isabella Dalla Ragione, una donna che salva la frutta scomparsa o in via d’estinzione e riscopre antichi sapori della nostra terra
Non solo gli animali vanno in estinzione. Preziose piante e varietà di frutta stanno scomparendo dalla nostra quotidianità e dal nostro pianeta perché trascurate, estirpate, disprezzate, non più coltivate per meri interessi commerciali.
Una donna, in Umbria, ha voluto salvare il salvabile ed è alla continua ricerca di frutti e piante da non perdere.
Isabella Dalla Ragione, questo il suo nome, si definisce “archeologa della frutta”. Il suo obiettivo è quello di scovare e proteggere piante che stanno per scomparire. Fino ad oggi è riuscita a ritrovare almeno 500 varietà di frutta e a sistemarle nel suo giardino che al momento vanta 440 piante e lei stessa definisce “Frutteto collezione”: pera fiorentina, fico asinaccio, ciliegia corniola, ne sono solamente un accenno.
Al Festival di Berlino 2012, il regista Yung Chang ha dedicato a lei e suo padre una parte del film “The Fruit Hunters”, i cacciatori di frutti.
Appassionata fin da bambina
Appassionata di natura fin dall’infanzia, infatti, Isabella eredita proprio dal padre la passione per le cose di un tempo, per gli oggetti abbandonati spesso per moda dall’uomo, il cui valore va riscoperto: ciò che fa l’archeologia, appunto. Un modo di vedere le cose che verrà presto esteso anche alla ricerca di piante in via di estinzione, salvate e riportate in coltivazione tramite la tecnica dell’innesto.
Isabella è agronoma, le competenze in campo agrario certo non mancano, ma il lavoro è difficile. Non si tratta soltanto di scovare antiche specie arboree all’interno di vecchi giardini o conventi, ma di ricostruirne la storia, riscoprirne il corretto metodo di coltivazione, le conoscenze popolari e soprattutto la ricerca di quei prodotti che sono stati per secoli sulle tavole degli italiani e che ormai possiamo contemplare solamente in alcuni quadri o di cui si può discutere con gli ultimi anziani contadini rimasti.
Isabella, infatti, sostiene una sfida ancora più grande: si lascia ispirare dai quadri pieni di frutta e da manuali di epoche passate, senza scoraggiarsi, nella speranza di ritrovarne alcune varietà.
Interessi economici dell’era industrializzata e colture di massa man mano sono stati responsabili di una diminuzione e sempre più ristretta selezione dei prodotti, soprattutto di quelli più delicati che non si adeguano allo stile di vita odierno frenetico e “a lunga conservazione”.
Un ritorno alla genuinità
L’intento di Isabella, invece, è quello di riscoprire sapori e profumi antichi, di ridare vita a prodotti che sono appartenuti per secoli al nostro patrimonio agrario, sostenere la biodiversità di ogni frutto e pianta del nostro Paese, per un futuro più sostenibile. Ritornando magari a vivere con ritmi più lenti, prodotti più sani e riapprezzando ogni singolo frutto della nostra terra.
A lei si sono uniti, in nome della sua nobile missione, organismi come la Fao, la Bioversity International e l’Università di Perugia creando nel 2014 la Fondazione Archeologia Arborea. Progetto di successo a cui hanno contribuito anche attori come Bill Pullman, Gerard Depardieu e Anna Galiena, uniti da una grande motivazione, come spiega Isabella sul sito della fondazione stessa:
“[… ]Perché abbiamo creduto che fosse necessario prendersi la responsabilità di salvare e conservare non solo il patrimonio genetico vegetale ma anche il sapere tradizionale e la cultura rurale, perché crediamo che senza le nostre radici colturali e culturali non ci sia futuro sostenibile […]”
[Cover Image: ©Max Intrisano]