Il murale di Manu Invisible in Sardegna, l’arte contro il bracconaggio

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Il murale di Manu Invisible in Sardegna, l’arte contro il bracconaggio ultima modifica: 2022-10-12T07:11:45+02:00 da Marco Grilli
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La cultura della bellezza contro l’illegalità, il murale di Manu Invisible in Sardegna testimonia la lotta al bracconaggio della Lipu

Contrapporre la bellezza dell’arte alla spietatezza di un reato scambiato spesso per tradizione: si è posta quest’obiettivo la Lega italiana protezione uccelli (Lipu)  quando ha commissionato un murale al noto street artist Manu Invisible, per denunciare la piaga del bracconaggio in Sardegna.

Questo prezioso manifesto-simbolo realizzato con il contributo delle scuole, che oggi fa bella mostra di sé in via Nino Bixio 13 a Pirri (CA), rientra in un più vasto progetto internazionale finanziato dalla Fondazione OAK e mirato a contrastare il bracconaggio contro gli uccelli a Cipro, a Malta e in Italia, specialmente in Sardegna.

murale contro bracconaggio
Il murale di Manu Invisible in Sardegna testimonia la lotta al bracconaggio della Lipu

Le caratteristiche del murale e la sua realizzazione

Un pettirosso si libera dai lacci e spicca il volo verso la libertà, sullo sfondo domina la pianta del corbezzolo, uno dei simboli della macchia mediterranea sarda, le cui bacche son spesso utilizzate come trappole mortali dagli uccellatori, la scritta “Stop al bracconaggio” è il messaggio semplice e diretto di quest’opera che fissa sul muro la necessità di una scelta giusta e impellente.

Ho scelto la tecnica dell’affresco perché rappresenta una delle tradizioni italiane che meritano di esser riscoperte e recuperate, al contrario del bracconaggio che è una tradizione sbagliata, una macchia nera per la Sardegna. E poi l’affresco permette di usare materiali completamente naturali che non danneggiano l’ambiente e durano per molto tempo”, spiega l’artista.

Il murale è stato realizzato in un solo giorno e ha visto la partecipazione degli alunni di due classi del Liceo artistico e musicale “Foiso Fois” di Cagliari. Un importante lavoro collettivo di condivisione e sensibilizzazione, reso possibile dal lavoro didattico dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto).

Il valore del progetto: la cultura della bellezza contro l’illegalità

Il coinvolgimento diretto dei giovani studenti di materie artistiche porta con sé un messaggio ulteriore, che rimarrà nel tempo: la cultura della bellezza e della conoscenza vince sull’ignoranza e l’illegalità. Un tema, quello dell’educazione e della crescita culturale, che sta molto a cuore alla Lipu fin dalla sua nascita, nel 1965“, commenta l’associazione italiana per la protezione degli uccelli e la conservazione della biodiversità, che gestisce 25 oasi e riserve naturali e 10 centri recupero nei quali vengono curati oltre 25.000 animali ogni anno.

In questa settimana di lavoro con l’artista, gli alunni hanno così potuto sperimentare i linguaggi dell’arte come strumento per la sensibilizzazione e la promozione di un cambiamento culturale e sociale. Un percorso collettivo affinché il bracconaggio non sia più affrontato con indifferenza o considerato quale un semplice aspetto della tradizione, bensì per quel che realmente è, un reato contro la biodiversità.

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Le reazioni di docenti e studenti sul murale di Manu Invisible in Sardegna

Riflettendo su quest’iniziativa svoltasi in un clima propositivo e gioioso, gli stessi docenti hanno rilevato come sia stata un’occasione di alta formazione artistica per gli studenti, che ha privilegiato “l’esperienza di apprendimento in situazione con un’importante valenza di sensibilizzazione alla legalità e alla cittadinanza attiva. La scuola è molto attenta ad accogliere e promuovere progetti che, come questo della Lipu, orientino alla consapevolezza, alla legalità, alla cittadinanza attiva in un dialogo continuo con il contesto del territorio”.

Naturalmente anche le tecnologie moderne possono aiutare ad amplificare il messaggio di questo importante progetto, i ragazzi con sensibilità artistica son stati chiamati infatti a rivisitare, reinterpretare e documentare il murale per diffondere sui social lo slogan #StopBracconaggio .

I social network funzionano come una grande mente collettiva e noi ragazze e ragazzi possiamo utilizzarli per diffondere un messaggio importante. Il bracconaggio in Sardegna è una tradizione sbagliata che non deve più esistere”, spiegano Elena e Anastasia della classe 4D.

Nel video realizzato dalla Lipu per la presentazione del progetto traspare l’entusiasmo dei giovani partecipanti, che grazie a quest’iniziativa hanno abbandonato per qualche giorno la monotonia delle lezioni frontali per sperimentare il linguaggio moderno della street art e lavorare fianco a fianco con uno dei loro “miti”, Manu Invisible.

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Manu Invisible, un profilo dello street artist

Proveniente dal mondo dei graffiti e molto seguito dai giovani, Manu Invisible è noto per il suo aspetto misterioso, contraddistinto dal vestito nero e soprattutto dalla maschera nero lucido dalle forme taglienti, ispirata alla geometria e alla notte.

La sua street art si connota per l’impegno sociale e per la scelta di inserire parole dall’alto valore simbolico in contesti urbani fatiscenti e strade a scorrimento veloce.

Diplomato al Liceo artistico, ha studiato la tecnica dell’affresco, tenuto varie mostre e realizzato opere murali anche in Francia e Inghilterra.

Degno di nota è il suo affresco tradizionale a 360° lungo le pareti dell’Aula Magna Capitini dell’Università degli Studi di Cagliari.

In merito al progetto scolastico promosso dalla Lipu, Manu Invisible ha affermato di aver apprezzato l’approccio e il rapporto che si è venuto a creare con gli studenti. Dall’approfondimento della tematica è stata tratta ispirazione per veicolare un messaggio forte anche artisticamente, “questo progetto mi è piaciuto particolarmente perché attraverso colore e cultura la Lipu lancia un messaggio ben preciso che è quello dell’antibracconaggio – spiega lo street artist -,  l’arte è un catalizzatore culturale, di concetti, motivazionale per molte delle generazioni passate, presenti e future. Spero che con questo progetto e con quest’opera gli studenti, e le generazioni future in particolar modo, abbandonino il concetto della paura e si lascino guidare dall’apprendimento”.

La piaga del bracconaggio in Sardegna e l’impegno della Lipu

La caccia di frodo – ovvero la violazione delle normative che regolano l’attività venatoria in Italia (in primis la legge 11 febbraio 1992, n.157) – è ancora un fenomeno molto diffuso in Italia, specialmente nello stretto di Messina, nel basso Sulcis, nelle isole tirreniche e nelle valli del bresciano.

Stando alle stime, sono più di 5 milioni gli uccelli  uccisi illegalmente ogni anno, soprattutto in sette aree definite “blackspot del bracconaggio”, tra cui la Sardegna meridionale. Erede di una cultura anacronistica che considera le specie selvatiche come nocive o semplici prede sempre a disposizione dei cacciatori, il bracconaggio ha ancora oggi vita facile grazie alla carenza dei controlli e ad alcuni limiti di legge, poiché le pene, troppo leggere, prevedono tutte la possibilità di esser estinte con il semplice pagamento di una somma di denaro (oblazione) e non son mai riferite anche al singolo esemplare, quindi abbattere un’aquila o ucciderne dieci, ad esempio, comporta sempre la stessa pena.

Di fronte alla spietatezza di fucili, trappole e bocconi avvelenati non è rimasta impassibile la Lipu, che da decenni conduce una ferma lotta al bracconaggio con la vigilanza dei volontari, studi, ricerche, campi nelle aree più calde, azioni di denuncia e un bellissimo progetto europeo Life+ di comunicazione chiamato “Un rifugio sicuro per gli animali selvatici”.

Per comprendere la portata della caccia di frodo ci aiutano le parole della responsabile dei campi antibracconaggio della Lipu in Sardegna, Gigliola Magliocco, secondo cui il fenomeno nel basso Sulcis e Sarrabus è diventato un vero dramma “finalizzato ad alimentare il mercato illegale dei piccoli uccelli che diventano un piatto, da servire specialmente a Natale. In inverno, in questa area di 70mila ettari di macchia mediterranea, ricchissima di biodiversità, i piccoli uccelli migratori trovano bacche di mirto e corbezzolo ma molto spesso, purtroppo, anche la morte. Trappole, lacci, reti, tagliole, armi da fuoco. Gli uccelli, ma anche i mammiferi, vengono catturati così, in modo illegale e cruento. Cercare i bracconieri in un territorio così vasto è come cercare l’ago in un pagliaio, ma la nostra azione tenace ha prodotto moltissimi risultati e la drastica diminuzione del fenomeno“.

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L’antibracconaggio è anche un’attività molto rischiosa, spiega ancora Magliocco, che già da quando ha cominciato nel lontano 2003 si chiedeva se avrebbe ritrovato l’auto integra e vedeva “trappole ovunque, tra cui le tagliole dentate o i ‘tubifucili’, congegni artigianali posizionati ad altezza cinghiale che sparano pallettoni e ti falciano le gambe”.

Oggi la caccia di frodo è ridotta ma non ancora debellata, contro di lei si schierano coraggiosi volontari e attivisti che proseguono un percorso di prevenzione e contrasto ma anche di educazione e cultura, come dimostra il murale di Manu Invisible.

Utilizzando le parole di Magliocco, “l’obiettivo è che presto la Sardegna e l’Italia scrivano la parola fine alla storia del bracconaggio, liberando i boschi da reti e trappole e restituendoli alla meraviglia della natura”.

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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