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Tutela degli animali esotici e selvatici, passi in avanti con tre nuovi decreti

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Tutela degli animali esotici e selvatici, passi in avanti con tre nuovi decreti ultima modifica: 2022-10-03T07:17:04+02:00 da Marco Grilli
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In vigore i Decreti legislativi sulla tutela degli animali esotici e selvatici che garantiranno una stretta alla detenzione e al commercio di questi esemplari nel nostro Paese. Esulta la Lav, già promotrice della campagna #aCasaLoro

Buone nuove per la tutela degli animali esotici e selvatici e la salute pubblica. Dal 27 settembre sono entrati in vigore tre Decreti legislativi (134, 135 e 136 del 5 agosto 2022), che rappresentano una vera ancora di salvezza per queste specie commerciate e detenute in cattività nel nostro Paese.

Per la Lega antivivisezione (Lav) si tratta di un importante risultato, raggiunto grazie anche alla campagna #aCasaLoro promossa dalla stessa organizzazione, che potrà esser ulteriormente migliorato con il Decreto attuativo del ministro della Salute, da attuare entro un mese a partire dal 27 settembre. “Dei 5 milioni di esotici che ogni anno entrano nella casa degli italiani, con l’entrata in vigore di questa legge possiamo considerare al sicuro una stima di 1.200.000 animali selvatici ed esotici, che ogni anno verrebbero altrimenti prelevati direttamente in natura nel nostro Paese”, scrive la Lav.

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Le illegalità nella detenzione degli animali esotici e selvatici

I nostri appartamenti, così come gabbie, teche, vaschette, garage e sgabuzzini, non paiono davvero adatti alla vita per specie quali ricci africani, serpenti, camaleonti e gechi leopardo, abituati a vivere in libertà nei loro habitat naturali. Alcuni esempi? I pappagalli Ara chloropterus passano il 90% del loro tempo in movimento e riescono a volare addirittura fino a 12 chilometri senza sosta, i petauri dello zucchero planano tra gli alberi fino a 70 metri di distanza, mentre i ricci africani, noti nuotatori e arrampicatori, sono sempre in esplorazione e percorrono molti chilometri in cerca di cibo. Tutto questo a casa loro, mentre è impossibile che riescano a farlo in misere gabbie o teche, incapaci di raccogliere tanta vitalità. Senza dimenticare il rischio di zoonosi, visto che lo stesso Istituto superiore di sanità (Iss) è stato chiaro nell’affermare che gli animali selvatici non dovrebbero esser mai portati a vivere a contatto con gli ambienti domestici umani.

Prima ancora di questi tre Decreti legislativi, un passo importante era già stato compiuto con la legge di Delegazione EU (oggi legge n. 53 del 23 aprile 2021), che aveva espressamente vietato la vendita, l’importazione, la detenzione e la riproduzione di specie selvatiche autoctone o alloctone in Italia.

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Da anni la Lav cerca di combattere illegalità in questo ambito con attività di denuncia che hanno condotto a sequestri e liberazioni, come nel caso del pappagallo Rodrigo, un’Ara arauna che nel circo viveva in una gabbia talmente piccola dove non poteva perfino aprire le ali, o Pepa, una bertuccia costretta a indossare il pannolino e nutrita in modo totalmente scorretto, per arrivare perfino alla leonessa Elsa, privata sempre in un circo dei suoi artigli per apparire più innocua. Crudeltà inutili che non possono esser tollerate.

Le novità introdotte dai tre nuovi decreti per la tutela degli animali esotici

Venendo alle novità introdotte dalle norme suindicate, gli articoli 4 e 5 del Decreto legislativo n. 135 prevedono che, entro il 27 ottobre 2022, il ministro della Salute stili la lista positiva – già adottata o in via di adozione in altri sei paesi dell’Unione europea – che includerà le poche specie animali che potranno ancora essere commerciate e detenute in Italia “in base al rischio sanitario, per la biodiversità, o alla compatibilità con la detenzione in cattività per ragioni comportamentali, fisiche, biologiche, etologiche”.

Con proprio decreto e di concerto con altri ministeri, il ministro della Transizione ecologica sarà invece chiamato a redigere, entro il 23 marzo 2023, i criteri da applicare nell’individuazione delle specie che non si possono detenere (la cosiddetta lista negativa), predisponendo l’elenco di tali esemplari e prevedendo tempi e modalità per l’aggiornamento dello stesso. Sarà così ampliato il numero di specie già vietate con il decreto del ministero dell’Ambiente del 19 aprile 1996, che include molti primati, grandi felini quali tigri e leoni, nonché numerosi mammiferi e specie di insetti, rettili e anfibi velenosi, urticanti o tossici. In pratica tutte quelle specie che costituiscono pericolo per la salute e l’incolumità pubblica o per la biodiversità, fino agli ibridi tra esemplari delle predette specie e di altre specie selvatiche o forme domestiche e le loro successive generazioni.

La redazione della lista negativa comporterà una serie di obblighi, poiché chi si troverà in possesso di esemplari delle specie vietate potrà tenerli solo fino alla loro morte naturale, senza però poterli far riprodurre. La loro presenza dovrà inoltre esser denunciata in Prefettura entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, mentre i negozi in loro possesso saranno chiamati a mettersi in regola entro il 27 settembre 2023, dopo una loro opportuna identificazione e una specifica formazione per gli operatori.

Il Decreto legislativo n. 135 pone anche le basi per definire le caratteristiche strutturali, funzionali e di biosicurezza degli stabilimenti che detengono animali, nonché la gestione delle movimentazioni tra stabilimenti e tra habitat diversi. Ai circhi e alle mostre faunistiche viaggianti sarà impedito di far riprodurre animali delle specie inserite nella lista negativa, che oltretutto non potranno più esser acquisiti. Norme di protezione che si estenderanno anche agli ibridi, ossia agli individui risultanti dall’incrocio di genitori di specie o sottospecie diverse, a prescindere dalle generazioni di incrocio. Stop quindi ai lingre (incroci tra leoni e tigri), ai savannah (tra gatti domestici e gattopardi serval) e ad altre sottospecie di tigri, ancora oggi molto presenti nei circhi italiani.

Anche commercio e vendita online non sono esenti da obblighi e regole: i detentori di scorte commerciali destinate ad animali inclusi nelle specie della lista negativa dovranno smaltirle entro il 27 settembre 2023, mentre dal 27 settembre 2022 chiunque pubblichi, anche per mezzo della carta stampata, annunci di animali da compagnia, selvatici o esotici in vendita o in cessione, dovrà inserire nell’annuncio l’identificativo dell’animale o della fattrice in caso di cuccioli non ancora sottoposti agli obblighi di legge.

Le sanzioni penali e amministrative e l’anagrafe nazionale unica

Nuove regole così importanti prevedono naturalmente sanzioni penali e amministrative in caso di violazione dei divieti, con arresto fino a sei mesi o ammenda da 20mila a 150mila euro. Inoltre è sempre disposta la confisca degli animali “anche qualora non sia pronunciata condanna penale o non sia stata applicata una sanzione amministrativa pecuniaria”, mentre vengono modificate e inasprite le sanzioni previste all’articolo 727 bis del Codice penale che punisce chiunque uccide, cattura o detiene esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta (articolo 15), con arresto da due a otto mesi e ammenda fino a 10mila euro.

Last but not least, questi importanti decreti potenziano la tracciabilità degli animali attraverso il sistema di identificazione e registrazione (I&R), istituendo finalmente anche un’unica anagrafe nazionale ad hoc valida anche per gli animali da compagnia, denominata Sinac. Il sistema I&R stabilisce inoltre: le procedure di attuazione sul territorio nazionale del Regolamento Ue 2016/429 e le misure supplementari nazionali inerenti la registrazione e il riconoscimento degli stabilimenti in cui sono detenuti gli animali; le informazioni da riportare in Banca Dati Nazionale (BDN) relative agli stabilimenti registrati o riconosciuti, agli operatori, agli animali e agli eventi; l’identificazione degli animali detenuti; la documentazione e le azioni in casi di non conformità e sanzioni.

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Gabbie, teche e altri luoghi di detenzione potrebbero presto sopravvivere solo in cartolina.

La libertà è un istinto irrefrenabile. Gli animali esotici e selvatici stanno finalmente per tornare a casa loro.

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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