Focaccia Blues, il documentario che racconta la storia del panettiere pugliese che ha vinto contro McDonald’s.
Il fatto
Focaccia Blues è la vera storia, fra finzione e realtà, di Luca di Gesù, modesto panettiere che, apre una focacceria tradizionale ad Altamura nel 2001. Pochi mesi prima è stato inaugurato il primo Fast Food McDonald’s. Nel giro di un anno il colosso della ristorazione chiude per mancanza di clientela: la storia del panettiere che ha vinto contro McDonald’s fa rapidamente il giro del mondo.
Il commento
Chi non ha mai pensato, sentendo una storia che ha dell’incredibile: “E’ proprio una storia da film!” e quanti, una volta usciti dalla sala di un cinema commentano scettici: “E’ una storia che nella realtà non potrebbe mai succedere!”. E invece è successa, una storia da film nella realtà, e dalla quale ne è nato un film. Si tratta di una appassionante cronaca dalla Valle di Elah dell’alimentazione: il David della focaccia di Altamura contro McDonald’s, il gigante “filisteo” della ristorazione mondiale.
La battaglia risale al 2001 quando viene innalzata nel cuore della Murgia la grande “M” gialla, su un totem di 17 metri e seguendo pedissequamente gli stessi principi che ne hanno permesso la diffusione dovunque: cibo preparato in tempi rapidi, personale giovane e accogliente, ambiente confortevole e refrigerante d’estate grazie all’aria condizionata. Insomma, l’esatto opposto della piccola focacceria tipica che Luca di Gesù aveva aperto poco lontano, con una vetrina sola, poco in vista, un ambiente caldissimo, soprattutto in estate e una limitata quantità di prodotti. La vittoria della grande “M” sembrava facile: ma in un paese, come Altamura, può vantare genuini prodotti di Denominazione di Origine Protetta (fra cui la focaccia tipica con i pomodorini tagliati sopra), contro cui non possono nulla gli hamburger incellophanati e le Coca Cola da diabete. Dopo appena un anno McDonald’s chiude e lascia per sempre Altamura. La notizia viene poco seguita al principio: solo nel 2006 l’intervista a Di Gesù del giornale francese Libération rilancia la vicenda sul piano internazionale (con tanto di articoli su El Pais o il New York Times). Un giorno al Salone del Gusto di Torino del 2007, Di Gesù racconta la sua avventura a Alessandro Contessa, giovane produttore cinematografico pugliese che, fulmineo, dichiara: “Ragazzi, guardate che qui si può fare un film!”. Con un soggetto vincente già in partenza, il progetto per Focaccia Blues si mette in moto. Come si direbbe il resto è storia.
La vicenda di Luca viene raccontata da Nico Cirasola (regista e sceneggiatore che ha fatto della natia Puglia una fonte di ispirazione) rifiutando la cronaca diretta, annullando l’idea stessa di documentario che viene ingoiato dalla fiction e dalla televisione: alla storia di Luca e della sua focacceria, in perfetto stile documentaristico con interviste all’interessato e ad altamurani vari; si snoda la vicenda di Dante, fruttivendolo innamorato della cliente Rosa, che gli preferisce il bel Manuel, proprietario di una catena di fast-food; sketches di “Telecucina” fra Renzo Arbore e Lino Banfi che si sfidano a colpi di prodotti tipici pugliesi.
Cirasola mescola quindi le carte, il documentario sfocia nella fiction (dapprima il personaggio di Dante viene presentato come uno dei tanti Altamurani intervistati) che si fa inchiesta e manifesto di una artigianalità perduta: non soltanto quella di un cinema che per trovare una nuova strada ne intraprende molte e sul filo dell’ironia; ma anche l’artigianalità vera, del lavoro con le mani, del prodotto tipico e vecchio di generazioni che nessun giovane vuole più fare, che sia esso il salumiere o il ferramenta e il calzolaio. Una artigianalità che cerca di sopravvivere alla standardizzazione imperante: proprio in una terra, la Puglia che ha fatto delle contrapposizioni e della contraddizione fra antico e moderno (vedi i film di Edoardo Winspeare). Una battaglia fra i Giudei della tradizione e i Filistei del marketing che nel film si combatte a colpi di meravigliosi campi e stradine di paese assolate, contro i grattacieli e le squallide periferie, Corvette roboanti contro Apecar, “M”che dai loro pali fanno ombra e impediscono ai pomodori da mettere sulla focaccia di seccarsi a dovere. In Focaccia Blues la Puglia è una grande Arcadia, forse un po’ campanilistica come visione nel Belpaese ma che, a tavola, è bene accetta.
In grazia di Dio: il film che racconta il Salento tra antico e moderno
Scheda del film
- Titolo originale: Focaccia Blues- La focaccia che sconfisse McDonald’s
- Regia: Nico Cirasola
- Soggetto: Alessia Lepore, Alessandro Contessa
- Sceneggiatura: Nico Cirasola, Alessia Lepore
- Anno di produzione: Italia, 2009
- Interpreti: Dante Mamone (Dante), Tiziana Schiavarelli (Rosa), Luca Cirasola (Manuel), Onofrio Pepe (Onofrio), Nichi Vendola (esercente cinematografico), Lino Banfi (Barese), Renzo Arbore (Foggiano), Michele Placido (Proiezionista).
- Durata: 82′
- Temi: CINEMA, ALIMENTAZIONE
Il regista
Nico Cirasola nasce nel 1951 a Gravina di Puglia (BA). Innamorato della sua terra e appassionato di cinema fin da ragazzino, esordisce col film Odore di pioggia (1989) con Renzo Arbore in un Sud con dei connotati mitici che ritorneranno in seguito (Da do da 1994). Da allora la Puglia diventa il set di tutte le sue opere, sia da regista sia da attore (per Edoardo Winspeare in Sangue vivo, 2000). Cirasola ha diretto poi Albania Blues (2000), Bell’epoker (2003), Focaccia Blues (2009), Signor Gi-Bi (2010); ha curato il libro Da Angelo Musco a Massimo Troisi. Il cinema comico meridionale (1982) ed è attualmente al lavoro con un biopic su Rodolfo Valentino con Claudia Cardinale e Alessandro Haber nel cast.