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Ricerche in Antartide, arriva la rompighiaccio Laura Bassi

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Ricerche in Antartide, arriva la rompighiaccio Laura Bassi ultima modifica: 2024-01-26T07:11:45+01:00 da Marco Grilli
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Ricerche in Antartide, la nave rompighiaccio italiana Laura Bassi circumnavigherà l’intero Mare di Ross dando il via alla campagna oceanografica della 39ª spedizione finanziata dal MUR

Al via la 39ª spedizione al Polo Sud nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA). Grande protagonista sarà la nave rompighiaccio italiana Laura Bassi – di proprietà dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) – che navigherà per due mesi circumnavigando l’intero Mare di Ross, al fine di supportare le attività di ricerca riguardanti tre differenti progetti sullo studio delle dinamiche fisiche e biogeochimiche di specifiche aree antartiche.

La campagna oceanografica

La Laura Bassi ha lasciato il porto di Napoli lo scorso 25 novembre. Dopo aver attraversato il Mar Rosso ed il Golfo di Aden, con l’adozione di tutte le misure previste di antipirateria, è approdata a fine dicembre a Lyttelton, in Nuova Zelanda. Qui ha imbarcato le 39 persone addette alle attività di ricerca, che si sono aggiunte ai 23 membri dell’equipaggio navigante.

Quest’anno la nave darà supporto anche alle ricerche marine del programma scientifico neozelandese ospitando a bordo 12 ricercatori del Paese australe, una collaborazione internazionale di particolare prestigio per il PNRA”, comunica il CNR. Ultimate le operazioni di carico, lo scorso 6 gennaio la nave italiana è partita dal porto di Lyttelton alla volta del Mare di Ross, che verrà interamente circumnavigato per circa due mesi prima di fare nuovamente ritorno a Lyttelton, a campagna ultimata, nel marzo 2024.

La 39ª campagna del PNRA è finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) e prevede ampie collaborazioni. Al Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) spetta il coordinamento scientifico, l’ENEA si occupa della pianificazione e organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche, mentre l’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) cura la gestione tecnica e scientifica della rompighiaccio Laura Bassi, che quest’anno svolgerà un’unica rotazione dalla Nuova Zelanda all’Antartide.

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Oltre all’attività scientifica, nei giorni dal 21 al 26 gennaio la nave provvederà anche ad effettuare lo scarico dei materiali necessari al funzionamento della base antartica Mario Zucchelli. Non è finita qui, perché “la rompighiaccio trasporterà due refrigeratori contenenti le carote di ghiaccio estratte nel contesto del progetto internazionale Beyond EPICA, coordinato da Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di Scienze Polari del CNR. Il progetto mira, proprio attraverso l’analisi del ghiaccio antartico, a ricostruire la storia climatica della Terra andando indietro nel tempo di 1,5 milioni di anni, per rivelare informazioni sulla temperatura e sulla concentrazione di gas serra nell’atmosfera”, rivela il CNR.

I progetti di ricerca

Le attività di ricerca riguarderanno tre importanti progetti.

Il progetto Tenore (Terra Nova bay polynya high Resolution Experiment) – coordinato da Giannetta Fusco dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope – mira a migliorare la conoscenza delle interazioni tra oceano ed atmosfera nella zona di polynya della Baia Terra Nova, uno specchio d’acqua marina libero dai ghiacci e circondato dalla banchisa.

L’impatto della polynya sugli oceani polari è rilevante per gli aspetti fisici ed ecologici, in particolare perché lo scambio termico tra atmosfera e superficie marina è superiore a quello tra la prima e il ghiaccio marino. Nella polynya a calore latente, come quella di Terra Nova Bay, la notevole perdita di colore comporta il rapido accrescimento del ghiaccio, mentre l’acqua salata respinte tende ad aumentare la salinità delle acque oceaniche profonde. Gli studi su questi fenomeni che influenzano la circolazione oceanica sono fondamentali per capire l’impatto sul clima e sull’ecosistema terreste in generale.

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Un altro importante progetto è il Signature (PhySIcal and bioGeochemical traciNg of wATer masses at source areas and export gates in the Ross Sea and impact on the SoUtheRn OcEan), coordinato da Pierpaolo Falco dall’Università Politecnica delle Marche, che si pone l’obiettivo di “analizzare dal punto di vista biologico chimico e fisico le principali masse d’acqua del Mare di Ross e indagare la loro variabilità spaziale e temporale”, comunica il CNR.

Il campionamento si svolgerà su tutto il Mare di Ross e fornirà un bilancio complessivo delle acque indagate, inclusa appunto la loro variabilità nello spazio e nel tempo, utilizzando dati e simulazioni numeriche. Tali masse d’acqua contribuiscono alla formazione delle acque di fondo (Antarctic Bottom Water), che rappresentano il 40% del volume complessivo delle acque del nostro Pianeta e regolano la circolazione termoalina globale – ovvero quella causata da differenze di densità delle masse d’acqua per variazioni di temperatura e salinità – cruciale per la stabilità del nostro clima.

Infine il progetto MORsea (Marine Observatory in the Ross Sea), coordinato da Giorgio Budillon dell’Università degli studi di Napoli Parthenope e Pasquale Castagno dell’Università degli Studi di Messina, che prevede la gestione e manutenzione della rete degli osservatori marini presenti sin dal 1994 nel Mare di Ross.

La nave rompighiaccio Laura Bassi 

Acquistata nel 2019 dall’OGS grazie ad un finanziamento del MUR, la Laura Bassi è l’unica nave rompighiaccio italiana dedita alla ricerca oceanografica capace di operare negli oceani polari, quindi sia in Antartide che in Artico. Il nome assegnatole è in onore dell’omonima fisica e docente di filosofia naturale e di fisica sperimentale, ritenuta la prima donna al mondo a ricoprire una cattedra universitaria, più precisamente all’Università di Bologna nel XVIII secolo.

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Obiettivo della Laura Bassi è quello di dare supporto scientifico e logistico alle missioni polari italiane ed al contempo consentire “la ricerca oceanografica e geofisica dei ricercatori dell’Ente e della comunità scientifica nazionale ed europea a livello globale e, in particolare, polare”, specifica il CNR.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche di questa nave costruita nel 1995, si tratta di una rompighiaccio categoria A classe PC5, 80 metri di lunghezza per 17 metri di larghezza, stazza di 4.028 tonnellate, con “un sistema di posizionamento dinamico che le garantisce un’elevata manovrabilità e un’accuratezza di stazionamento in un prefissato punto dell’ordine di 1 metro. La struttura del fasciame, particolarmente robusta, le permette di operare in mari coperti da ghiaccio senza temere danni strutturali”, chiarisce il CNR.

In sintesi, siamo di fronte ad una nave che coniuga alla perfezione la capacità cargo con le esigenze della ricerca scientifica. A bordo vi sono 50 posti per il personale scientifico, la capacità di alloggiamento massima è di 72 persone incluso l’equipaggio.

La Laura Bassi svolge principalmente le attività previste dal PNRA ma supporta tutta la comunità scientifica, in virtù di un accordo tra i più importanti organismi nazionali dediti allo studio della aree polari ed alla gestione delle sue infrastrutture, ovvero CNR, OGS ed ENEA. Né va dimenticato che l’utilizzo di questa nave da ricerca è inserito anche nel piano strategico del Programma di ricerca in Artico (PRA).

La sua prima spedizione nel Mare di Ross risale all’estate australe 2019-20. Al momento, grazie al contributo di personale dell’Istituto di Scienze Polari (ISP) del CNR, è in corso un potenziamento strutturale della nave per trasformarla “in una moderna piattaforma scientifica multipurpose per coprire i diversi ambiti della ricerca marina, dall’oceanografia fisica, chimica e biologica alla paleoceanografia, dalla geofisica e geologia marina alla chimica e fisica dell’atmosfera”, comunica l’ISP.

[Credits foto: Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, ogs.it]

Ricerche in Antartide, arriva la rompighiaccio Laura Bassi ultima modifica: 2024-01-26T07:11:45+01:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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