I Custodi del Bosco d’Arneo, una storia di resistenza ecologista in Salento

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I Custodi del Bosco d’Arneo, una storia di resistenza ecologista in Salento ultima modifica: 2024-12-03T06:00:58+01:00 da Davide Mazzocco
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Il Comitato Custodi del Bosco d’Arneo lotta da oltre un anno per scongiurare l’ampliamento delle piste e delle strutture della Porsche all’interno della foresta pugliese

Ottant’anni dopo le rivendicazioni contadine che portarono, nei primi anni Cinquanta, alla spartizione delle terre dei latifondisti, l’Arneo è teatro di una nuova lotta a difesa di questo bosco del leccese dove è in corso un tentativo di ampliamento delle piste e delle strutture di proprietà della Porsche.

Negli anni Settanta è la Fiat a far costruire la pista all’interno del bosco dell’Arneo: un tondo perfetto con un diametro di 4 chilometri e una circonferenza di 12 chilometri. Successivamente vengono create nuove piste per i test di auto, moto e tir. Nel 2012 la proprietà passa a Porsche che la utilizza per lo sviluppo delle sue autovetture. Due anni dopo, il marchio automobilistico tedesco inizia a progettare un ampliamento della pista.

La pista principale all'interno del Bosco d'Arneo
La pista principale all’interno del Bosco d’Arneo ha una circonferenza di circa 12 chilometri

Il progetto di Porsche

“Tutto è iniziato nel 2014, quando il primo studio di fattibilità ha evidenziato l’incompatibilità dell’ampliamento dell’impianto con la Direttiva Habitat dell’Unione Europea – spiega Emanuele Larini, presidente del Comitato Custodi del Bosco d’Arneo. Secondo questa normativa, nelle aree protette sono interdetti sia il disboscamento che l’edificazione, ma nonostante ciò, con la delibera di Giunta regionale n. 1096 del 31 luglio 2023 e con il successivo decreto n.537 del presidente Michele Emiliano del 20 novembre 2023, è stato approvato l’accordo di programma tra Regione Puglia, Porsche Nardò Technical Center (Ntc), i comuni di Nardò e Porto Cesareo e il Consorzio Asi della provincia di Lecce per l’attuazione del piano di sviluppo industriale.

La concessione è stata resa possibile da una deroga alla Direttiva Habitat che permette di disboscare ed edificare nelle aree protette nel caso in cui queste opere siano finalizzate alla pubblica utilità. L’eliporto e il presidio anti-incendio all’interno del Bosco dell’Arneo sono stati ritenuti utili rispettivamente per la salute e per la sicurezza pubblici”.

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I Comuni di Nardò e Porto Cesareo, il Consorzio Asi che gestisce le zone industriali e la Porsche hanno trovato l’accordo per l’abbattimento di 200 ettari di area boschiva e macchia mediterranea: “A compensazione di quest’opera di disboscamento verranno riforestati 600 ettari in prossimità del circuito di collaudo. Per fare ciò verranno espropriati 350 ettari di terreno appartenenti a 134 diversi proprietari. Questa operazione creerà comunque un grave danno alla biodiversità del luogo: i 200 ettari che verranno disboscati ospitano 420 specie vegetali, mentre nei 600 ettari della riforestazione ve ne saranno solamente 12” continua Larini.

Emanuele Larini, presidente del Comitato Custodi del Bosco d’Arneo
Emanuele Larini, presidente del Comitato Custodi del Bosco d’Arneo

La nascita dei Custodi del Bosco d’Arneo

L’accordo di programma che ha dato il via libera agli interventi ha by-passato i pareri negativi espressi dall’Ente Parco, dalla Lipu e dalla Valutazione di impatto ambientale della stessa Regione Puglia e non è stato oggetto di alcun passaggio partecipativo.

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“Dopo essere venuti a conoscenza del progetto grazie a un articolo della stampa locale, abbiamo costituito il Comitato Custodi del Bosco d’Arneo. Dalle indagini che abbiamo effettuato negli ultimi mesi del 2023 è scaturita un’interrogazione della parlamentare europea Rosa d’Amato al Commissario europeo per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius. Nel febbraio di quest’anno la Commissione Europea ha posto la questione dell’incompatibilità del progetto di un privato e della pubblica utilità” aggiunge Larini.

Nel marzo 2024, grazie alle pressioni della Commissione Europea e al ricorso al Tar presentato dai Custodi del Bosco d’Arneo insieme a Italia Nostra e al GrIG, i lavori sono stati sospesi per sei mesi. Alla scadenza di ottobre, la Giunta Regionale pugliese ha prolungato la sospensione per un ulteriore semestre, fino ad aprile 2025. A quel punto verrà presa una decisione definitiva: o la cancellazione dell’accordo di programma, o la prosecuzione dei lavori.

sit-in dei Custodi del Bosco d'Arneo
Un sit-in dei Custodi del Bosco d’Arneo davanti alla sede del Porsche Nardò Technical Center

Una rete internazionale per difendere la foresta

“Nel percorso che come Custodi del Bosco d’Arneo abbiamo fatto in questo anno e mezzo – conclude Larini – è stato fondamentale il supporto ricevuto dalle associazioni ambientaliste tedesche: Robin Wood, NABU, LVN, Waldstatt asphalt su tutte. A giugno siamo intervenuti, grazie alle associazioni Kritische Aktionaere e BUND, all’assemblea nazionale degli azionisti di Porsche Volkswagen  e abbiamo portato la protesta nella sede principale di Stoccarda, ponendo quesiti direttamente al CEO”.

Bosco d’Arneo
Il Bosco d’Arneo

Ora si attende ciò che succederà la prossima primavera. Le querce, i lecci e le centinaia di specie vegetali presenti in questo nel Bosco d’Arneo sono in buone mani, quelle di un gruppo di persone che ha un unico interesse: il bene comune.

[Foto Comitato Custodi del Bosco d’Arneo]

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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