Una riflessione riguardo alle conseguenze nel nostro Paese dell’innalzamento del livello dei mari dovuto allo scioglimento dei ghiacciai.
Fa caldo. Molto caldo. Ce ne accorgiamo anche in questo periodo, in cui le temperature sono decisamente superiori alla media stagionale. Ma cosa c’entra con l’innalzamento del livello dei mari?
Il recente rapporto IPCC (Rapporto dell’agenzia ONU International Panel of Climate Change) ha evidenziato come la concentrazione di CO2 nell’aria sia in aumento, e, soprattutto, che il 2013 è stato il sesto anno più caldo mai registrato.
Se qui la temperatura più mite può essere, in effetti, un piacere, ai poli la differenza di pochi gradi sta già sensibilmente accelerando lo scioglimento dei ghiacci della calotta polare e l’arrivo anticipato della primavera antartica.
Alcuni ritengono che questi fenomeni, oltre ad essere naturali – e non causati dall’attività umana -, poco abbiano a che fare con le nostre vite quotidiane: in fondo, i poli risultano decisamente distanti da noi, ed il Mediterraneo è un mare protetto e ben lontano dalle dimensioni e dai tumulti oceanici.
Pur dando loro ragione sulla dimensione e sui criteri di classificazione delle acque del nostro pianeta, va comunque ricordato che costituiscono un insieme unitario e che quindi, proprio per questo motivo, ciò che accade a molti chilometri di distanza da noi ha necessariamente un effetto anche sul nostro equilibrio climatico.
La mappa interattiva del National Geographic mostra cosa succederebbe se tutti i ghiacci dei poli scomparissero.
Oltre a costringere alla fuga migliaia di abitanti delle zone più fredde del pianeta, un tale aumento della massa marittima del nostro pianeta causerebbe, in Italia, la scomparsa di Venezia e Napoli, della nostra linea costiera e, infine, di molte città italiane.
Inoltre, dovremmo cambiare capitale: Roma diventerebbe un ricordo sommerso da metri di acqua salata, e per ricompattare il nostro paese dovremmo addirittura prosciugare il mare formatosi nella Pianura Padana.
Per visitare alcune città siciliane o sarde, invece, dovremmo avventurarci al largo ed immergerci muniti di tuta, bombole e pinne da sub.
Bologna, Ferrara, Mantova e molte città del veneto, dell’Emilia Romagna, della Lombardia e del Piemonte subirebbero la stessa sorte, e noi, che ora non contempliamo nemmeno nella nostra legislazione il concetto di “profugo ambientale”… Lo diventeremmo noi stessi.
Fantascienza? Scenari da film tipo “Avatar” o “The Day After Tomorrow”?
Preferiamo crederlo tutti, chiudendo gli occhi di fronte a quello che sembra ogni anno un problema dalle dimensioni che aumentano di pari passo con l’assenza di soluzioni possibili.
Eppure, ognuno di noi, nel suo quotidiano, può rallentare questo processo, cercando di inquinare meno e diventando più consapevole del suo impatto sull’ambiente che lo circonda.
Se non altro, si può fare per poter ammirare serenamente il sole che, la mattina, fa capolino sulle sponde del grande fiume Po, o, se siete amanti dei viaggi, per poter continuare a visitare le nostre grandi e stupende città d’arte.

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