Lenti monofocali multifocali progressive

Lenti monofocali e multifocali, quali sono le differenze?

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Lenti monofocali e multifocali, quali sono le differenze? ultima modifica: 2022-11-16T00:48:15+01:00 da Redazione eHabitat.it
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Lenti monofocali, multifocali e progressive: in cosa consistono, quali le funzioni, i loro utilizzi specifici e le loro differenze

Quando si entra in un negozio di occhiali saltano subito all’occhio le montature. Si viene travolti dall’istinto di provarne il più possibile, per capire quale si adatterà meglio al proprio viso.

Taglio della montatura, materiali, colori, strass, tutto contribuisce ad attirare la nostra attenzione sull’aspetto estetico degli occhiali e sul valore aggiunto che conferisce al proprio volto. Ce ne sono talmente tanti che a volte si rimane disorientati e si finisce col rinviarne l’acquisto perché troppo confusi dalla moltitudine di modelli.

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Quanti, invece, si interrogano sulle diverse tipologie di lenti?

In fondo, sono tutte trasparenti, sembrano tutte uguali. 

Le cose non stanno proprio così, perché anche le lenti si possono distinguere in diverse tipologie, ognuna con caratteristiche differenti.

Le due più diffuse sono le lenti monofocali e le lenti progressive, dette anche multifocali. 

Lenti monofocali

Si ha notizia delle prime lenti utilizzate per correggere la vista sin dal 1600 e certamente si trattava di lenti monofocali. Queste si differenziano dalle multifocali, perché possiedono un solo potere diottrico, servono cioè a mettere a fuoco solo ad una certa distanza, o da vicino o da lontano. Vengono impiegate comunemente per correggere i più diffusi difetti visivi, quali miopia, presbiopia, astigmatismo.

Le lenti monofocali hanno dei costi, in media, più contenuti rispetto ad altre soluzioni e hanno tempi di adattamento molto ridotti, se non addirittura inesistenti. Poche ore o pochi giorni da quando le si acquista e l’occhio riuscirà ad abituarsi perfettamente a questo tipo di lenti, senza faticare troppo sul coordinamento dei movimenti oculari con quelli della testa, richiesti, invece, dalle lenti progressive.

Sono perfette per chi deve correggere un solo disturbo visivo.

Lenti progressive

L’origine delle lenti multifocali è molto più recente. Sono state progettate per la prima volta intorno agli anni ’50, anche se hanno raggiunto la piena diffusione solo negli anni ’80.

Vengono definite così per la capacità di messa a fuoco dei raggi luminosi da diverse distanze. Vanno bene, dunque, sia per vedere meglio da vicino che da lontano.

Generalmente vengono consigliate a tutti i soggetti over 40 che tendono a soffrire di più disturbi visivi contemporaneamente, quindi miopia, presbiopia e astigmatismo.

Il vantaggio più immediato di questo tipo di lenti, rispetto agli occhiali con lenti monofocali, risiede nella praticità di utilizzo per chi deve correggere difetti visivi differenti.

Un soggetto che soffre, ad esempio, sia di miopia che di presbiopia, dovrà avere a portata di mano più di un paio di occhiali, da cambiare a seconda delle necessità. 

Un paio di occhiali multifocali, invece, elimina l’esigenza di usufruire di più occhiali, racchiudendo tutte le funzioni solo in un unico modello.

Le lenti multifocali, inoltre, consentono un passaggio della visione da vicino a lontano, e viceversa, più fluida, rispetto a due paia di occhiali monofocali differenti.

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Quando c’è la necessità di cambiare paio di occhiali per vedere meglio a una distanza diversa, il cervello impiega un po’ di tempo per adattarsi al cambiamento. Nelle lenti progressive, questo non accade, perché sono state progettate appositamente per consentire un passaggio più naturale e meno problematico.

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