Nuova Legge di Bilancio 2021: fondo perduto e finanziamenti a sostegno dell’imprenditoria femminile, stanziati 40 milioni per i prossimi due anni
Contributi a fondo perduto per sostenere le donne e l’imprenditoria femminile, numerose le misure agevolative proposte dal Governo per rafforzare le quote rosa, ridurre la disoccupazione e incentivarne la crescita sociale ed imprenditoriale.
Dal 1 gennaio è entrata in vigore la nuova Legge di Bilancio 2021, una maxi-manovra finanziaria da quasi 40 miliardi. I punti principali della manovra riguardano la sanità, le famiglie, il fisco, il lavoro e le imprese, il cuneo fiscale e tutte le misure di sostegno all’economia.
Ecco cosa cambierà per le donne e le imprese femminili
La nuova Legge di Bilancio prevede fondi e incentivi, non solo per le madri, ma anche e soprattutto per donne lavoratrici e imprenditrici. Nello specifico è stato istituito un nuovo «Fondo impresa femminile», con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022.
Saranno finanziati tutti i progetti di imprenditoria femminile ad elevata innovazione tecnologica, con un ulteriore Fondo per il venture capital dal valore di 3 milioni.
Istituito infine il Fondo per il sostegno della parità salariale di genere con una dotazione di 2 milioni di euro annui a partire dal 2022 per interventi finalizzati al sostegno e al riconoscimento del valore economico e sociale della parità salariale di genere e delle pari opportunità in ambito occupazionale.
Fondo impresa femminile: come funziona
Si tratta di un Fondo istituito per supportare l’avvio o il rafforzamento dell’imprenditoria femminile. Uno degli obiettivi prioritari del fondo sarà quello di promuovere la cultura imprenditoriale e del lavoro tra le donne, anche sostenendo economicamente la loro formazione.
Nello specifico il Fondo consiste in una dotazione di 20 milioni di euro all’anno per ciascuno degli anni 2021 e 2022 da elargire sotto forma di:
- Contributi a fondo perduto per l’avviamento d’ imprese da parte di donne disoccupate;
- finanziamenti agevolati per sostenere le attività delle imprese femminili;
- investimenti per le start-up innovative e delle PMI ad elevata innovazione tecnologica guidate da una maggioranza femminile;
- incentivi per rafforzare le imprese femminili, costituite da almeno 3 anni, sotto la forma di contributo a fondo perduto del fabbisogno di circolante nella misura massima dell’ottanta percento della media del circolante degli ultimi 3 esercizi;
- iniziative di orientamento e formazione verso percorsi di studio STEM;
- interventi finanziati specifici su richiesta delle singole imprese;
- assistenza tecnico-gestionale per attività di marketing e di comunicazione, anche attraverso un sistema di voucher per le imprese femminili.
Comitato impresa donna
Presso il Mise, Ministero dello sviluppo economico sarà infine istituito il «Comitato impresa donna».
Il Comitato avrà il compito di :
- attualizzare le linee di indirizzo per il corretto utilizzo delle risorse del Fondo;
- fornire al parlamento una rendicontazione annuale sulla partecipazione effettiva delle donne alla vita economica e imprenditoriale del Paese;
- condurre analisi economiche, statistiche e giuridiche relative alla questione di genere nell’impresa.
Gender gap delle donne sul lavoro
A 25 anni dalla Dichiarazione di Pechino sui diritti delle donne, i numeri ci mostrano quanto ancora ci sia da fare e come siano ancora troppo poche le donne che scelgono di crearsi un’attività propria, di avviare una start-up o di intraprendere studi tecnologici e scientifici.
Inoltre le disparità di genere nel mondo del lavoro e nella vita sociale sono un problema ormai radicato che vede l’Italia ancora indietro rispetto agli altri Paesi europei.
Il Global Gender Gap Report 2020, pubblicato dal World Economic Forum, segnala che l’Italia è scesa dal 70° al 76° posto mondiale nella classifica dei Paesi che attuano la parità salariale. Una donna italiana guadagna in media circa 17.900 euro l’anno rispetto ai 31.600 maschili nonostante lavori più ore; in poche parole svolge la stessa mansione e guadagna la metà.
Permane sempre la disparità in ambito occupazionale, a partire dal dato che vede lavorare a tempo pieno retribuito il 52,3% di uomini e il 24,1% di donne.
Perché è fondamentale investire sulle imprese “rosa”
Considerando questo scenario, sembra evidente che per creare inclusione, parità e sviluppo siano necessari strumenti come quello inserito nella legge di Bilancio 2021
Per questo crediamo che questo nuovo testo di legge porti con sé una ventata di cambiamento: un primo passo per migliorare l’uguaglianza tra donne e uomini e avvicinarci così alla realizzazione dell’obiettivo numero 5 dell’Agenda 2030 dell’ONU: Raggiungere la parità di genere e l’empowerment.
Sono le donne ad essere state più colpite dalla crisi del Covid, ma sono state anche le più forti. Esiste quella caratteristica innata, la resilienza, che soprattutto in situazioni di grandi difficoltà emerge nelle donne in tutto il suo splendore e le porta a reagire con forza, producendo creatività e valore. La buona notizia è che da quest’anno sembra che un futuro più “rosa” sia possibile, e che si possa porre rimedio ai quei dati negativi che per troppo tempo hanno riguardato l’emisfero femminile.
Come sostengono le Nazioni Unite nell’obiettivo 5: «La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma rappresenta “la condizione necessaria” per creare una società giusta, sostenibile e in pace ».